Renault Group testa LXMOTM: densità oltre NMC a costi LFP

Ampere firma un JDA con Stratus Materials sui catodi LXMOTM senza cobalto: obiettivo, celle ad alta densità energetica per veicoli elettrici più accessibili e sicuri.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Nel mosaico della transizione elettrica europea, Ampere  la società del Renault Group dedicata a veicoli elettrici e software  aggiunge una tessera che può spostare gli equilibri.

L’accordo di sviluppo congiunto con Stratus Materialsmira a portare in auto la tecnologia di catodi attivi LXMOTM senza cobalto, una soluzione pensata per unire densità energetica elevata, costi sotto controllo e maggiore robustezza operativa. Non è un annuncio qualunque: dice che in Renault la partita delle batterie non è solo approvvigionamento, ma anche proprietà tecnologica e tempistiche di industrializzazione.

Il primo banco di prova è il nuovo Laboratorio Innovation Cellule Batterie di Lardy, in Francia, dove Ampere sta accelerando la fase di test cella-su-cella per anticipare le rivoluzioni di chimica. LXMOTM entra così nella terza tappa della strategia batterie di Ampere: dopo le soluzioni NMC (nichel-manganese-cobalto) ad alta energia e l’adozione delle LFP (litio-ferro-fosfato) prevista nella gamma Renault, ora si valuta un materiale catodico ad alta densità energeticasenza cobalto in grado di combinare prestazioni e sostenibilità industriale.

Il punto cruciale è tecnico ma semplice da spiegare. Secondo le aziende, le celle basate su LXMOTM possono offrire una densità energetica pari o superiore alle migliori NMC, mantenendo però una tolleranza allo stress e una prevedibilità d’uso paragonabili alle LFP. A livello di sistema — cioè guardando al pacco batteria completo, non solo alla cella — questa combinazione apre la strada a densità anche molto superiori rispetto a pacchi NMC e LFP, con potenziali vantaggi su progettazione, volumi occupati, massa e, soprattutto, costi.

Per il cliente finale tutto si traduce in tre parole chiave da sempre ricercate nell’auto elettrica: autonomia, sicurezza, prezzo. Se un catodo senza cobalto garantisce più energia a parità di peso, il costruttore può scegliere se aumentare la percorrenza a ogni ricarica o ridurre la capacità mantenendo la stessa autonomia, alleggerendo il veicolo e abbassando il listino. La maggiore stabilità termica e la migliore tolleranza allo stress promettono, inoltre, una finestra operativa più ampia in condizioni reali, dalle autostrade d’agosto ai climi rigidi, senza penalizzare la durabilità.

C’è poi il tema, forse il più strategico, della supply chain. Eliminare il cobalto dai catodi riduce dipendenze critiche, complessità contrattuali e volatilità dei prezzi delle materie prime. Per un gruppo come Renault — impegnato a democratizzare l’EV in Europa — vuol dire mitigare i rischi industriali e ambientali lungo l’intero ciclo di vita, dalla cella al riciclo. È la logica della “scalabilità sostenibile”: produrre di più e meglio, con meno vincoli e maggiore controllo sul valore aggiunto.

Dal lato industriale, la valutazione che Ampere conduce a Lardy è la più concreta possibile: verificare che la chimica LXMOTM mantenga promesse di alta densità energetica e robustezza quando si passa dalla provetta alla linea pilota. Significa misurare resistenza ai cicli, prestazioni ai diversi stati di carica, risposta alle alte potenze in ricarica, compatibilità con i sistemi di gestione (BMS) e con l’architettura veicolo. Solo dopo questi step potranno arrivare le decisioni su integrazione in piattaforma e roadmap di fornitura.

Le dichiarazioni dei protagonisti aiutano a leggere la direzione. Per Ampere, come spiega il management tecnico, l’interesse verso materiali senza cobalto ad alta densità energetica nasce dal bilanciamento tra prestazioni, costo, sicurezza e vita utile. Per Stratus Materials, come sottolinea l’amministratore delegato Jay Whitacre, la selezione di LXMOTM da parte di Ampere e Renault è un passaggio decisivo verso la scalabilità: il JDA non è un semplice memorandum, ma un cantiere aperto che guarda all’implementazione su veicoli di grande serie.

In controluce c’è la competizione globale. Mentre l’industria si divide tra l’efficienza delle NMC e la convenienza delle LFP, la corsa alla “terza via” — alta energia e senza cobalto — diventa terreno d’innovazione dove l’Europa vuole giocare d’attacco. Se la validazione in Lardy confermerà i target, Ampere avrà in mano un tassello per auto elettriche più leggere, performanti e meno costose, con un vantaggio competitivo immediato su listini, autonomia reale e rapidità di ricarica.

Naturalmente, restano tappe da superare: qualificazione dei fornitori, accordi di lungo periodo per le materie prime, ingegnerizzazione dei processi, allineamento con le normative e con i target di riciclabilità. Ma l’impianto è chiaro. Portare LXMOTM in vettura non significa inseguire un record di laboratorio: significa ricalibrare il mix tecnologico del Renault Group per una gamma che comprenda citycar, compatte e veicoli di segmento superiore con un’unica bussola, l’efficienza economica percepita dal cliente.

Se l’elettrico europeo vuole crescere davvero, deve promettere di più spendendo meno. L’accordo tra Ampere e Stratus Materials parla esattamente questa lingua: batterie senza cobalto ad alta densità energetica testate nel cuore dell’ingegneria Renault, a Lardy, per veicoli elettrici con più autonomia, più sicurezza e prezzi più vicini alle aspettative del mercato di massa. È una scommessa ambiziosa, ma coerente con l’obiettivo di mantenere in Europa il controllo delle tecnologie chiave della mobilità.

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