Volkswagen: utili in picchiata nel 2025, EV e dazi USA sotto accusa

Volkswagen tiene nei volumi globali e cresce in Europa negli EV, ma sconta dazi USA e margini ridotti: utili operativi giù del 33% nel primo semestre.

Redazione Motori
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Il primo semestre 2025 del Gruppo Volkswagen restituisce l’immagine di un colosso automobilistico in piena trasformazione.

Da una parte, la strategia di riposizionamento si traduce in un incremento degli ordini, soprattutto in Europa, dove il gruppo consolida la leadership nei veicoli elettrici con una quota di mercato del 28%. Dall’altra, però, i margini operativi si assottigliano, schiacciati tra l’aumento delle vendite EV a basso margine e l’impatto dei dazi statunitensi, facendo scendere l’utile operativo a 6,7 miliardi di euro, il 33% in meno rispetto al primo semestre 2024.

A pesare sui conti sono in particolare i 1,3 miliardi di costi legati ai dazi USA, le spese per le ristrutturazioni interne (pari a 700 milioni) e le pressioni regolatorie sulle emissioni. In questo scenario, il margine operativo si ferma al 4,2%, in netto calo rispetto al 6,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Eppure, il CEO Oliver Blume mantiene una visione costruttiva: “Abbiamo fatto progressi significativi in design, tecnologia e qualità. Le vendite sono stabili e la domanda resta solida. La nostra offensiva di prodotto continuerà a sostenere la crescita nel secondo semestre”.

Europa EV: +62% di ordini, America in frenata

Nel complesso, le vendite globali di veicoli hanno segnato una lieve crescita, a 4,36 milioni di unità (+0,5%), spinte in particolare dai mercati sudamericano (+19%) e centro-orientale europeo (+5%). Il Vecchio Continente ha tenuto bene (+2%), mentre la Cina ha registrato un calo del 3% e il Nord America è crollato del 16%, proprio a causa dei dazi. A livello europeo, però, Volkswagen registra un importante successo: gli ordini per auto 100% elettriche crescono del 62% rispetto al primo semestre 2024. Modelli come la VW ID.7 Tourer, la Cupra Terramar, la Skoda Elroq, l’Audi Q6 e-tron e la nuova Porsche 911 si confermano driver chiave di questa crescita.

Cash flow negativo e investimenti in EV e software

Sul piano finanziario, i numeri raccontano una fase di sforzo strategico. Il flusso di cassa netto dell’area Automotive è negativo per 1,4 miliardi di euro, contro un dato positivo da 400 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso. Una contrazione spiegabile con i costi dei dazi USA, le ristrutturazioni interne e l’acquisizione di quote Rivian per 900 milioni di euro. Tuttavia, migliora il capitale circolante netto, segno che la gestione della liquidità resta sotto controllo. Le previsioni per l’intero 2025 sono state riviste al ribasso: ricavi stabili rispetto al 2024 (quando erano cresciuti del 0,7%), margine operativo atteso tra il 4% e il 5% e flusso di cassa netto tra 1 e 3 miliardi.

Il CFO Arno Antlitz è chiaro: “I numeri mostrano un quadro complesso. Ma al di là dei margini, ciò che conta è la cassa. Per questo dobbiamo accelerare i programmi di efficientamento”.

Skoda brilla, Porsche frena, TRATON soffre

Guardando alle singole business unit, si distinguono alcune performance opposte. Il Core brand group (Volkswagen, Skoda) ha migliorato l’efficienza e ha chiuso il semestre con un margine del 4,8%, spinto in particolare da Skoda, che ha registrato un utile operativo record da 740 milioni e un margine dell’8,5%. La divisione Progressive (Audi, Cupra) soffre per i costi di transizione e le tariffe USA, scendendo al 3,3% di marginalità. Il comparto lusso Sport Luxury – trainato da Porsche – mostra un arretramento: vendite a 135.000 unità (-11%), ricavi in calo a 16,1 miliardi e utile dimezzato a 832 milioni. A pesare sono gli oneri straordinari legati alle attività su batterie, dazi e riorganizzazioni.

Anche TRATON, la divisione dei veicoli commerciali, subisce il rallentamento della domanda, soprattutto in Nord America e Brasile: ricavi giù del 7% a 21,2 miliardi, utile operativo in flessione del 39%. In controtendenza invece Volkswagen Group Mobility, che cresce del 6% nei ricavi e tocca 1,8 miliardi di utile operativo grazie all’ampliamento del portafoglio contratti.

Focus su elettrico, software e sostenibilità

Nel frattempo, Volkswagen prosegue nella trasformazione industriale verso l’elettrificazione e il software-defined vehicle. CARIAD, la divisione software del gruppo, ha aumentato il fatturato del 30%, pur mantenendo una perdita operativa di 1,2 miliardi, in linea con il 2024. La società conferma tuttavia il miglioramento progressivo e ribadisce che il focus nei prossimi trimestri resterà su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, con un investimento complessivo in Ricerca e Sviluppo e CAPEX previsto tra il 12% e il 13% del fatturato Automotive.

Una transizione sotto pressione ma con direzione chiara

Il semestre di Volkswagen è il riflesso di un’intera industria in bilico tra futuro e presente. Le pressioni sui margini legate agli alti costi dell’elettrificazione, i dazi USA e la volatilità globale non impediscono al gruppo di confermare la sua centralità sul mercato europeo e la solidità dell’impianto industriale. L’Europa resta il motore dell’elettrico, la Cina impone cautela e gli Stati Uniti pongono nuovi ostacoli. Ma con 4,36 milioni di auto vendute in sei mesi, una pipeline di nuovi modelli promettente e una leadership chiara sulla mobilità elettrica in Europa, il cammino di Volkswagen verso una nuova era della mobilità resta tracciato. Anche se, mai come oggi, sarà il bilancio del secondo tempo a fare davvero la differenza.

 

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