Stellantis ridisegna il vertice: le nuove nomine verso il 2026

Raffica di nomine nello Stellantis Leadership Team: focus regionale, Maserati in primo piano e spinta su produzione e design in vista della strategia 2026.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Non è un rimpasto qualunque: è un messaggio al mercato.

Con una serie di nomine che ridisegnano la catena di comando, Stellantis prepara il terreno alla presentazione della sua strategia aggiornata nel 2026. L’operazione punta a rendere più chiari responsabilità e perimetri, rafforzando i presìdi nei cluster chiave e mettendo al centro il valore dei marchi. Al cuore del nuovo disegno c’è Emanuele Cappellano, nominato Head of Enlarged Europe and European Brands oltre all’attuale responsabilità di Stellantis Pro One: una scelta che unisce governance regionale e presidio del business dei veicoli commerciali. È un accentramento ragionato: la coerenza fra gamma, reti e pricing, in un continente ad alta complessità regolatoria, è la leva che può fare la differenza.

Su questo asse si innesta la mossa che riguarda Jean-Philippe Imparato, che si dedicherà a tempo pieno ai miglioramenti delle performance di Maserati, confermato CEO, e a Stellantis & You, con riporto diretto a Cappellano. La lettura industriale è limpida: la casa del Tridente ha bisogno di velocità decisionale e focus sul prodotto per consolidare margini e posizionamento, mentre la rete retail è chiamata a tradurre l’identità dei brand in esperienza d’acquisto misurabile, anche nell’era digitale. In altre parole, meno dispersione, più ossessione per la redditività e per il valore del marchio.

La regia globale cambia volto anche a Sud. Herlander Zola, finora alla guida delle operazioni commerciali in Brasile e dei LCV per il Sud America, assume la leadership dell’intera regione Sud America, succedendo a Cappellano. È un passaggio che premia la continuità sul campo: competenza di prodotto, sensibilità ai cicli economici locali, capacità di leggere i mix fra termico, flex-fuel ed elettrico. In parallelo, Samir Cherfan entra nello SLT mantenendo la responsabilità su Medio Oriente e Africa e sulla micromobilità: un doppio perimetro che intreccia mercati ad alto potenziale di crescita con nuove forme di mobilità leggera, cruciali per l’accesso urbano e per i costi totali di esercizio.

Gli equilibri si spostano anche a Est. Grégoire Olivier, finora alla guida della strategia Cina, diventa capo della regione Cina e Asia-Pacifico ed entra nello SLT. Qui la sfida è nota: competere in un’arena dove velocità di sviluppo, integrazione software e scala produttiva sono requisiti minimi. La mossa segnala la volontà di presidiare la filiera locale con decisioni rapide, alleanze mirate e un’offerta a misura di cliente APAC.

Sul fronte industriale, la novità più simbolica riguarda la manifattura. Francesco Ciancia entrerà in Stellantis da Mercedes-Benz come Global Head of Manufacturing a partire dal 1° novembre, mentre Arnaud Deboeuf lascerà l’azienda nella stessa data per nuove opportunità. Il mandato è esplicito: efficienza, qualità, flessibilità degli impianti in un portafoglio multi-energia dove l’ottimizzazione dei costi e la resilienza delle supply chain sono determinanti. La qualità percepita dal cliente, oggi, si gioca in fabbrica quanto in concessionaria.

Identità e desiderabilità dei marchi passano invece dalle matite e dai pixel del Design. Ralph Gilles entra nello SLT come Global Head of Design: un profilo abituato a dare forma a icone e a orchestrare linguaggi coerenti tra brand diversi. In un gruppo che abbraccia tradizioni e sensibilità lontane, il design è un’architettura di significati prima ancora che di superfici: serve per distinguersi nel feed infinito di immagini e per costruire valore oltre la scheda tecnica.

Non tutte le pagine sono nuove: Philippe de Rovira, già a capo della regione congiunta Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa, lascia il gruppo per intraprendere nuovi percorsi professionali, come reso noto a luglio. Le transizioni di leadership fanno parte del ciclo vitale di un’azienda globale; ciò che conta è che la rotta resti leggibile. E la rotta, nelle parole del top management, è proprio questa: «stiamo promuovendo talenti eccezionali e affinando l’attenzione regionale», ha sottolineato Antonio Filosa. Il messaggio, al netto dei ruoli, è la promessa di una Stellantis più veloce, più vicina ai mercati, più focalizzata sui pilastri che generano cassa.

In controluce, si intravede il cantiere che porterà alla strategia 2026: centralità delle regioni, forte ownership sui brand, attenzione maniacale alla qualità e a un’industria capace di cambiare passo senza perdere efficienza. Le nomine di oggi non risolvono da sole la complessità del settore — pressione sui prezzi, normative ambientali, concorrenza cinese — ma disegnano un organigramma che prova a trasformare la complessità in trazione. È lì che si giudicherà l’esito: nella capacità di far convivere performance e identità, scala e carattere. Perché la vera competitività, nel 2026 come oggi, abita dove le decisioni arrivano in fretta e nel posto giusto.

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