Dacia Sandriders all’assalto del Marocco: Al-Attiyah punta il titolo

I Dacia Sandriders tornano in Marocco per l’ultimo round W2RC: Nasser Al-Attiyah difende nove punti di margine, Édouard Boulanger guida tra i navigatori. Ultima chiamata prima della Dakar 2026.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Da dove tutto è cominciato a dove tutto può decidersi: i Dacia Sandriders rientrano al Rally del Marocco con l’obiettivo dichiarato di portare a casa il Campionato del Mondo FIA di Rally-Raid (W2RC)

e chiudere una stagione vissuta sempre nelle prime posizioni. In testa alla generale Nasser Al-Attiyah arriva a Fès con nove punti di vantaggio sui rivali diretti e con la prospettiva concreta di allungare la propria striscia vincente nella serie iridata, forte di un gruppo che conosce sabbia, pietraie e navigazione come pochi. È il ritorno alle origini del progetto Sandriders e, insieme, il momento più delicato dell’anno

L’assetto della squadra è quello delle grandi occasioni. Al-Attiyah farà coppia con Fabian Lurquin, mentre Sébastien Loeb ritrova al suo fianco Édouard Boulanger e Cristina Gutiérrez condivide l’abitacolo con Pablo Moreno: tre equipaggi, un unico obiettivo, sostenere la corsa al titolo del qatariota senza perdere di vista il Campionato Costruttori e la classifica navigatori, dove Boulanger si presenta da leader con un margine in doppia cifra. È una formazione che ha già dimostrato velocità pura e costanza di rendimento, e che nelle ultime uscite ha aggiunto podi, vittorie di tappa e chilometri preziosi in condizioni di gara.

Il perimetro della sfida, quest’anno, ha i contorni netti di un tracciato che esalta la guida e la strategia. Il Rally del Marocco 2025 misura 2.299 km complessivi, di cui 1.478 km cronometrati: si parte oggi con un prologo di 19 kmintorno a Fès, poi la carovana vira verso sud con la lunga Fès-Erfoud e quattro tappe ad anello nel deserto attorno all’oasi, prima del Power Selective Stage finale del 17 ottobre che assegnerà gara e titolo. È un menù tecnico che mescola sterrato veloce, fuori-pista, letture di capisaldi e pietraie taglienti: qui si vince usando la testa, oltre al gas.

Per il team rumeno, l’appuntamento marocchino ha anche un valore simbolico. Dodici mesi fa, l’esordio W2RC dei Dacia Sandriders aveva acceso i riflettori su un progetto giovane ma ambizioso; oggi si torna nello stesso teatro con un bagaglio ben più pesante: 13 vittorie di speciale (con due doppiette), due successi assoluti e tre podi complessivi. Numeri che raccontano la crescita tecnica della Dacia Sandrider, ma soprattutto l’evoluzione del gruppo, capace di trasformare velocità e affidabilità in risultati quando conta. L’ultimo round in Portogallo ha confermato la tendenza, con Loeb/Boulanger sul podio, Al-Attiyah/Lurquin quinti e Gutiérrez/Moreno subito dietro: punti pesanti che hanno messo in sicurezza la corsa al titolo piloti e rilanciato quella navigatori.

La finale, però, non concede distrazioni. Gli avversari ci sono, eccome: Henk Lategan e Lucas Moraes hanno tenuto vivo il campionato fino all’ultimo e possono ribaltare l’inerzia con una giornata perfetta o, più semplicemente, approfittando di un intoppo altrui. È la natura stessa del rally-raid: forature, waypoint insidiosi, una cordonata nascosta possono valere minuti. E infatti la vigilia parla di un duello a tre, con Al-Attiyah avanti di nove lunghezze su Lategan e il brasiliano un solo punto più indietro. In questo quadro, la gestione dei rischi diventa centrale: attaccare quando serve, proteggere quando conviene, senza regalare nulla.

Sul piano sportivo, la rotta marocchina premia chi sa leggere il terreno. Il trasferimento verso l’altopiano di Rekkampromette una speciale da 300 km in cui il ritmo dev’essere alto ma lucido; poi il deserto di Erfoud intreccia tracce battute e dune, con i rami di oued che scompaginano la navigazione alla prima folata di vento. Qui entrano in gioco l’intesa tra pilota e co-pilota, il lavoro dei team al bivacco e la capacità di resettare ogni mattina. L’ultimo giorno, i 33 km del Power Selective Stage non sono un semplice passerella: con i punteggi in palio, può ancora cambiare tutto.

Nell’economia del Mondiale, il Rally del Marocco è anche il ponte ideale verso la Dakar 2026. Le condizioni, il fondo, la gestione della fatica e la convivenza con l’imprevisto rappresentano la miglior preparazione possibile. Per i Dacia Sandriders il compito è duplice: difendere il vantaggio di Al-Attiyah e, insieme, consolidare la propria identità tecnica, quella che nel 2025 ha coniugato affidabilità meccanica, ritmo di gara e lucidità nella navigazione di Boulanger, Lurquine Moreno. È la chimica tra equipaggi a fare la differenza quando i margini si assottigliano, ed è su questa chimica che il team ha costruito la sua scalata.

La chiave, nelle prossime ore, sarà tenere insieme velocità e misura. Al-Attiyah sa come si vince una finale mondiale e ha dimostrato di saper leggere la gara con freddezza; Loeb, dalla sua, porta l’istinto del fuoriclasse e l’esperienza per puntellare la classifica del team, mentre Gutiérrez aggiunge profondità tattica e rapidità nelle sezioni più tecniche. Se la meccanica resterà nella sua finestra e la navigazione non tradirà, i Dacia Sandriders hanno le carte per scrivere un altro capitolo di una storia iniziata proprio qui. Il resto lo dirà il cronometro del deserto, dove ogni granello pesa.

COMPOSIZIONE DEL TEAM DEI DACIA SANDRIDERS PER IL RALLY DEL MAROCCO

#200: Nasser Al-Attiyah (QAT)/Fabian Lurquin (BEL)

#212: Cristina Gutiérrez (ESP)/Pablo Moreno (ESP)

#219: Sébastien Loeb (FRA)/Édouard Boulanger (FRA)

Tags:
dacia sandridersdakar 2026nasser al-attiyahrally del maroccosébastien loebw2rc 2025