Stellantis valuta la cessione di Free2move: svolta nel car sharing

Stellantis esplora la cessione di Free2move per riorientare capitali su attività più redditizie. Ecco numeri, logica industriale e scenari.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Nel lessico della finanza industriale, discontinuità è spesso sinonimo di riallocazione del capitale.

È il contesto in cui si muove Stellantis, che secondo varie ricostruzioni sta valutando la cessione di Free2move, la piattaforma di car sharinge servizi di mobilità acquisita e ampliata anche grazie all’integrazione di Share Now. I colloqui con potenziali acquirenti sono preliminari e non preludono automaticamente a una transazione: la scelta dipenderà da prezzo, condizioni e coerenza con il nuovo indirizzo strategico.

Il nodo è il rendimento del capitale. Negli ultimi anni Free2move ha mostrato trazione operativa: tra il 2021 e il 2024 la società ha registrato un CAGR dei ricavi del 99% e ha raggiunto la redditività, sostenendo l’espansione attraverso una piattaforma multi-verticale che spazia dal car sharing al subscription renting fino a un’offerta SaaS per partner e dealer. Un profilo in crescita, ma che resta capitale-intensivo e sensibile ai cicli macro e regolatori nelle grandi città. Per Stellantis, che deve finanziare la transizione EV–software e consolidare i ritorni nei mercati core, monetizzare un asset non strategico nel breve potrebbe risultare razionale.

Sul piano industriale, la vendita di Free2move segnerebbe una virata: meno esposizione ai servizi di mobilità condivisae più focus su margini di prodotto, gamma, software e servizi a valore alto legati al veicolo connesso. In quest’ottica, l’eventuale exit libererebbe cassa e ridurrebbe volatilità gestionale, con un beneficio indiretto sull’utilizzo degli impiantie sull’esecuzione delle priorità di prodotto. Allo stesso tempo, l’uscita dal car sharing trasferirebbe a terzi le curve di apprendimento su utilizzo flotta, pricing dinamico, tassi di occupazione e gestione urbana dei veicoli, ambiti dove Free2move aveva costruito know-how.

Resta da capire quanto vale Free2move sul mercato. La metrica tradizionale (multipli su ricavi e margine operativo) si scontra con la natura piattaforma del business e con i cicli ancora acerbi della mobilità a consumo. L’integrazione di Share Now, completata nel 2024, ha portato massa critica e una rete europea più profonda, un fattore che può alzare i multipli se l’acquirente è industriale e punta a sinergie di flotta, tecnologia e acquisizione clienti. Ma la sensibilità a capex e regolazione urbana potrebbe comprimere l’appetito dei fondi puramente finanziari.

Per clienti e città, l’eventuale passaggio di mano non dovrebbe tradursi in un’interruzione del servizio nel breve: di norma i contratti con le municipalità prevedono clausole di continuità e tempi tecnici di rebranding o coesistenza dei marchi. Il vero effetto si gioca sulla strategia commerciale: tariffazione, mix tra uso a minuti e abbonamenti, densità delle zone operative, rapporto con i dealer per i programmi di subscription e rent evoluto. Qui la mano dell’acquirente potrebbe incidere in modo visibile già nei primi trimestri post-closing.

C’è infine un tema di posizionamento del gruppo. Il progetto Dare Forward aveva assegnato alla mobilità servizi un ruolo di diversificazione e di ponte verso il mondo connesso. Una cessione non contraddice necessariamente quella visione: può rappresentare un riordino del perimetro per rafforzare i pilastri a più alta redditività e ritornare, in futuro, a modelli asset-light di partnership. L’alternativa è un’operazione parziale (minoranza o JV), che darebbe a Stellantis flessibilità finanziaria mantenendo l’accesso a dati, utenze e use case del car sharing. Al momento, tuttavia, la pista più accreditata resta quella della discussione esplorativa, senza certezze su tempi e controparte.

Se Stellantis venderà Free2move, l’ago della bilancia sarà la valutazione e la coerenza con le priorità del piano industriale. Per il mercato, sarebbe un segnale di disciplina sul capitale; per gli utenti, un possibile cambio di governance con impatti su prezzi, copertura e qualità del servizio. Per ora, però, c’è una sola certezza: la cessione non è ancora avvenuta.

Tags:
car sharingcessionefree2moveredditivitàstellantisstrategia industriale