Brunetta idolo di Calenda e centristi Pd. Polo anti-sovranista pro Draghi

L'unico ostacolo al progetto centrista sono le continue liti tra il leader di Azione e Renzi

Politica
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L'intervista di Renato Brunetta 'scalda' le chat dei parlamentari 'centristi'. C'è chi annovera già il ministro azzurro, a quanto si riferisce, come 'uno dei nostri'. Quel 'liberiamoci dai sovranisti' lanciato da Brunetta suona come musica alle orecchie di quanti lavorano per la composizione di un'area liberale ed europeista e scommettono - o almeno sperano- sulla scomposizione del centrodestra a trazione sovranista. Brunetta non arriva a dire cosa farà se Silvio Berlusconi dovesse confermare, anche dopo febbraio, l'alleanza con Salvini e Meloni. Ma ad oggi tanto basta per registrare parole di apprezzamento da Carlo Calenda, Ettore Rosato, il dem Andrea Marcucci. "Mi pare che in una parte di Fi -scrive il leader di Azione su twitter- stia maturando la consapevolezza che con i Sovranisti non si governa. Spero che il Pd riuscirà a fare lo stesso. Almeno nei confronti dell'ala più estrema dei 5S. Buone notizie".

E Marcucci: "Lo scenario evocato dal ministro Brunetta nella sua intervista di oggi è molto interessante. I tre grandi filoni (socialista, popolare e liberale) della tradizione politica italiana possono servire a superare definitivamente la stagione del populismo e del sovranismo. C'è davvero bisogno che tutti i partiti siano all'altezza di Mario Draghi''. Dice il presidente di Iv, Ettore Rosato, all'Adnkronos: "Mi sembra che Brunetta dica cose sagge. E mi aspetto che diventino le politiche di Berlusconi, l'asse che spinge Berlusconi nel suo impegno politico a rompere definitivamente con le tentazioni di una destra che veramente non può dare risposte al Paese per impegnarsi in un fronte moderato, liberale e riformista".

Per il coordinatore dei sindaci Pd, Matteo Ricci, "c'e' un grande disagio, lo dimostrano le parole di Brunetta, nella parte moderata del centrodestra che vuole essere piu' libera rispetto all'abbraccio dei sovranisti". Per questo, rimarca il sindaco dem di Pesaro, una nuova legge elettorale "permetterebbe all'area popolare di organizzarsi in modo autonomo". Ricci, come altri nel Pd, guarda al proporzionale ma in assenza di una riforma "al momento non c'è scampo, bisogna costruire una coalizione ampia" visto che nel Rosatellum c'è una parte maggioritaria. Ma se sulla 'coalizione ampia' di cui parla Ricci -ovvero quella da Calenda a Conte sostenuta da Enrico Letta- pesano già veti e controveti, anche il possibile cantiere del 'terzo polo' arranca.

E c'è chi vede nei "continui diverbi dei due principali azionisti", ovvero Renzi e Calenda, il principale ostacolo. "Renzi -argomenta Rosato- non ha niente contro Calenda. Lo ha nominato Rappresentante permanente dell'Italia in Ue, lo ha nominato ministro, lo ha sostenuto con convinzione a Roma... perchè dovremmo essere contrari ad occuparci insieme delle politiche per l'Italia? In politica non ci si sceglie solo tra simpatici. Un progetto di questo tipo nasce con la generosità e noi la generosità la metteremo tutta". Tra chi lavora a uno sbocco di questo tipo si scommette su un'accelerazione a ridosso dell'elezione del presidente della Repubblica. Connessa con la variabile di eventuali progressi sulla legge elettorale dopo la chiusura della partita del Quirinale.