Elezioni regionali, 5 a 1 per il Centrosinistra l'ipotesi più probabile. Lo scenario sulle prossime sfide nelle urne

Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista
Politica

5 a 1 per il Centrosinistra molto probabile, 6 a 0 improbabile ma non impossibile, 4 a 2 per il Centrosinistra possibile ma meno probabile, 3 a 3 (o peggio) per il Centrosinistra possibile
 

Con la vittoria del centrosinistra a Genova e a Ravenna, nel turno amministrativo di primavera 2025, ci si interroga su come andranno le elezioni regionali previste nei prossimi mesi e che riguardano ben sei Regioni italiane: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Alla luce delle ultime notizie e dei sondaggi aggiornati a oggi, possiamo fare un'analisi di scenario su questo importante macro-appuntamento elettorale, procedendo Regione per Regione.

La Toscana è, storicamente, una roccaforte del centrosinistra. Lo schieramento contrapposto, il centrodestra, appare diviso, anche con possibili candidature autonome (per esempio, il generale Vannacci potrebbe presentarsi con una propria lista). Dunque, la probabilità di vittoria del centrosinistra è alta, salvo clamorose sorprese. Passando alla piccola Valle d’Aosta, si tratta di una Regione con forte presenza di liste autonomiste, spesso alleate con il centrosinistra. Che, quindi, si mostra favorito, anche grazie a possibili alleanze locali. E ha una probabilità di vittoria piuttosto alta, soprattutto se mantiene l’alleanza con le forze autonomiste (che in questo territorio di montagna sono determinanti).

Per quanto concerne le Marche, la Regione è attualmente governata dal centrodestra, ma con margini non larghissimi. Perciò, il centrosinistra potrebbe riconquistare la Regione, se si presenta unito e con un candidato forte (come potrebbe essere Matteo Ricci, già sindaco di Pesaro). E la probabilità che ci riesca è medio-alta, dipendendo fondamentalmente dalla maggiore o minore coesione del cosiddetto “campo largo” (che però, dopo Genova e Ravenna, sta diventando il modello di riferimento). Passando al Veneto, si tratta di una storica roccaforte del centrodestra, con il governatore uscente Zaia molto popolare. Ma proprio l’uscita di scena di Zaia apre una partita delicata nel centrodestra veneto, dove Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia dovranno trovare un candidato condiviso. Ciò potrebbe indebolire la compattezza della coalizione e rendere il Veneto meno blindato di quanto non fosse con Zaia in campo (pur mantenendo il centrodestra una probabilità di vittoria decisamente alta).

Portandoci verso Sud, in Campania sta per finire l’era del popolarissimo governatore uscente De Luca, e non mancano tensioni interne al Partito Democratico. Il centrosinistra è comunque nettamente favorito, ma la candidatura è ancora incerta. A sua volta, il centrodestra è in cerca di un nome forte. La variabile più importante in gioco è proprio la scelta del candidato per il dopo-De Luca (benché una vittoria del centrodestra appaia alquanto improbabile). 

Infine, c’è la Puglia del governatore uscente Emiliano (la cui era, come per De Luca in Campania, volge al termine). Dopo ben quattro legislature di centrosinistra, la probabilità di una riconferma per il medesimo schieramento è molto alta: e a raccogliere l’eredità di Emiliano sarà con tutta probabilità Antonio Decaro, forte del grande successo (in termini di preferenze personali) ottenuto alle scorse elezioni europee.

In sintesi, le probabilità per i vari scenari possono essere così dimensionate: 5 a 1 per il centrosinistra molto probabile, 6 a 0 improbabile ma non impossibile, 4 a 2 per il centrosinistra possibile ma meno probabile, 3 a 3 (o peggio) per il centrosinistra possibile, ma decisamente improbabile. La maggioranza di governo dovrebbe dunque interrogarsi su come modificare, con candidature forti e progettualità politiche convincenti, il risultato probabile che abbiamo appena indicato.

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