Ddl femminicidio, scontro maggioranza-opposizioni in Parlamento. Dopo le proteste arriva l'ok unanime: è legge

Che cosa è successo

di Salvatore Isola
Giornata contro la violenza sulle donne: la manifestazione a Milano (LaPresse)
Politica

Schlein vs Meloni: "L'ho sentita, rispetti gli accordi"

"Sono venuta a fare il mio dovere a votare questo reato sul femminicidio perchè sono una persona che rispetta gli accordi perchè penso che questo una forza responsabile deve fare: cioè rispettare gli accordi. Auspico che anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, faccia rispettare gli accordi". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, lasciando l'Aula della Camera dopo aver votato il ddl sul Femminicidio. Schlein ha detto di aver già sentito la premier "proprio per chiederle di rispettare gli accordi" senza però rivelare la risposta di Meloni: "questo dovete chiederlo a lei". 

"Sulla legge sul consenso - ha proseguito Schlein - abbiamo votato all'unanimità dopo aver raggiunto un accordo su un testo meno di una settimana fa. Quindi siamo venuti qui e, da forza responsabile di governo, abbiamo votato la legge sul femminicidio, pur non essendo perfetta". Ma, ha fatto osservare la leader dem, "abbiamo raggiunto un compromesso così come fatto su quella sul consenso. Auspico che anche la premier faccia rispettare quell'accordo perchè sarebbe grave se sulla pelle delle donne si facessero rese dei conti post elettorali all'interno della maggioranza". 

Alla Camera ok unanime al ddl femminicidio, è legge

 La Camera dei deputati ha approvato all'unanimità il ddl femminicidio che, in questo modo, diventa legge. Il provvedimento che quest'estate anche al Senato aveva incassato un via libera bipartisan, introduce all'interno del codice penale il nuovo articolo 577-bis sul reato di femminicidio. Si tratta di una fattispecie specifica di omicidio che prevede l'ergastolo per chiunque provochi la morte di una donna per discriminazione, odio o prevaricazione o mediante atti di controllo, possesso o dominio. 

Camera va avanti sul ddl femminicidio, dichiarazioni di voto tra le polemiche. Opposizioni: “Accordo tradito”

Sono iniziate, tra forti tensioni politiche, le dichiarazioni di voto nell’Aula della Camera sul ddl femminicidio. Nonostante lo stop al Senato del ddl stupri – il testo gemello che introduce la norma sul consenso – l’opposizione conferma che si andrà comunque al voto, pur denunciando il "comportamento incoerente" della maggioranza e "l'accordo tradito".

Le opposizioni avevano chiesto di sospendere l’esame dopo che, a Palazzo Madama, Lega, FdI e FI hanno chiesto un ulteriore approfondimento sul ddl consenso, approvato alla Camera all’unanimità la scorsa settimana.

La richiesta di sospensione è stata però respinta dall’Aula, nonostante il pressing di Avs, Iv, Pd e M5S. "serve capire se l’accordo esiste ancora", ha dichiarato Marco Grimaldi (Avs), chiedendo di fermare il testo "finché la ministra Roccella e i capigruppo del Senato non chiariranno cosa stia accadendo".

Caos ddl, le reazioni: “Voltafaccia gravissimo”

Durissime le reazioni politiche. Maria Elena Boschi parla di "voltafaccia gravissimo", accusando la maggioranza di aver "rinnegato la parola data". "Un arretramento incomprensibile", aggiunge la dem Michela Di Biase, relatrice del testo alla Camera. La relatrice al Senato, Giulia Bongiorno, tenta di rassicurare: "Audizioni mirate e rapide, il testo andrà avanti".

Il nodo riguarda il comma sui casi di “minore gravità”, su cui il centrodestra chiede chiarimenti, definendolo un passaggio tecnico necessario a garantire "omogeneità interpretativa". Il provvedimento che doveva rappresentare un raro accordo bipartisan si ritrova così al centro di uno scontro politico proprio nel giorno della Giornata contro la violenza sulle donne.

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