Con “quella faccetta lì”. De Benedetti, bodyshaming anti-Meloni

De Benedetti attacca di nuovo Giorgia Meloni. Faccetta…(nera?)

Di Giuseppe Vatinno
Carlo De Benedetti
Politica

Le nuove sparate dell’Ingegnere

 

L’età c’è, 88 anni mal portati, che lo inducono a eccessive intemperanze pubbliche in una età in cui si sta al giardino a leggere il giornale –se ci si riesce- che nel suo caso è “Domani” e che qualcuno maliziosamente definisce “la Repubblica dei poveri”, un po’ come “La Notizia” qualcuno chiama “Il Fatto del giorno dopo”, ma Totò direbbe che si tratta di quisquilie o pinzillacchere, e cioè punti di vista, opinioni.

Però nella mente dell’Ingegnere c’è un tarlo e cioè quello di (ri)fare per la millesima volta, “la sinistra”.

E per questo che è dai tempi di Matteo Renzi -che non se lo filava di pezza - che De Benedetti le tenta tutte per ricomporre il giocattolino che gli si è sfasciato: e cioè il duo Repubblica – Sinistra, dimenticando che allora c’era un tizio che comunque –nel bene e nel male- si chiamava Eugenio Scalfari.

Adesso il materiale umano è quello che è.

La “Sinistra”, come la chiama lui, “Il Partito democratico”, come lo chiamiamo noi, è esploso in un nugolo di rivoli ininfluenti.

Abbandonati i grandi temi come quello della lotta per il lavoro, il Pd si è trasformato nell’opposto e cioè nel partito delle tartine, dei radical - chic, del “popolo delle ztl”, completamente sganciato dalla realtà effettuale.

Ormai si parla solo di LGBTQ.

Un partito allo sbando che si aggira sul ring come un pugile suonato che non sa più che pesci prendere. L’ultimo pesce, in realtà, una ex sardina, l’aveva preso e si chiama Elly Schlein ma i batostoni elettorali l’hanno ampiamente ridimensionata e più che una alice ora è un impaccio, lei e la sua armocromista da 300 euro l’ora.

Ma De Benedetti a lei ci crede ed è tutto uno scambio di moine tra i due.

Lei non si sottrae certo agli abbracci, i soldi sono soldi, dell’ex patron dell’Olivetti che ha rovinato distruggendo l’informatica italiana che allora era tra le prime al mondo.

Anzi, per la cronaca, la scellerata impresa avvenne con l’aiuto e il supporto di Pierluigi Bersani, allora ministro dell’Industria indovinate di chi? Del Partito democratico naturalmente, di cui l’ingegnere si vantava di avere la “tessera numero 1”.

De Benedetti, dopo le ultime amministrative che hanno avuto un esito disastroso per la sinistra, è nervoso. Sarà il caldo, sarà l’età, saranno i figlioli ingrati che gli hanno venduto Repubblica agli Agnelli ma ora è incontenibile. Esterna in continuazione.

Il nuovo attacco è venuto dal palco del 12esimo Festival della tv a Dogliani (Cuneo).

L’Ingegnere ha detto che la Meloni "andrà a sbattere sull'Europa perché non è in grado di tenere il passo con l'Europa".

Ma questo è solo l’antipasto.

Sentite poi il resto:

"Lo dico con dispiacere perché, al di là di essere una persona tendenzialmente di sinistra, io ci tengo all'Italia e quindi il pensare che andremo a sbattere non mi toglie la soddisfazione di non vedere più quella faccetta lì girare per i corridoi di Palazzo Chigi con la tv che la segue"-

E poi ancora: "Se lei va a sbattere l'Italia va a sbattere e, siccome non c'è un'opposizione al momento visibile, si dovrà ricorrere a una soluzione di emergenza come Monti e Draghi".

Dunque siamo al body shaming, quella pratica cioè di giudicare le persone dal loro aspetto fisico.

Una pratica invisa –a parole- proprio alla sinistra ed al Pd in particolare.

Ma sappiamo come sono: da quelle parti si dice una cosa e si fa esattamente l’opposto.

De Benedetti non si sa trattenere è definisce il presidente del Consiglio dei ministri: “quella faccetta lì” e meno male che non c’ha aggiunto l’aggettivo “nera”, che ne sarebbe stato capace.

Insomma De Benedetti al corto di argomenti la butta sull’aspetto fisico forse perché non si è mai guardato allo specchio. È invecchiato male. Ha la faccia gonfia, è irriconoscibile. Se fosse saggio dovrebbe evitare questo campo di confronto per lui infido come una passeggiata su una saponetta.

Ma il punto non è questo. È che la sinistra, e De Benedetti ne è la rappresentazione plastica, non è più capace di mantenere la discussione sul piano dialettico, cioè quello della politica, ed ha bisogno di continui attacchi ad personam, addirittura sull’aspetto fisico.

Se fosse successa a destra una cosa simile sarebbe venuto giù il mondo. I “dotti, medici e sapienti” ci avrebbero rotto i cabasisi ad oltranza, tirando in ballo Wagner, l’eugenetica, i capelli biondi e gli occhi azzurri.

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