Dazi, Borghi (Lega): "La soluzione migliore è un accordo tra Italia e Usa. I primi cento giorni di Trump? L'inizio di una rivoluzione""

"Ucraina, 2025 ultimo anno che invieremo armi". Intervista al capogruppo in Commissione Bilancio al Senato della Lega

Di Alberto Maggi

Claudio Borghi e Matteo Salvini

Politica

"Se si riuscisse a fare un accordo con gli Stati Uniti come Italia, cosa che altri farebbero al nostro posto, non ci sarebbe nulla di male e sarebbe la soluzione migliore"


"L'inizio di una rivoluzione". Così Claudio Borghi, capogruppo in Commissione Bilancio al Senato della Lega, intervistato da Affaritaliani.it, commenta i primi cento giorni di Donald Trump presidente Usa. "Per la prima volta si sta provando, poi vedremo se ci riuscirà, ad affrontare gli squilibri mondiali accumulati non con le solite cure omeopatiche, tipo alzare le aliquote dello 0,5%, ma con processi brutali. Un approccio da nodo gordiano, tutti cercano di scioglierlo poi arriva Alessandro Magno e lo taglia con la spada". Ma i sondaggi ora sono negativi su Trump… "Probabilmente sono gli stessi sondaggi che davano Kamala Harris vincente", risponde Borghi.

Sui dazi l'Italia deve aiutare un accordo Usa-Ue o fare un'intesa come Nazione? "Noi dobbiamo guardare al nostro interesse. Se si riuscisse a fare un accordo con gli Stati Uniti come Italia, cosa che altri farebbero al nostro posto, non ci sarebbe nulla di male e sarebbe la soluzione migliore. Ma anche a livello europeo non dobbiamo essere neutrali e sfruttare il buon rapporto con la Casa Bianca. Se Bruxelles fa un accordo sull'industria pesante favorisce la Germania, se lo fa su un mix di prodotti tipici dell'economia italiana fa maggiormente i nostri interessi. Prima l'Italia, sempre", sottolinea l'esponente della Lega.

E infine la guerra in Ucraina… "Sembrava impossibile aprire un dialogo fino a quando c'era Biden e con l'Unione europea che non lo ha mai voluto. Trump almeno ha iniziato a dialogare con la Russia e ha già fatto più di chiunque altro dall'inizio del conflitto che ha pensato solo a mandare armi e materiale per far morire persone". Per la Lega stop all'invio di armi a Kiev? "E' già deciso. A inizio anno il Parlamento ha delegato il sostegno all'Ucraina chiedendo che fosse l'ultima volta. Oltre il 2025 non si andrà avanti a mandare armi, questo è evidente. E se a Capodanno ci fosse ancora la guerra non sarebbe un problema della Lega o del governo, ma del mondo intero", conclude Borghi.

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