Porsche: vendite in calo nel primo semestre, boom USA e crollo Cina
Crescono le elettriche e i record in Nord America, ma Porsche soffre il crollo cinese e chiude il semestre in calo del 6% su scala globale.
Nel primo semestre del 2025, Porsche ha messo a segno un risultato ambivalente: brillante sotto il profilo dell’elettrificazione, molto meno sul fronte delle vendite globali.
A fronte di una significativa crescita delle motorizzazioni a zero emissioni, che oggi rappresentano oltre un terzo del mix totale, il brand tedesco ha visto diminuire le consegne complessive del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una frenata causata soprattutto dal crollo del mercato cinese, dove le immatricolazioni si sono ridotte del 28%.
L’industria automotive di lusso sta vivendo un passaggio complesso, in cui l’equilibrio tra innovazione, sostenibilità e redditività si gioca su un filo sottile. Porsche, da sempre considerata un benchmark nel segmento premium, non fa eccezione. Tra gennaio e giugno ha consegnato 146.391 veicoli nel mondo. Di questi, il 36,1% è rappresentato da modelli elettrificati: il 23,5% completamente elettrici, il restante 12,6% ibridi plug-in. Rispetto al 2024, è un balzo netto di oltre 14 punti percentuali. Ma l’entusiasmo per la svolta green si scontra con una geografia commerciale sempre più frammentata.
La Cina perde quota, Nord America ai massimi storici
A preoccupare è il mercato cinese, tradizionalmente uno dei pilastri delle vendite globali Porsche. Nella prima metà del 2025, solo 21.302 veicoli sono stati consegnati nel Paese asiatico, un dato che riflette una caduta verticale. Le cause? Un mix di fattori: rallentamento dell’economia, crisi nel segmento del lusso e l’ascesa vertiginosa di marchi locali, capaci di offrire soluzioni elettriche competitive a prezzi più aggressivi.
Diversa la fotografia in Nord America, dove Porsche ha registrato il miglior semestre della sua storia: 43.577 unità consegnate, +10% rispetto al 2024. A fare la differenza è stata la maggiore disponibilità di prodotto, unita a una gestione intelligente dei listini in risposta alle nuove tariffe doganali. Ottimi risultati anche nei mercati emergenti e d’oltremare, che hanno toccato il record assoluto di 30.158 unità, anch’essi in crescita del 10%.
In Europa, invece, la situazione resta tiepida. Escludendo la Germania, le consegne sono scese a 35.381 unità (-8%), mentre nel mercato domestico si è registrata una flessione del 23%, a quota 15.973 veicoli. Secondo Porsche, il confronto penalizza il 2025 a causa del forte effetto rimbalzo che aveva caratterizzato il primo semestre dello scorso anno.
Macan regina dell’elettrico, Panamera in ripresa
Il modello che ha incarnato più di tutti la transizione elettrica è la nuova Macan. Con 45.137 unità vendute nel semestre, il SUV compatto è stato il veicolo più consegnato dell’intera gamma. Sorprendente il dato sulla versione full electric, che rappresenta quasi il 60% del totale (25.884 esemplari). Nelle regioni extra-UE, dove è ancora offerta la variante a combustione, sono stati venduti 19.253 modelli.
Anche la Panamera, da poco rinnovata e proposta con una gamma di propulsori ibridi plug-in, ha mostrato segnali di vitalità: +13% rispetto al 2024, con 14.975 unità vendute. Segno che, nonostante la concorrenza di altri player premium, il posizionamento alto di gamma della berlina sportiva continua ad attrarre una clientela ben definita.
Icone sotto pressione: 911 e 718 frenano, Taycan attende il rilancio
Meno incoraggianti i dati delle sportive tradizionali. La leggendaria 911 ha totalizzato 25.608 consegne (-9%), una flessione spiegata in parte dal cambio generazionale in corso e dalla coda lunga di vendite del modello uscente lo scorso anno. Peggio ancora i modelli 718 (Boxster e Cayman), scesi del 12% a 10.496 unità, penalizzati dalle nuove normative europee sulla sicurezza informatica, che ne hanno limitato la produzione.
Anche la Taycan, punta di diamante della strategia full electric di Porsche, accusa un leggero calo: 8.302 unità nel semestre, pari a un -6%. L’attesa è ora tutta sul restyling previsto per il secondo semestre, che dovrebbe riportare il modello a livelli di competitività più alti grazie a una maggiore autonomia e nuovi contenuti digitali.
“Valore sul volume”: la strategia resta invariata
Nonostante le difficoltà, Porsche non sembra intenzionata a inseguire i volumi a tutti i costi. La filosofia dichiarata da Matthias Becker, membro del board di Porsche AG con delega a vendite e marketing, è chiara: “In un contesto complesso come quello attuale, resta fondamentale mantenere l’equilibrio tra offerta e domanda. Il nostro obiettivo non è crescere a ogni costo, ma preservare la redditività attraverso prodotti su misura e di valore”.
Una visione coerente con la strategia “valore sul volume” che guida da anni il marchio. Il portafoglio rinnovato e l’approccio modulare alle motorizzazioni – termiche, ibride ed elettriche – offrono a Porsche la flessibilità necessaria per rispondere alle diverse sensibilità dei mercati internazionali. Ma non sarà un cammino facile: la seconda metà del 2025 si preannuncia altrettanto turbolenta.
Per vincere la sfida globale, sarà determinante non solo l’appeal dei nuovi modelli, ma anche la capacità di interpretare rapidamente le dinamiche geopolitiche, normative e concorrenziali. In questo contesto, la Cina resta il sorvegliato speciale, ma anche un’opportunità in attesa di essere riconquistata.