Iv: "Il rapporto Pd-M5s è malato. Dopo le elezioni continuità con Draghi"

Intervista di Affari a Davide Faraone, capogruppo Iv al Senato

di Paola Alagia
Politica
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Dal referendum per abolire il Reddito di cittadinanza all’astensione di ieri in commissione Giustizia alla Camera sul testo base sulla Cannabis, Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia viva, spiega ad Affaritaliani.it, la ratio delle scelte del suo partito. Intervistato dal nostro giornale, inoltre, guardando alla prossima legislatura, afferma: “Insieme a chi non considera questo Governo esclusivamente figlio dell’emergenza, dobbiamo costruire una proposta politica di continuità. Non possiamo permetterci salti nel buio. Per me – sottolinea - Draghi fa politica, non galleggia, e la politica che porta avanti mi convince in pieno”.

Presidente Faraone, questo referendum sul Rdc sembra più una boutade che altro. Qual è la ratio visto che il referendum non si potrà fare prima del 2024 e tra l’altro anche i promotori hanno già aperto a modifiche?
Questo referendum serve esattamente a quello che lei sta dicendo: da quando lo abbiamo proposto tutti i partiti sono d’accordo nel dire che va modificato, prima per il M5s ad esempio era intoccabile. Il referendum per abolire il Rdc si delinea in questo contesto: una iniziativa chiara per raggiungere l’obiettivo di modificare profondamente una misura che ha fallito. In Italia ancora ci sono troppi poveri. Secondo la Caritas, il reddito di cittadinanza ne sostiene uno su due e le più penalizzate sono le famiglie numerose. Non aiuta nella ricerca del lavoro, i numeri di chi ha trovato un’occupazione sono veramente ridicoli. Servono da un lato politiche attive per il lavoro e misure che sostengano coloro che perdono il posto, dotandoli di un assegno di collocamento e formandoli per trovare un nuovo lavoro, dall’altro lato uno strumento efficace di contrasto alla povertà: aver mischiato tutto ha creato tanti danni.

Ieri l’astensione sulla Cannabis, ma anche sul ddl Zan avete posto dei paletti. In questa fase siete più in sintonia con il centrodestra, è così?
Noi siamo per approvare le leggi, non per sventolare bandierine ideologiche e impantanare le proposte in Parlamento sotto i colpi dell’ostruzionismo e del voto segreto. Sui diritti si fanno convegni e proposte di legge che non trovano mai la luce. Si fa propaganda. Con le unioni civili e quell’atto di coraggio che fu la  fiducia posta dal Governo Renzi sul provvedimento abbiamo dimostrato che si può fare senza chiacchierare. Anche sugli altri provvedimenti in questa legislatura Italia viva darà una mano concreta.

Tra Conte e Salvini, Italia viva ha più nel mirino il primo che il secondo. Questo non compromette il rapporto col Pd?
Non mi risulta, abbiamo impedito a Salvini di andare al governo con la Meloni e di allontanarci dall’Europa e abbiamo mandato a casa Conte quando dimostrava ogni giorno di più la sua incapacità di governare. Abbiamo come unica barra il bene del Paese, non il rapporto col Pd.     

Per le amministrative a Siena appoggiate Letta e a Roma Calenda, non c’è un problema di coerenza?
Bisognerebbe chiedere semmai al Pd perché, pur avendo uno straordinario candidato a Roma, uno che aveva contribuito a far eleggere al Parlamento europeo, ha deciso di non sostenerlo e perdere mesi e mesi per cercare un’alternativa. Paghiamo il fatto che il Pd consideri il M5s una “costola della sinistra” e che abbia sacrificato tutto e tutti in nome di questo rapporto malato. Per noi, Travaglio e compagni non c’entrano proprio nulla con i valori democratici, con la libertà e con il riformismo.

Passiamo al Governo Draghi. Nonostante il prestigio del premier i sondaggi danno in vantaggio i partiti più lontani dall’agenda dell’esecutivo mentre Iv continua a navigare in acque stagnanti. Come mai?
Prima di valutare in che acque navighi Italia viva aspetterei le elezioni vere, non i sondaggi, con tutto il rispetto. Oggi posso fare soltanto una considerazione oggettiva: si può essere grandi ed essere marginali o piccoli e contare tanto. Se fossimo così piccoli come dicono fateci un bell’applauso perché abbiamo inciso veramente tanto in questa legislatura. Siamo orgogliosi per aver contribuito ad avere Draghi oggi alla guida del Paese.              

Infine la partita del Quirinale. Oltre allo stesso Draghi e a Mattarella, meglio Casini o una donna come Rosy Bindi?
Niente nomi, ancora è presto. Una considerazione però voglio farla: riguardo alla prossima legislatura, sulla linea politica che sta portando avanti il Governo Draghi, insieme a chi non considera questo esecutivo esclusivamente figlio dell’emergenza, dobbiamo costruire una proposta politica di continuità. Non possiamo permetterci salti nel buio. Per me Draghi fa politica, non galleggia, e la politica che porta avanti mi convince in pieno.

A proposito, che ne pensa  della moratoria lanciata da Letta di parlarne a partire da gennaio?
Mi pare saggia.