MINI John Cooper Works e Deus: collaborazione creativa a Milano

Al Deus Café Isola di Milano debutta la collaborazione tra MINI John Cooper Works e Deus Ex Machina: due one-off spettacolari e una capsule collection dallo spirito racing e lifestyle urbano.

Di Eugenio Perego
Auto e Motori

Sotto le luci del Deus Café Isola, quartier generale della cultura custom in città, MINI John Cooper Works e Deus Ex Machina firmano un incontro che profuma di artigianalità, velocità e comunità.

È la presentazione di due one-off pensate come manifesti in movimento: The Skeg, elettrica e solare, e The Machina, grintosa e a combustione, diverse per filosofia ma unite da un’identità precisa. La folla si stringe attorno a The Machina esposta in anteprima – mentre sullo sfondo scorrono grafiche, tavole, tessuti. Non è un semplice unveiling: è la dichiarazione d’intenti di due brand che credono nel potere del design e nella forza delle storie.

«MINI e Deus sono unite da un’anima sportiva e da una genuina passione per i motori, con un approccio lifestyle e una relazione autentica con la community» racconta Federica Manzoni, Head of MINI Italia. Le fa eco Holger Hampf, Head of MINI Design: «Ogni dettaglio è plasmato con precisione e maestria artigianale, accomunato da un linguaggio estetico distintivo e da grafiche iconiche». Parole che si leggono sulle carrozzerie come una firma: la grande “X” bianca sul tetto, simbolo di co-creazione, è l’appuntatura visiva di un progetto che cuce insieme tradizione, innovazione e un pizzico di ironia.

Il telaio è quello di due MINI John Cooper Works: una MINI JCW Electric fino a 190 kW/258 CV, l’altra JCWtermica da 170 kW/231 CV. Ma la scheda tecnica, qui, resta sottovoce. In primo piano c’è il carattere. The Skeg parla la lingua dell’auto elettrica che non chiede permesso: vernice gialla e argento, passaruota larghi, griglia illuminata, spoiler sul tetto. La sua ossessione è la leggerezza: pannelli in fibra di vetro semitrasparente tagliano il peso del 15% e rispondono alla luce come farebbe una tavola in controluce. Il Flex Tip Surf al posteriore lavora come una pinna: legge il flusso d’aria e trasforma la forma in funzione. Dentro è un piccolo surf shop su quattro ruote: vassoi in fibra per le mute, sedili in neoprene idrorepellente, comandi analogici ridotti all’essenziale. Minimalismo non come posa, ma come criterio di verità.

Con The Machina cambiano la frequenza cardiaca e il rumore di fondo. La livrea rosso-bianco-nera aggredisce la luce, i passaruota larghi allungano il passo visivo, i quattro fari supplementari sul cofano sono una citazione dichiarata delle origini rallystiche. Dietro, il diffusore ispirato alla JCW da corsa del Nürburgring incolla l’auto a terra; al centro, lo scarico dà voce al motore con un tono metallico e pulito. Davanti, griglia su misura e cornici traforate dei fari migliorano il raffreddamento, mentre uno spoiler stile Can-Am firma l’omaggio all’epoca in cui l’innovazione in pista piegava i limiti. In abitacolo dominano rosso, bianco e nero; le cinture a 5 punti stringono il pilota, il roll-bar resta a vista, il cruscotto in tessuto cerato racconta una patina vissuta. I toggle switch sono un invito all’azione: zero filtri, solo connessioni meccaniche dirette tra pensiero e gesto.

Il progetto creativo ha il passo di una band affiatata. Accanto al team MINI, Carby Tuckwell guida l’immaginario Deus, chiamando il designer Matt Willey  oggi partner Pentagram, ieri art director del New York Times Magazine – per orchestrare le grafiche. La loro fascinazione per il racing d’epoca era esplosa già nel 2023 con una Mini Cooper S da corsa vestita con il celebre numero 37 di Paddy Hopkirk, memoria viva del Rally di Monte Carlo. Qui, quella cultura visiva ritorna come alfabetizzazione condivisa: numeri, geometrie, contrasti netti che non sono decorazione ma dichiarazione.

A incorniciare le due show car, la capsule collection MINI x Deus porta sulla pelle lo stesso DNA: materiali di qualità, cura sartoriale, tagli funzionali, grafica pulita. È moda che non rinuncia alla funzionalità, pensata per chi passa dal box alla città senza cambiare pelle. La collezione è disponibile online e nei punti vendita DEUS, a conferma di un ponte solido tra motorsport e street culture. Dentro, la grammatica è quella che piace al pubblico di Isola: pezzi che durano, silhouette essenziali, una palette che non insegue i trend ma li anticipa.

Sullo sfondo resta Milano, laboratorio naturale di design italiano e cultura custom. Qui la community non è una platea passiva: commenta, fotografa, condivide, riconoscendosi in un modo di usare l’auto che è anche un modo di abitare la città. Le due MINI JCW non promettono solo prestazioni, ma un lifestyle fatto di mobilità agile, gusto per i dettagli, rispetto per la materia. The Skeg interpreta il presente elettrico con un’energia luminosa; The Machina custodisce la tensione del motorsport con un’attitudine senza compromessi. Insieme, dicono che la personalizzazione non è un capriccio: è cultura del progetto, è capacità di ascoltare i gesti veri di chi guida.

E se la serata scivola via veloce tra un vinile e un flash, resta quella sensazione di cose ben fatte. La bellezza dell’imperfezione di cui parlano i designer non è uno slogan: è l’onestà di superfici che lasciano respirare la mano, di cuciture a vista, di materiali grezzi che dichiarano il proprio carattere. È qui che l’heritage dialoga con il contemporaneo, che la memoria delle cooper da gara diventa progetto per le strade di oggi. Alla fine, tra lo scintillio delle insegne e l’eco dei motori, le due one-off sembrano pronte a scappare in notturna: stile, prestazioni, identità.

Tags:
auto elettricacapsule collectiondesign italianodeus ex machinalifestyle urbano.milano isolamini jcw electricmini john cooper worksmotorsportshow carthe machinathe skeg