Caro bollette, Fassina incalza Draghi: "Scostamento da 20 miliardi"

Intervista di Affari al deputato di Leu Stefano Fassina: "Ci siamo mossi tardi, la portata dell’aumento dei costi era evidente già da fine anno"

di Paola Alagia
Mario Draghi e Stefano Fassina
Politica
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Caro bollette, Fassina (Leu): “Ci siamo mossi tardi. Nonostante il nostro quadro di finanza pubblica, adesso il male minore è uno scostamento di bilancio di due-tre volte superiore ai 5-7 miliardi individuati. E bisogna farlo al più presto”

Le città che si spegneranno per mezz’ora questa sera a partire dalle ore 20 sono la cifra tangibile dell’allarme che la corsa del prezzo dell’energia sta generando nel Paese. Accanto alla preoccupazione di imprese e famiglie, anche gli enti locali mandano un messaggio chiaro al Governo. Il premier Mario Draghi appena ieri ha assicurato un intervento di “ampia portata”, atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Le risorse del decreto bollette si aggirano tra i 5 e i 7 miliardi. Sarà sufficiente? Affaritaliani.it ne ha parlato con l’economista e deputato di Leu Stefano Fassina. L’ex viceministro al Mef, intervistato dal nostro giornale, insiste: “Nonostante il contesto avverso, va proposto e attuato uno scostamento di bilancio di due-tre volte superiore ai 5-7 miliardi per ora individuati. Bisogna avere il coraggio di scegliere il male minore e il male minore è appunto fare uno scostamento e farlo al più presto”.

L’allarme nel Paese è forte. Secondo lei ci si è mossi tardi?
Ci siamo mossi tardi perché la portata dell’aumento dei costi delle bollette era evidente già da fine anno. Un aspetto che è stato purtroppo sottovalutato e che va a colpire milioni di famiglie e milioni di imprese che sono già in sofferenza per i due anni che abbiamo alle spalle. La celebrazione pur comprensibile del rimbalzo del 6 per cento del Pil del 2021, infatti, non tiene conto che quel 6 per cento è un dato medio.

La soluzione cui sta lavorando il Governo, però, non la convince.
Dobbiamo guardare la realtà: c’è un pezzo di economia e una parte delle famiglie italiane in grande sofferenza che certamente non abbiamo aiutato abbastanza con il decreto Sostegni ter. E l’incremento delle bollette si innesta su una situazione che era già su livelli di sopravvivenza. Ecco perché, nonostante il contesto avverso – sappiamo di avere un debito molto elevato e una prospettiva di tassi di interesse in aumento -, va comunque proposto e attuato uno scostamento di bilancio per un intervento di due-tre volte superiore ai 5-7 miliardi ora individuati. Serve, insomma, un decreto che sia adeguato alla dimensione del problema.

Draghi, però, ieri ha parlato di un intervento di “ampia portata”.
Draghi ha usato l’aggettivo “ampio”, ma ampio non vuol dire adeguato e, appunto, 5-7 miliardi non sono certamente adeguati a fronteggiare questa emergenza. Poi, è evidente che uno scostamento per rafforzare i sostegni a settori che rischiano di chiudere e per ridurre l’impatto sulle bollette è una soluzione tampone. Contestualmente va affrontato il nodo strutturale sia sul terreno europeo - è ora che l’Unione si doti di una politica energetica comune - e sia sul piano internazionale, alla luce della escalation tra Russia e Ucraina. Ma intanto, insisto, dobbiamo evitare che muoiano migliaia di imprese e che l’impatto sui consumi per l’aumento dei costi dell’energia sia fattore di contrazione dell’economia, da cui poi scaturirebbe comunque un problema sul debito.  

Sta dicendo che escludere lo scostamento per limitare il deficit rischia di compromettere la crescita del Pil e quindi alla fine di aggravare ugualmente il deficit?
E’ proprio quello che volevo sottolineare quando ho detto che bisogna optare per il male minore. È evidente che il nostro debito è già molto elevato, purtroppo vediamo che rigoristi e falchi in ambito Bce minacciano prospettive preoccupanti per nostri tassi d’interessi. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che una riduzione della capacità produttiva e una contrazione dei consumi avrebbero ripercussioni sulla sostenibilità del debito pubblico. Serve uno scostamento e serve al più presto. Siamo già a metà febbraio e sappiamo bene che ci sono dei tempi per l’effettiva operatività dei decreti.

Il decreto bollette dovrebbe arrivare la settimana prossima.
Se il dl sarà approvato la settimana prossima, almeno sulla carta le misure arriveranno prima del 31 marzo. Poi vedremo come saranno congegnate e se appunto richiederanno tempi lunghi o una operatività immediata. Perché questo è un elemento dirimente.

Dall’Iva agli oneri di sistema, qual è la strada più immediata?
Intervenire sull’Iva è complicato perché è disciplinata da regolamenti comunitari e quindi la strada è più in salita. Certamente si può intervenire sugli oneri di sistema o anche attraverso crediti d’imposta che, per le famiglie, andrebbero calibrati sulla base dei consumi e non a pioggia. Per le imprese, invece, seguendo la dinamica produttiva. Non sono interventi complicati da realizzare. La parte difficile rimane il reperimento delle risorse.