Covid, verso l’obbligo vaccinale: Draghi, da autorevole a autoritario...
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La stretta data dal premier Draghi sulla pandemia preannunciando l’obbligo della vaccinazione anti Covid e il ricorso alla terza dose per tutti è la cartina del tornasole di una situazione della pandemia tutt’altro che risolta anche in Italia, pur con il 70% dei vaccinati. In tal caso l’Italia seguirebbe l’esempio dell’Indonesia, della Micronesia, del Turkmenistan, attualmente gli unici tre Paesi con l’obbligo vaccinale per tutti. Oggi nel mondo ci sono miliardi di persone non vaccinate, con il virus, mutando e non avendo confini, che circola e circolerà per anni. Tagliamo corto: se oggi tutti gli italiani fossero vaccinati il virus non esisterebbe più?
Il vaccino (non senza rischi, non conoscendo ad esempio gli effetti a lungo termine) comunque la sua parte la sta facendo, ma non è una panacea: non sradica il Covid, caso mai ne riduce la gravità dei sintomi. Ciò significa che in questa battaglia tutto quel che è utile va usato, ad esempio sviluppando le cure fatte in casa, e non solo. Invitare gli italiani a vaccinarsi è giusto, altro discorso è l’obbligo non solo sul piano costituzionale e politico ma anche su quello sanitario. Non c’è nessun supporto medico e scientifico che dimostri che sono i non vaccinati a produrre le mutazioni del virus riducendo l’efficacia dei vaccini. Dopo le ferie estive, nel Paese cresce il clima di incertezze e timori misto a intolleranza e addirittura odio alimentato fra vaccinati e non vaccinati: situazione che può creare a breve le condizioni di una fibrillazione, se non proprio di una destabilizzazione sociale e politica.
I No-vax traggono alimento da questo andazzo che però sta bene anche ad altri, in primis a una parte della classe politica (anche di governo) che vive sulle contrapposizioni e sulle divisioni dei cittadini su cui, irresponsabilmente, soffiano tanti giornali e tv. Mettere insieme chi continua a non voler usare gli attuali vaccini non per scelta ideologica e politica ma per ignoranza, per diffidenza o anche per fondati timori con i No-vax (fra i quali ci sono frange di ideologizzati anti sistema), non solo vuol dire confondere la realtà ma porta a un errore politico di cui presto si pagheranno le conseguenze sociali, politiche e specificatamente, elettorali.
Non si può criminalizzare chi la pensa diversamente dalla maggioranza. Serve reciproca tolleranza, non la caccia alla streghe, caso mai vanno emarginati i due estremismi di entrambe le fazioni. Tocca per primo alla politica non radicalizzare i conflitti sulla questione Covid consentendo a tutti il diritto di parola e di agire seconda coscienza nel rispetto delle leggi democratiche. I No-vax commettono atti fuorilegge? Per i No-vax, come per tutti, valgono le leggi e le regole che ci sono e che vanno applicate in caso di trasgressioni come il turbamento sociale e gli atti di violenza. La legge va applicata sempre e per tutti e se ciò non avviene significa che c’è a chi sta bene mantenere questo status di turbolenza.
Ora, le tre bordate di Draghi: sì all’obbligo vaccinale, sì alla terza dose, sì all’estensione del green pass, al di là del merito specifico, sono un evidente segnale politico per far capire dentro e fuori l’esecutivo, se ce ne fosse stato ancora bisogno, chi ha in mano le leve del comando. La domanda s’impone: è quella di Draghi una legittima e opportuna mossa per tenere in riga i partiti su questioni controverse o una forzatura politica inutile e dannosa? Agendo così, l’autorevolezza del premier da tutti riconosciuta potrebbe sfociare nell’autoritarismo del marchese del Grillo sintetizzata da Alberto Sordi “Io so io e voi non siete un c…o”? In questo caso, ai partiti – primi fra tutti il Pd e il M5S – può star bene fare buon viso a cattiva sorte, cioè prendere atto di essere nel governo come gregari ricavandone comunque “utili”, specie quando come stavolta è principalmente la Lega a subire e “pagare dazio” per gli affondi del premier.
Salvini, poi, evidentemente irritato, ha ribadito che se si prosegue su questa strada limitando cioè le libertà costituzionali personali, in Parlamento la Lega voterà “No” all’obbligo vaccinale rassicurando comunque la permanenza del suo partito nell’esecutivo. Come se un voto parlamentare su questa questione, contrario a quel che vuole il capo dell’esecutivo, non avesse conseguenze sulla stabilità dello stesso governo. In altre epoche, già a un tale annuncio del premier, sarebbe stata crisi di governo, provocata da un partito elettoralmente sopra il 20%, per nulla d’accordo con il premier. Qui, con la Lega che comunque i sondaggi danno come primo o secondo partito nazionale e con il centrodestra elettoralmente più forte del centrosinistra, si vedrà. Tutto può accadere. Tutto. Al di là dell’autorevolezza e del fiero cipiglio di Draghi.