Antonella Viola, la Covid star tagliata fuori da tutti resta senza seggio

Antonella Viola aspirava probabilmente a qualche seggio in Parlamento, come ogni brava Covid star che si rispetti

Di Giuseppe Vatinno
antonella viola
Politica
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Elezioni... e invece niente: quei cattivoni di politici l’hanno tagliata fuori senza possibilità di replica 

Di Antonella Viola, virologa tarantina di nascita e padovana per professione, avevamo parlato qualche giorno fa a proposito della sempre funzionante commistione libraria di sesso e cucina (clicca qui per leggere l'articolo). 

Ma ora ne riparliamo volentieri perché la virologa, prezzemolosa come non mai, aspirava probabilmente a qualche seggio in Parlamento, come ogni brava Covid – star che si rispetti. E invece niente. Quei cattivoni di politici l’hanno, come si dice in gergo, tagliata fuori senza possibilità di replica.

La Viola (non il fiore), famosa per la erre moscia che fa tanto Ferrero Rocher e per il fastidioso intercalare, “noi scienziati” (come se lei facesse parte di una setta di iniziati) ci sperava proprio, analogamente all’altro grande tagliato fuori Matteo Bassetti.

Eppure c’è stato un momento che la sua telegenicità e il suo essere indubbiamente una donna di aspetto assai gradevole, l’avevano posta all’attenzione di tutti. Si era a suo tempo anche parlato di un suo possibile impegno politico giovanile che però poi lei smentì anche se in maniera non convinta e soprattutto non convincente.

Ora, dopo il triste epilogo della candidatura non avuta, avrà tutto il tempo di scrivere un altro libro dal titolo grifagno che so, magari “La vita sessuale segreta dei virus” o qualcosa del genere.

Lasci stare le difficoltà e i patemi della politica e si accontenti del ruolo professionale che ha raggiunto senza tentare voli pindarici.

La politica è una severa maestra. Illude, lede e sfugge. Meglio continuare a osservare quei dannati esserini al microscopio e a inventare nuovi e più efficaci modi per distruggerli.

La politica inganna e travia. Un po’ come la televisione di cui i virologi sembrano non potere più fare a meno, tanto che li chiamano ormai tutti Covid –star. Per loro il tubo catodico è una ambrosia, una droga, uno stato di coscienza.

L’ego si nutre del nettare catodico ma avvelena l’anima, proprio come la politica. Sia contenta così. Intanto non corre il rischio di fare l’umarell come Massimo Galli, in pensione e senza scranno pure lui.