Brunetta: “Lavoratori pubblici in presenza sono essenziali per la ripresa"

Il Ministro ad Affaritaliani: “Basta con l’organizzazione bricolage”

Politica
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Il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta difende la scelta di far tornare a lavorare in ufficio le lavoratrici e i lavoratori della PA. Affaritaliani lo ha intervistato a margine del Forum Ambrosetti in corso alla Villa D’Este di Cernobbio.

“Siamo al 6% di crescita, siamo in pieno boom economico. Il Bonus 110% per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, grazie alla semplificazione drastica varata con il decreto legge 77, ha avuto un boom e continuerà a funzionare.  Io mi chiedo se in una fase come questa a questo Paese serva o meno una Pubblica Amministrazione totalmente efficiente, il più possibile efficace. E la mia risposta è sì, serve ed è assolutamente necessaria – afferma ad AI - ".

“Lo smart working, - continua il Ministro -  è stata una straordinaria esperienza ma guardiamo come è stato fatto: senza un contratto sul lavoro in remoto, senza strumenti dedicati (ci si è arrangiati come si è potuto ed è stato un vero miracolo), senza garanzie di sicurezza informatica. È stato un fenomeno spontaneistico. Ora l’emergenza sta rientrando grazie a vaccinazioni e green pass. La scuola è tornata in presenza, in presenza è tutto il mondo della sanità, in presenza è tutto il mondo delle forze di sicurezza dai Carabinieri alla Polizia alla Guardia di Finanza. Non vedo perché la pubblica amministrazione debba essere discriminata. Non vedo perché la burocrazia debba essere esclusa. Anzi, è fondamentale che segua passo passo la ripresa del Paese. Dalla burocrazia dipendono le autorizzazioni, le pensioni, i permessi e quant’altro. Quindi è fondamentale che la macchina della pubblica amministrazione torni a girare al massimo. Non possiamo pensare di continuare lo smart working senza un contratto specifico che regoli il lavoro in remoto. E lo stiamo preparando. In due mesi sarà pronto. A questo si aggiunge il processo di svecchiamento della pubblica amministrazione, stiamo procedendo all’assunzione di 120mila giovani. E questi neo assunti dove li mettiamo? A casa loro con il loro PC a lavorare da remoto? Una volta normato, una volta che avremo le banche date sicure e condivise, una volta che riusciremo a smaltire gli arretrati spaventosi allora potremo affiancare lo smart working al lavoro in presenza con nuove piattaforme informatiche, con regole e contratti definiti. Oggi la legge prevede comunque la possibilità di far lavorare da remoto il 15% dei lavoratori pubblici. Ma non è concepibile, in questa fase, continuare con questa ‘organizzazione bricolage’ che è stata un piccolo miracolo italiano ma cbe non può continuare a vivere sull’improvvisazione”.