Dakar 2026: Defender torna nel deserto con la D7X-R e Peterhansel

Defender sfida il deserto con la D7X-R. Peterhansel guida il team W2RC 2026 su un bolide V8 derivato dalla serie, pronto a dominare la categoria Stock.

di Giovanni Alessi
Motorsport

C’è una linea sottile che separa l’avventura dalla leggenda, ed è tracciata sulla sabbia rovente dei deserti più inospitali del pianeta.

È qui, tra le dune che non perdonano, che il marchio britannico per eccellenza ha deciso di scrivere il suo prossimo capitolo. Defender Rally ha finalmente tolto i veli alla nuovissima Defender Dakar D7X-R, la vettura che avrà l'onere e l'onore di riportare il brand iconico sul tetto del mondo nel W2RC 2026, con un debutto attesissimo il prossimo gennaio alla Dakar, universalmente riconosciuta come la competizione motoristica più estrema esistente. Non si tratta solo di marketing, ma di una prova di forza bruta e resistenza meccanica: oltre 80 ore di guida competitiva spalmate su due settimane e circa 5.000 km di tappe cronometrate.

Il ritorno del mito con un equipaggio stellare

Per affrontare un'impresa di tale portata, non basta un mezzo eccezionale; serve l'esperienza di chi ha reso il deserto il proprio cortile di casa. La scuderia ha calato l'asso schierando una formazione che fa tremare i polsi agli avversari. Al volante della D7X-R ci sarà Stéphane Peterhansel, il "Monsieur Dakar" per antonomasia, navigato da Mika Metge. La loro presenza è una dichiarazione d'intenti inequivocabile: Defender non va alla Dakar per partecipare, ma per lasciare il segno. Accanto alla leggenda francese, il talento non manca: gli equipaggi formati da Rokas Baciuška e Oriol Vidal, insieme a Sara Price e Sean Berriman, completano un tridente d'attacco formidabile. A orchestrare questa sinfonia di pistoni e navigazione ci sarà il nuovo Team Principal, Ian James, supportato da una squadra di ingegneri e meccanici pronti a intervenire nelle condizioni più proibitive.

Cuore di serie, anima da corsa: la rivoluzione della categoria Stock

L'aspetto più affascinante di questa operazione risiede nella filosofia costruttiva della vettura. Dimenticate i prototipi spaziali che condividono con le auto stradali solo il logo sul cofano. Ogni singola Defender Dakar D7X-R nasce sulla stessa catena di montaggio di Nitra, in Slovacchia, da cui escono i modelli che vediamo ogni giorno su strada. Questa scelta non è casuale ma risponde ai nuovi regolamenti FIA per la categoria Stock, lanciati proprio per il 2026. L'obiettivo è chiaro: dimostrare che la robustezza non è un optional aggiunto in officina, ma una qualità intrinseca del progetto originale. La scocca della vettura da competizione deve rimanere fedele alla produzione di serie, un vincolo che trasforma ogni chilometro di gara in un test di affidabilità assoluta per il prodotto commerciale.

La tecnica: V8 biturbo e architettura OCTA

Sotto la pelle, che mantiene la silhouette inconfondibile del fuoristrada britannico, batte un cuore potente e familiare. La D7X-R adotta la medesima robusta architettura della scocca D7x e condivide il layout della cinematica con la Defender OCTA. Ma è alzando il cofano che si comprende la vera natura di questa bestia: a spingerla tra le pietraie e le distese di sabbia ci sarà il V8 biturbo da 4,4 litri, lo stesso propulsore che equipaggia la versione OCTA stradale. Anche questo elemento, per regolamento, non può subire modifiche sostanziali, garantendo che le prestazioni viste in gara siano specchio fedele delle capacità ingegneristiche del marchio. Unica concessione alla modernità ecologica, e alle normative FIA, è l'utilizzo di un carburante sostenibile avanzato, perché anche l'avventura più estrema deve oggi fare i conti con l'impatto ambientale.

Un design scolpito dal deserto

Anche l'occhio vuole la sua parte, specialmente quando si corre a 150 orari in mezzo al nulla. La livrea scelta per la D7X-R è un omaggio visivo all'ambiente che andrà a sfidare. Il design denominato "Geopalette" abbandona le grafiche racing tradizionali per abbracciare una livrea grezza ed elementare, ispirata ai toni della sabbia, della pietra e della terra. È un camouflage naturale che si fonde con i paesaggi aridi della Dakar, interrotto solo da un accenno di "Aqua", un richiamo cromatico alle rare oasi che portano contrasto e chiarezza nella vastità del deserto. Come ha sottolineato Mark Cameron, Managing Director di Defender, questa vettura rappresenta l'originale marchio britannico di avventura, sinonimo di capacità inarrestabile. Secondo Cameron, competere in un rally-raid di questa portata non è solo sport, ma il modo più autentico per mostrare al mondo la robustezza della Defender nelle condizioni più difficili del pianeta. La D7X-R non è solo un'auto da corsa; è la Defender più solida e potente mai costruita, pronta a dimostrare che il limite è fatto per essere superato.

 

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