Stellantis-CRF protagonista al “Towards the Sustainable Vehicle Era”: la 500e diventa laboratorio di mobilità sostenibile
Al Politecnico di Torino prototipi e ricerca Stellantis-MOST accelerano l’auto elettrica: più efficienza, meno terre rare, termica intelligente.
Per tre giorni il Politecnico di Torino è diventato un cantiere a cielo aperto della transizione automotive.
La terza edizione di “Towards the Sustainable Vehicle Era” ha riunito ricercatori, industrie e stakeholder internazionali con un obiettivo pratico: capire quali tecnologie possano rendere l’elettrificazione davvero competitiva e coerente con la decarbonizzazione. Non slogan, ma prototipi e numeri, in un dialogo diretto tra chi sviluppa conoscenza e chi deve portarla su strada, dentro prodotti accessibili e affidabili.
Pista 500: prototipi che parlano italiano
Il via ufficiale del 17 novembre, alla Pista 500 del Lingotto, ha avuto il sapore delle prove generali del futuro. In mezzo ai dimostratori, quello firmato Stellantis-CRF ha acceso i riflettori perché parte da una base concreta, la Fiat 500e, e lavora su un tema che ogni guidatore di elettrica conosce bene: la gestione termica. Il dimostratore adotta una pompa di calore indiretta avanzata e compatta, progettata per massimizzare il comfort in abitacolo e ottimizzare il bilancio energetico complessivo. In altre parole, scalda e raffredda meglio spendendo meno energia, e contemporaneamente gestisce il raffreddamento dei componenti chiave. È il tipo di innovazione “invisibile” che però si traduce subito in autonomia più stabile, soprattutto nelle stagioni difficili.
Il workshop: dalla batteria ai motori senza terre rare
Il 18 novembre il baricentro si è spostato nel cuore accademico del Politecnico. Il workshop dedicato alle tecnologie per l’elettrificazione ha messo insieme competenze diverse, dall’elettronica di potenza ai materiali, dal software ai sistemi veicolo. Qui Marco Tonetti, Tech Research South Europe Coordinator, ha presentato lo studio “Joint Research for a Sustainable Electrified Mobility Future”, raccontando i progetti congiunti tra Stellantis-CRF e l’università. Il messaggio è arrivato netto: la sfida non è solo migliorare le batterie, ma costruire un ecosistema completo. Per questo la ricerca si concentra su batterie avanzate, su convertitori di potenza ad elevata efficienza e costo ottimizzato e su motori elettrici senza magneti permanenti e terre rare, che riducono dipendenze strategiche e impatti ambientali lungo la filiera.
MOST: termica predittiva e BMS wireless
La chiusura del 19 novembre ha portato in scena MOST, il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, e in particolare lo Spoke 2 “Sustainable Road Vehicle”, dove Stellantis-CRF ha un ruolo di primo piano. Patrizio Turco ha illustrato tre progetti che guardano alla prossima generazione di piattaforme elettriche. Il primo riprende il tema termico: una pompa di calore compatta con refrigerante naturale, capace di raffreddare efficacemente i componenti del veicolo e di ridurre l’impatto ambientale, anticipando le normative future. Il secondo è una gestione termica predittiva integrata con il navigatore: l’auto usa il percorso impostato per preparare in anticipo batteria e abitacolo, grazie a un controllo basato su Model Predictive Control, così da tagliare i consumi nei tratti più impegnativi. Il terzo progetto riguarda il cuore energetico dell’EV: un nuovo pacco batteria con contattori a stato solido e Battery Management System wireless, soluzione che riduce peso e cablaggi e apre la strada al riutilizzo in applicazioni di seconda vita, come gli accumuli per le rinnovabili.
Un ponte stabile tra università e industria
Il filo che lega queste tre giornate è la collaborazione. La mobilità sostenibile non si costruisce con un’unica svolta tecnologica, ma con tante innovazioni che si incastrano tra loro: termica intelligente, elettronica efficiente, software predittivo, materiali meno critici. “Towards the Sustainable Vehicle Era” ha mostrato come Torino stia lavorando esattamente in questa direzione, con prototipi che nascono in laboratorio ma parlano già il linguaggio dell’industrializzazione. È un segnale chiaro per il settore: il futuro dell’elettrico passa da qui, dal dialogo continuo tra ricerca pubblica e industria.