Da Mattarella, una lezione finale di garbo e stile istituzionale e politico

Di Angelo Maria Perrino
Politica
Condividi su:

Qurinale, il discorso di fine anno di Sergio Mattarella

La cosa migliore del settennato di Sergio Mattarella al Quirinale è la sua uscita di scena, annunciata per tempo nell’incredulità diffusa e confermata solennemente nel discorso d'addio, sobrio e severo, del 31 dicembre, con grande scrupolo giuridico e sensibilità istituzionale, nel più tipico stile mattarelliano. Mattarella non concede il bis, pur richiestogli a gran voce dal sistema partitico interessato a togliersi più di una castagna dal fuoco: sarebbe stato per lui, giurista e costituzionalista scrupoloso, un vero e proprio obbrobrio.

Non è stato facile fare il capo dello Stato in anni così complessi, tra crisi dei partiti ed endemica instabilità politica, cui si è aggiunto il flagello senza precedenti dell'epidemia Covid. Il presidente ha fatto del suo meglio senza protagonismi e senza realizzare miracoli, in linea con i tempi, mediocri, del sistema politico-istituzionale. Molti esponenti partitici farebbero carte false pur di andare al suo posto al Colle. Lui invece lascia il tavolo, dando una lezione di stile a una politica che lo stile lo ha perso del tutto. Non sarà facile sostituirlo. E forse ci capiterà di rimpiangere questo vecchio democristiano siciliano.