Porsche, rosso da 1,1 mld $: il Q3 2025 segna la svolta

La casa di Stoccarda chiude il Q3 in perdita vicino a 1 mld €: pesano piano EV ridimensionato, dazi USA e domanda in Cina.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Il dato che accende i fari è secco: Porsche archivia il terzo trimestre con una perdita trimestrale operativa di circa 1,1 miliardi di dollari (pari a €966–967 milioni).

È il primo rosso dalla quotazione e misura l’impatto combinato di un mercato più difficile e di scelte industriali che riposizionano la strategia. La notizia, riportata dalle maggiori testate giornalistiche internazionali , racconta un ribaltamento rispetto all’utile dello stesso periodo 2024.

Dentro il numero c’è una riga che vale più di un titolo: il ridimensionamento del piano EV. Tra gli oneri c’è infatti l’effetto del congelamento di un SUV elettrico in sviluppo, con svalutazioni per ~€1,8 miliardi che il management ha già contabilizzato a fine estate. È un passaggio simbolico e operativo, perché sposta la priorità verso gamme ibrido-plug-in e termiche aggiornate, in attesa di una domanda elettrica più matura e di una filiera batterie più competitiva.

A complicare la ripartenza c’è poi la geopolitica dei prezzi. I dazi USA sulle auto europee si tradurranno in un impatto stimato vicino a €700 milioni nel 2025, un freno che obbliga a rivedere listini e mix, soprattutto sui modelli a più alto contenuto tecnologico. Non è un dettaglio: per un marchio che ha costruito il proprio equilibrio su margini operatividoppi rispetto alla media del settore, ogni punto percentuale fa differenza nella negoziazione con fornitori, rete e lavoratori.

La fotografia dei nove mesi aggiunge profondità: ricavi in calo di circa il 6%, consegne a quota 212.509 e, soprattutto, un utile operativo crollato a €40 milioni. Non è un crollo improvviso, ma la somma di elementi noti: normalizzazione della domanda post-picco, Cina più competitiva sul lusso, maggiore costo del capitale e calendario prodotti in pieno cambio di pelle. Questi dati arrivano dalla Quarterly Statement Q3 2025 pubblicata dalla stessa società.

Dentro la conference call emerge una trama meno emotiva e più industriale. La guida aggiornata indica un margine operativo 2025 compreso tra 0 e 2%, con il 2026 come anno della risalita graduale grazie ai lanci e a un perimetro costi più snello. In parallelo prosegue la disciplina sulla cassa: investimenti focalizzati, riduzione dell’asset base e taglio degli oneri ricorrenti. Una ricetta prudente che, nelle parole del management, punta a difendere valore del brand e prezzi mediin attesa di una domanda EV più prevedibile. Le indicazioni arrivano dai materiali finanziari diffusi a mercato.

La domanda, ora, è se il rosso del trimestre sia un incidente di percorso o l’inizio di una nuova curva. La risposta sta nella capacità di bilanciare velocità di transizione e desiderabilità del prodotto. Porsche ha già mostrato in passato di saper spostare il baricentro senza snaturare l’identità: 911, Cayenne e Panamera ibrida restano i pilastri del conto economico, mentre Macan Electric costruisce una competenza che non va persa. Ma l’elettrico è un terreno dove la scala pesa e dove la volatilità normativa può spostare i conti in un trimestre. Anche per questo l’attenzione ai listini americani, all’elasticità della domanda in Cina e alla disciplina del mix diventa cruciale nei prossimi sei mesi.

C’è infine un messaggio agli appassionati: il risultato non mette in discussione la solidità industriale del marchio, ma chiede tempo alla finanza per riallinearsi al prodotto. Nel breve, la scelta di ridurre l’esposizione a programmi EV non immediatamente redditizi e di difendere i margini con ibridi e termiche evolute è una strada di realismo più che di retromarcia. Se il 2025 sarà davvero l’anno di transizione come lascia intendere la dirigenza lo scopriremo con la risposta del mercato ai lanci e con l’effetto pieno delle misure sui costi. Per ora resta una certezza: dietro una perdita trimestrale ci sono decisioni che provano a evitare perdite di rotta.

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