Hyundai e PlusAI: camion a idrogeno livello 4 per la logistica
TIME inserisce il camion pesante autonomo XCIENT Fuel Cell di Hyundai e PlusAI tra le “Best Inventions 2025”: idrogeno e livello 4 per un trasporto più pulito, efficiente e scalabile
C’è un’immagine che racconta bene il futuro del trasporto: un camion autonomo che scorre silenzioso, spinto da celle a combustibile e guidato da un software che “vede” più in là dell’orizzonte umano.
Non è fantascienza, è realtà industriale. TIME lo ha appena certificato inserendo l’XCIENT Fuel Cell sviluppato da Hyundai con PlusAI tra le Best Inventions 2025, il palmarès che valorizza da oltre vent’anni quelle innovazioni capaci di cambiare il nostro modo di vivere e muoverci. In un elenco di 300 idee di frontiera, il truck coreano-americano svetta perché mette insieme sostenibilità, sicurezza e produttività, tre parole chiave sempre più decisive nella logistica globale.
Il cuore tecnico dell’operazione è la piattaforma XCIENT Fuel Cell, primo camion pesante a idrogeno prodotto in serie al mondo, abbinata al conducente virtuale SuperDrive™ di PlusAI, un sistema di livello 4 capace di gestire in autonomia le missioni hub-to-hub. L’integrazione consente percorrenze lunghe, rifornimenti rapidi e operazioni a emissioni zero allo scarico: una combinazione che affronta simultaneamente tre nodi strutturali del settore—decarbonizzazione, carenza di autisti e aumento dei costi—senza chiedere compromessi sulla continuità del servizio.
Nella motivazione di TIME c’è un messaggio semplice: “non è tecnologia del futuro, è qui e funziona”. Dietro quella frase ci sono milioni di chilometri già macinati su strada reale, una maturità industriale rara per un progetto che unisce idrogeno e autonomia. La visione di PlusAI sposta il lavoro umano verso compiti a maggior valore, dalla gestione delle flotte alla supervisione remota, mentre il powertrain fuel cell di Hyundai promette prestazioni costanti anche sotto carico, con tempi di fermo ridotti al minimo. In questo incastro virtuoso si intravede il cambio di paradigma: non solo camion più puliti, ma logistica sostenibile davvero competitiva.
Per Hyundai, il riconoscimento celebra anche un metodo. L’azienda ha costruito passo dopo passo un ecosistema H2 che va oltre il veicolo: ricerca, partenariati, sperimentazioni su scala e una rete di casi d’uso che convalidano la tecnologia fuori dai laboratori. Per PlusAI, è la prova che un’AI “nativa”—pensata fin dall’inizio per la guida autonoma—può convivere con gli imperativi di sicurezza e scalabilità, rendendo più prevedibili i flussi e più affidabile il chilometro finale (e quello intermedio). Due prospettive diverse, un traguardo condiviso.
I numeri contano. Dal lancio globale nel 2020, la famiglia XCIENT Fuel Cell è attiva in dieci Paesi con un chilometraggio cumulato vicino a 10 milioni di miglia (circa 16 milioni di chilometri). Sono dati che certificano la maturità operativa di una piattaforma non più prototipo, ma strumento quotidiano di lavoro, capace di affrontare climi, topografie e normative differenti senza perdere affidabilità.
Negli Stati Uniti, l’accelerazione è evidente. Nella Bay Area, il progetto NorCAL ZERO impiega 30 camion XCIENT Fuel Cell nei porti di Oakland e Richmond, portando emissioni zero nel cuore delle rotte containerizzate della California. A migliaia di chilometri di distanza, in Georgia, 21 veicoli alimentano la HTWO Logistics Initiative al Metaplant America del Gruppo Hyundai, dove produzione e rifornimento di idrogeno in sito sostengono la movimentazione interna su larga scala. Due contesti molto diversi, un’unica traiettoria: dal pilota al business.
La spina dorsale del progetto è il modello hub-to-hub. Rendendo prevedibili i percorsi ad alto utilizzo, i camion fuel cellautonomi possono diventare i “locomotori” dei corridoi dell’idrogeno, favorendo la nascita e la redditività delle stazioni di rifornimento. È un effetto rete: più XCIENT circolano su quelle tratte, più diventa conveniente investire in infrastrutture, a beneficio anche di autobus, furgoni e futuri veicoli leggeri H2. Così l’innovazione sul veicolo innesca una trasformazione a monte e a valle della catena energetica.
Sul conto economico di una flotta, la promessa si traduce in uptime più alto, incidenti potenzialmente ridotti grazie all’assistenza perimetrale dei sensori e un costo per chilometro più competitivo nelle missioni lunghe e ripetitive. La guida di livello 4 consente turni continuativi nelle finestre consentite, mentre la ricarica “istantanea” del serbatoio di idrogeno accorcia le soste rispetto alle ricariche lente tipiche dei veicoli a batteria su percorrenze interstatali. La sicurezza, intesa come riduzione dell’errore umano e gestione prudenziale degli scenari di rischio, resta il cardine di ogni dispiegamento.
C’è anche una questione di percezione pubblica. Il truck a idrogeno autonomo sposta il dibattito oltre il “se” e lo porta sul “come” e “dove”: corridoi dedicati, piattaforme hub-to-hub, pianificazione condivisa tra porti, interporti e operatori energetici. Il riconoscimento di TIME fa da megafono internazionale e apre un varco narrativo importante: l’innovazione non si misura più soltanto in laboratorio, ma nel modo in cui entra nei processi industriali e silenziosamente li rende più puliti, più efficienti, più resilienti.
A guardarlo da vicino, il progetto Hyundai-PlusAI racconta il presente di una tecnologia già pronta e il futuro di una supply chain capace di decarbonizzarsi senza perdere slancio. Se oggi l’XCIENT Fuel Cell conquista la ribalta delle Best Inventions 2025, domani potrebbe essere l’ossatura invisibile dei corridoi dell’idrogeno che collegheranno porti, fabbriche e centri distributivi. È il segnale che aspettavamo: la mobilità a idrogeno entra nella fase due, quella in cui le idee diventano infrastrutture e le infrastrutture cambiano i mercati.