Auto elettriche: perché oggi inquinano molto meno e convengono di più

Secondo l’ICCT, le auto elettriche sono già oggi quattro volte più pulite delle benzina e migliorano più in fretta grazie alle rinnovabili

Redazione Motori
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Le auto elettriche non solo sono le più pulite, ma stanno diventando ancora più virtuose, più velocemente del previsto.

A dirlo non è una campagna promozionale o un’azienda del settore, ma una delle fonti scientifiche più accreditate quando si parla di mobilità sostenibile: l’International Council on Clean Transportation (ICCT). In una nuova analisi pubblicata nelle scorse settimane, l’organizzazione ha aggiornato i propri dati sulle emissioni di CO₂ delle automobili, evidenziando come le batterie stiano vincendo su tutti i fronti, superando perfino le stime più ottimistiche elaborate fino al 2021.

Lo studio, condotto con un rigoroso approccio al ciclo di vita, prende in esame le emissioni di gas serra prodotte dall’auto dalla sua nascita alla fine della sua vita utile. Questo significa includere la produzione e il riciclo, la generazione dell’energia o del carburante usato per alimentarla, il consumo effettivo su strada e la manutenzione. Il risultato? Le auto elettriche vendute oggi in Europa generano in media il 73% in meno di emissioni rispetto a un modello a benzina. Un dato impressionante che segna un miglioramento del 24% rispetto alla precedente stima ICCT del 2021.

È un balzo in avanti che sorprende persino chi ha firmato la ricerca. “Le auto elettriche a batteria in Europa stanno diventando più pulite più in fretta di quanto ci aspettassimo”, ha commentato Marta Negri, ricercatrice ICCT. “E non solo battono tutte le altre tecnologie sul piano climatico, ma il loro vantaggio è destinato a crescere ancora grazie alla transizione energetica in corso”.

Entro il 2025, infatti, più della metà (56%) dell’elettricità prodotta in Europa proverrà da fonti rinnovabili. Una quota che, secondo il Centro comune di ricerca dell’UE, potrebbe arrivare all’86% entro il 2045. Dato che un’auto nuova oggi rimane mediamente su strada per circa 20 anni, è facile capire come il continuo “ripulirsi” del mix elettrico porterà benefici sempre maggiori alle auto elettriche. Al contrario, i veicoli a combustione interna continueranno a bruciare carburanti fossili, con margini di miglioramento ridotti e dipendenti dalla disponibilità – ancora incerta – di biocarburanti o carburanti sintetici.

L’ICCT non si limita però alle batterie. Lo studio confronta tutte le principali tecnologie oggi disponibili: ibride, ibride plug-in, idrogeno e benzina. E se le ibride classiche permettono solo una riduzione del 20% delle emissioni rispetto a una termica, le plug-in si fermano al 30%. Una performance modesta, dovuta in parte a un fatto ormai acclarato: la maggior parte dei guidatori non ricarica queste auto quanto sarebbe necessario per massimizzarne l’efficienza.

L’analisi mostra anche che le auto a celle a combustibile alimentate a idrogeno potrebbero offrire riduzioni fino al 79% delle emissioni, ma solo a patto di usare idrogeno prodotto interamente da fonti rinnovabili. Purtroppo, oggi in Europa quasi tutto l’idrogeno disponibile è ottenuto dal gas naturale, riducendo il vantaggio ambientale al solo 26%. Un dato che riporta la realtà sulla terra e mette in guardia contro le soluzioni che sembrano miracolose solo sulla carta.

Ma c’è di più. Lo studio affronta anche uno dei miti più resistenti nel dibattito pubblico: quello secondo cui produrre un’auto elettrica inquinerebbe di più rispetto a una tradizionale. È vero, le emissioni iniziali – in gran parte dovute alla produzione delle batterie – sono circa il 40% superiori rispetto a quelle di un’auto a benzina. Tuttavia, secondo ICCT, questo “debito” viene saldato già dopo circa 17.000 chilometri percorsi. In pratica, dopo un anno o due di utilizzo medio in Europa, l’elettrica diventa più pulita. E da lì in poi, ogni chilometro percorso rappresenta un guadagno climatico netto.

Una delle grandi sfide che emergono da questa analisi è quella della disinformazione. I ricercatori ICCT sottolineano come l’uso selettivo di dati – o peggio, la manipolazione degli stessi – stia alimentando confusione e rallentando le decisioni politiche e industriali necessarie per accelerare la transizione. "Abbiamo visto troppi leader del settore automobilistico travisare la matematica delle emissioni sugli ibridi", spiega Georg Bieker, senior researcher dell'ICCT. "Ma l’analisi del ciclo di vita non è un esercizio retorico: è scienza applicata alla realtà. I cittadini e i decisori pubblici meritano informazioni corrette e basate su dati concreti".

Il messaggio di fondo dello studio è chiaro: solo le auto elettriche a batteria offrono oggi – e offriranno ancora di più domani – i tagli alle emissioni necessari per rispondere all’emergenza climatica. Le altre tecnologie, pur rappresentando un passo avanti rispetto alla benzina, non sono in grado di garantire una trasformazione profonda e strutturale delle emissioni legate al trasporto su strada.

E questo è particolarmente rilevante se si considera che le autovetture rappresentano circa il 75% delle emissioni complessive del settore trasporti in Europa. Riuscire a ridurre in modo sostanziale l’impatto di questo comparto è un tassello cruciale della transizione ecologica.

Certo, restano problemi aperti: l’accessibilità economica delle auto elettriche, la necessità di potenziare le infrastrutture di ricarica, la gestione sostenibile del ciclo di vita delle batterie. Ma lo studio ICCT non ha ambizioni propagandistiche: vuole piuttosto offrire un punto di riferimento scientifico in un dibattito spesso condizionato da interessi e visioni parziali.

E se c’è una lezione che emerge da questi dati, è che la direzione è chiara: le auto elettriche non sono perfette, ma sono oggi l’unica strada tecnicamente ed ecologicamente credibile per abbattere le emissioni in modo significativo. E ogni giorno che passa, quella strada si fa più verde.

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