Mercato auto, settembre segna un +10%: i nuovi modelli spingono volumi e ricavi in Europa

Da inizio anno l’UE cresce dello 0,9%. Settembre vola a +10% grazie ai nuovi modelli. BEV 16,1%, HEV 34,7%, PHEV 9%. Benzina e diesel arretrano.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Nel panorama europeo dell’auto, il 2025 alza appena la testa ma con segnali che contano.

Da gennaio a settembre 2025 le immatricolazioni nell’UE avanzano dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, mettendo in fila il terzo mese consecutivo di crescita. La spinta più forte arriva proprio da settembre, mese che archivia un +10% grazie al lancio di nuovi modelli e a un mix prodotto più allineato alla domanda reale. È un rimbalzo misurato, non un’onda lunga, ma racconta un mercato che sta imparando a convivere con tassi più alti, incentivi intermittenti e una transizione tecnologica che procede a velocità diverse.

Se c’è un termometro della transizione, è la quota delle auto elettriche a batteria. Le BEV si fermano al 16,1% da inizio anno: meglio del 13,1% del 2024, ma ancora sotto il ritmo che servirebbe per centrare i target di medio periodo. I volumi, però, ci sono: 1.300.188 nuove elettriche in nove mesi, con il contributo decisivo dei grandi mercati. La Germania corre a +38,3%, il Belgio cresce del 12,4%, i Paesi Bassi del 3,9%. Fa eccezione la Francia, che nel cumulato scivola di un simbolico -0,2%, pur mettendo a segno a settembre un confortante +11,2% su base annua. È la fotografia di un continente dove l’adozione dell’elettrico resta a macchia di leopardo, con fattori locali  infrastrutture, fiscalità, incentivi a fare la differenza.

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Nel frattempo le ibride-elettriche (HEV) consolidano il ruolo di tecnologia di transizione preferita dagli automobilisti europei. Con 2.793.079 immatricolazioni nei primi nove mesi, le HEV conquistano il 34,7% del mercato. Crescono nei quattro mercati chiave: Francia +28,8%, Spagna +28,1%, Germania +10,6%, Italia +9,2%. A settembre la dinamica rimane vivace, con un +15,9% su base annua che conferma come l’ibrido rappresenti la soluzione più immediata per coniugare costi di utilizzo e disponibilità prodotto, senza l’ansia da ricarica.

Molto positiva anche la traiettoria delle plug-in hybrid (PHEV). Le immatricolazioni toccano 722.914 unità YTD, per una quota del 9% contro il 6,9% dello scorso anno. È un segmento tornato attrattivo grazie a modelli più efficienti e a prezzi più centrati, ma anche per la spinta settoriale di flotte e noleggi, che cercano soluzioni in grado di abbattere la CO₂ in città senza rinunciare all’autonomia nei lunghi trasferimenti. Il dato di settembre è eloquente: +65,4% anno su anno, settimo mese consecutivo in accelerazione.

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Sul fronte opposto, la combustione tradizionale cede terreno. La benzina perde il 18,7% su base YTD, con cali marcati in tutti i principali mercati: Francia -32,8%, Germania -23,5%, Italia -16,6%, Spagna -13,2%. La quota benzinascivola così al 27,7% dal 34,4% dell’anno precedente. Va peggio al diesel, che lascia sul campo il 24,7% e si assesta al 9,3% YTD. Anche il confronto di settembre non fa sconti: -7,8% per la benzina e -14,3% per il gasolio. Nel cumulato, benzina+diesel valgono il 37% del mercato, contro il 46,8% del 2024: un travaso strutturale che ormai sembra irreversibile.

Il quadro di insieme racconta un mercato bifronte. Da un lato la tenuta delle vendite totali  quel +0,9% YTD –suggerisce che la domanda non è sparita, semmai si è spostata. Dall’altro, la transizione procede in maniera asimmetrica: le BEV crescono, ma il ritmo non è esplosivo; le HEV dettano l’agenda dell’acquisto quotidiano; le PHEVriemergono grazie alla spinta delle flotte. A fare da volano sono i lanci: le novità di settembre hanno pesato sul +10%mensile e confermano quanto conti l’ampiezza del catalogo, soprattutto nelle fasce di prezzo sotto pressione. Laddove l’offerta è centrata  prodotti convincenti e valore percepito il cliente risponde.

Resta la variabile politica industriale. Senza una cornice stabile di incentivi e obiettivi, l’Europa rischia di correre a più velocità anche nei prossimi trimestri. La rete di ricarica continua a crescere ma con forti divari territoriali, mentre su HEV e PHEV si gioca la partita dell’efficacia reale nella riduzione delle emissioni del parco circolante. Intanto i costruttori adattano la produzione: meno benzina e diesel, più elettrificate, con fabbriche chiamate a flessibilità e saturazione per difendere i margini in un contesto competitivo affollato.

Guardando ai mesi finali dell’anno, l’inerzia di tre rialzi di fila e la pipeline di nuovi modelli dovrebbero sostenere i numeri, ma l’equilibrio resta sottile. Molto dipenderà dalla sensibilità ai prezzi, dal costo del denaro e dalla certezza degli incentivi nazionali. Se la curva delle BEV saprà rafforzarsi sopra il 16,1% e le HEV manterranno il loro ruolo di “ponte” al 34,7%, il 2025 potrebbe chiudersi con un segno positivo più robusto del previsto. La direzione è tracciata: il mercato non si è fermato, si è semplicemente spostato.

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