Di Battista stanato, deve fare un nuovo M5S: ma occhio all’hybris da superare

L'annuncio: "Insieme ad altre persone creerò un’associazione culturale per fare politica da fuori": diventerà l'embrione del M5S?

Di Giuseppe Vatinno
Alessandro Di Battista
Politica
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Di Battista, una cosa buona potrebbe essere invece quella di collaborare con Davide Casaleggio ed Enrica Sabatini. Ma occhio a non commettere l'errore fatto da Di Maio 

Finalmente il momento è arrivato. L’enigma Di Battista si è sciolto improvvisamente come una palla di neve in volo balistico nel Sahara.

L’ex deputato romano non solo non ha partecipato alle cosiddette parlamentarie, ma ha anche annunciato ufficialmente che non ci sono le condizioni per un suo rientro nel Movimento e soprattutto che non si candiderà.

La decisione era nell’aria da qualche giorno ma le cose sono evidentemente precipitate nelle ultime ore. Nel video viene spiegato che nessuno lo ha chiamato, tranne Danilo Toninelli e soprattutto ha detto che lui sotto “Grillo padre padrone non ci vuole stare” e che di lui “non si fida”, pur riconoscendogli forse una sorta di onore delle armi, dicendo che non dimentica quello che ha fatto per lui.

L’ex deputato ha poi avuto parole di elogio per Giuseppe Conte, definito “galantuomo”, “sempre leale nei miei confronti”, ma non la pensava così quando M5S ha sostenuto il governo Draghi.

Vabbè, ma allora chi l’ha fatto fuori? Chi non l’ha voluto? Non è stato uno dei sette nani, immaginiamo e questa volta Brunetta non c’entra. Ora bisognerà vedere cosa ha in mente l’ex politico. Fare “politica da fuori” è una frase fatta che non dice niente. Non si può fare politica “da fuori” semplicemente perché se non si incide sul legislativo e/o l’esecutivo non si può cambiare niente.

In tutti questi mesi Di Battista ha sempre detto sia in privato che in pubblico che “non c’è alcun programma o progetto”, ma oggi nel video, ha anche aperto dicendo “insieme ad altre persone creerò un’associazione culturale per fare politica da fuori, per darci una struttura e un’organizzazione civica, per fare cittadinanza attiva perché ci credo tanto, per fare proposte, scrivere delle leggi al di fuori del Parlamento”.

Non si capisce chi si potrebbe impegnare in un progetto così impegnativo senza nessuna prospettiva poi di incidere sulla realtà, perché questa è, in definitiva, la politica.

O forse è solo un modo di gettare un seme che nel futuro fiorirà (magari fra cinque lunghi anni)?

Questa “associazione culturale”, come lui la chiama, sarà l’embrione di un “Movimento Sei Stelle” o qualcosa del genere? In tal caso Di Battista dovrà stare attento a chi imbarca.

Il suo legame con Virginia Raggi è noto, ma la figura dell’ex sindaca è molto divisiva, ha molti nemici, è mossa dal livore della vendetta, non propriamente un buon viatico per una buona politica, sia pur fatta (per un po’ di tempo) “fuori dal Palazzo”.

Del resto la sua linea d’azione è stata molto razionale: per prima cosa ha cercato di tornare nel M5S (ri)costruendo un buon rapporto con Giuseppe Conte che ha però paura di fughe verso la terra dei cosacchi e lo voleva chiaramente imbrigliare. E poi –se andava male- c’era un “programma b” e cioè l’associazione culturale. Potrebbe farsi viva Paola Taverna, Roberto Fico, Danilo Toninelli e tutti gli altri delusi e/o rimasti fuori.

Una cosa buona potrebbe essere invece quella di collaborare con Davide Casaleggio ed Enrica Sabatini, in pratica con l’associazione Rousseau, che è depositaria delle “tavole della legge” e cioè dell’insegnamento etico di Gianroberto Casaleggio, di cui c’è già una fondazione.

Un anno fa è stato presentato anche un manifesto politico: ControVento. La loro presenza richiamerebbe immediatamente lo Zeitgeist delle origini, lo spirito dei video profetici di Gaia e del Governo Mondiale, che tanta parte hanno avuto nell’universo simbolico del Movimento.

Tuttavia un consiglio a Di Battista sentiamo di darglielo: non faccia come il suo ex amico Luigi Di Maio, che si è isolato in una torre eburnea e non ha voluto mai ascoltare nessuno che non fossero i suoi famigli e così si è perduto. Non si chiuda con snobismo elitario nella vecchia cerchia e si apra invece anche al nuovo, alla società civile a gente che lo può aiutare con la competenza o l’entusiasmo.