Da Warhol a Stella: la collezione BMW Art Cars in mostra a Milano

Dal 4 dicembre all'8 gennaio, l'ADI Design Museum ospita l'ultima tappa 2025 del tour mondiale. Otto vetture leggendarie raccontano mezzo secolo di arte e velocità.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

C'è qualcosa di profondamente simbolico nel fatto che il BMW Art Car World Tour abbia scelto Milano come gran finale del suo viaggio per il 2025.

Non è una semplice tappa geografica, ma un ritorno a casa concettuale. Dopo aver toccato metropoli frenetiche come Hong Kong e santuari del motorsport come Le Mans, le vetture che hanno riscritto il rapporto tra carrozzeria e tela trovano rifugio all'ADI Design Museum. Dal 4 dicembre 2025 all’8 gennaio 2026, gli spazi di Piazza Compasso d’Oro non ospiteranno solo automobili, ma veri e propri manifesti di un’epoca. L'atmosfera che si respira attorno a questo evento è quella delle grandi occasioni: si celebra il cinquantesimo anniversario di un’idea folle e visionaria, nata dalla mente del pilota e battitore d'asta Hervé Poulain, che immaginò di far correre l'arte a 300 chilometri orari. Visitare questa esposizione significa immergersi in una narrazione che trascende il concetto di "mostra di auto"; è un viaggio nella storia dell'arte contemporanea dove il supporto non è la tela, ma il metallo modellato dal vento.

Mezzo secolo di visioni su quattro ruote

La selezione curata per la tappa milanese è forse la più densa di significato dell'intero tour. I visitatori si troveranno faccia a faccia con la storia. Si potrà ammirare la genesi di tutto, grazie alla presenza dell'opera di Alexander Calder, l'artista che nel 1975 diede il via alla collezione trasformando una BMW 3.0 CSL in una scultura cinetica dai colori primari. Ma il percorso narrativo fluido condurrà lo spettatore attraverso decenni di evoluzione stilistica. Ci sarà la geometria ipnotica di Frank Stella, che trattò l'auto come un foglio di carta millimetrata gigante, e l'inconfondibile pop art di Roy Lichtenstein, che con i suoi "ben-day dots" dipinse il paesaggio che scorreva sulla carrozzeria, creando un'illusione di velocità anche a motore spento. E ancora, il dialogo culturale si arricchisce con la presenza dell'arte africana di Esther Mahlangu, la prima donna a firmare una Art Car, portando i motivi tribali Ndebele su una berlina ad alta tecnologia. Queste otto vetture non sono solo oggetti da ammirare, ma testimoni silenziosi di come la collezione BMW Art Carsabbia saputo intercettare lo spirito del tempo, decennio dopo decennio.

L’Italia al centro della mappa artistica globale

L'arrivo di queste opere a Milano non è casuale, ma sottolinea un legame profondo tra il marchio bavarese e la cultura italiana del bello. Come ha sottolineato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e CEO di BMW Italia, portare queste vetture all'ADI significa riconoscere all'Italia il suo ruolo di culla ideale per il design. La scelta di esporre il numero più alto di vetture proprio in questa tappa conclusiva dell'anno è un omaggio al pubblico italiano, noto per la sua capacità di apprezzare tanto l'estetica quanto la meccanica. La narrazione dell'evento si intreccia inevitabilmente con il tessuto urbano di Milano: una città che vive di moda, di design week e di innovazione trova in queste "sculture in movimento" il suo specchio perfetto. È un segnale forte, una volontà precisa di condividere i valori del brand non attraverso slogan pubblicitari, ma attraverso l'emozione pura che solo l'arte sa suscitare. L'evento si pone come un ponte ideale che collega il passato glorioso della Sandro Chia Art Car, già protagonista al Concorso d’Eleganza, con il futuro che vedrà la collezione spostarsi a Parigi nel 2026.

Oltre la carrozzeria: sculture che respirano

Quello che rende unico l'allestimento all'ADI Design Museum è la prospettiva critica offerta al visitatore. Non siamo in una concessionaria, siamo in un tempio della cultura materiale. Luciano Galimberti, Presidente dell'istituzione milanese, ha posto l'accento su come questo progetto rappresenti un osservatorio privilegiato sulle relazioni tra industria e creatività. Le auto perdono la loro funzione utilitaristica per diventare pura forma, pura espressione. Camminando tra le installazioni, si percepisce chiaramente quella che Thomas Girst, responsabile dell'impegno culturale del Gruppo BMW, definisce la realizzazione di un sogno. Vedere queste opere da vicino permette di cogliere dettagli che le fotografie non possono restituire: la pennellata materica, l'imperfezione voluta, il dialogo tra la curva del passaruota e il segno grafico. È un'esperienza che unisce tribù diverse: l'appassionato di motorsport che venera il motore sotto il cofano, l'amante dell'arte contemporanea che riconosce la mano del maestro, e il curioso attratto dalla potenza visiva dell'insieme.

Un finale che guarda al futuro

La mostra milanese non è solo una celebrazione nostalgica, ma un punto di partenza per nuove riflessioni. L'esposizione, arricchita dalla mostra fotografica di René Staud e dalle preziose miniature della collezione, offre uno sguardo completo su cinquant'anni di innovazione. Mentre il BMW Art Car World Tour si prepara a lasciare l'Italia per approdare al Rétromobile di Parigi l'anno successivo, Milano si conferma crocevia imprescindibile per il dialogo internazionale. Chi visiterà l'ADI Design Museum in queste settimane invernali non vedrà solo delle automobili dipinte. Vedrà la dimostrazione tangibile di come la tecnologia possa farsi tela e di come l'arte possa scendere dai piedistalli dei musei per correre sulle strade del mondo, veloce e inarrestabile come il tempo stesso.

  • #1 | Alexander Calder, BMW 3.0 CSL (1975)
  • #2 | Frank Stella, BMW 3.0 CSL (1976)
  • #3 | Roy Lichtenstein, BMW 320i Turbo (1977)
  • #12 | Esther Mahlangu, BMW 525i (1991)
  • #13 | Sandro Chia, BMW M3 GTR (1992)
  • #15 | Jenny Holzer, BMW V12 LMR (1999)
  • #17 | Jeff Koons, BMW M3 GT2 (2010)
  • #20 | Julie Mehretu, BMW M Hybrid V8 (2024)

 

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