Flat tax, cambio della "norma CR7" e taglio Irpef, Cavendoli (Lega): "Così possiamo far crescere l'Italia"
La deputata della Lega sull’estensione del taglio dell'aliquota Irpef dal 35% al 33%: “L’obiettivo è semplice: alleggerire le tasse e lasciare più soldi nelle tasche degli italiani, in particolare del ceto medio, che è il cuore produttivo del Paese”
Laura Cavandoli
Cavandoli (Lega) ad Affaritaliani: “La modifica alla norma Cr7? Ciò che proponiamo è di investire nell’economia reale italiana”
“L’obiettivo è spingere al radicamento. Per farlo ovviamente va creato un ecosistema di servizi per i cosiddetti 'expat' da un lato, mentre dall’altro ciò che proponiamo è di investire nell’economia reale italiana”.
Queste le parole di Laura Cavandoli, deputata della Lega e membro della Commissione Finanze, che - ai microfoni di Affaritaliani – ha spiegato la finalità principale della proposta di modifica alla cosiddetta “norma CR7”, una misura agevolata introdotta in Italia nel 2017, che consente ai nuovi contribuenti stranieri residenti di versare un’imposta fissa annuale (flat tax) sui redditi generati all’estero, in alternativa al consueto meccanismo fiscale progressivo.
“Più investimenti, più occupazione, più gettito indiretto, la creazione di una classe di investitori specializzati sulle nostre PMI che ben si coniuga con il progetto in fase di implementazione del Fondo Nazionale Strategico Indiretto, una maggior esposizione internazionale delle nostre PMI e startup e il fatto che così si compensi anche l’effetto bolla immobiliare che si è creato su alcune zona residenziali (soprattutto nella cosmopolita Milano, ma non solo)”, ha continuato la deputata, illustrando i benefici concreti di cui l’economia italiana godrebbe nel caso in cui, come annunciato da Giulio Centemero, deputato e capogruppo della Lega in Commissione Finanze, si allargasse l'accesso alla flat tax a 200 mila euro per i paperoni a un livello minimo di investimenti "effettuati in Italia e orientati verso impieghi economicamente e socialmente virtuosi per il Paese".
Alla domanda se tale proposta non rischi di scoraggiare proprio quei milionari che oggi scelgono l’Italia per motivi fiscali, Cavandoli ha dichiarato: “Chi paga 200mila euro flat detiene usualmente grossi patrimoni, proporre loro di credere nel nostro Paese, nel Paese in cui hanno scelto di vivere, magari con figli e famiglie, portando una parte del loro gestito su Btp, azioni di Pmi quotate, PIR, quote di oicr o startup non è un grosso vincolo, ma semplicemente un’allocazione minima di portafoglio. Questo fa sì che alla scadenza del periodo di validità del regime agevolato non ci sia un trasloco completo verso altri “lidi” per pura convenienza fiscale ma che si crei un effetto positivo sull’economia reale del nostro Paese, che quindi può di per sé stesso diventare sempre più attrattivo. Registriamo, al contrario, la proposta del PD che vuole imporre una tassa addizionale, che ovviamente scoraggerebbe i fiscalisti esteri a consigliare l’Italia come meta di destinazione”.
In merito alla posizione della maggioranza su questa proposta, la deputata ha puntualizzato: “Ne dobbiamo ancora discutere, l’iter è solo all’inizio ma penso possa essere condivisa da tutta la maggioranza, è una norma a favore dell'economia italiana”.
Chiara e coincisa, poi, la sua risposta alla domanda se, in vista della manovra d’autunno, l’estensione del taglio dell'aliquota Irpef dal 35% al 33% almeno fino a 50mila euro lordi l'anno, possa considerarsi una misura sicura: “La legge di bilancio è in fase di definizione e, come ogni anno, l’attenzione è tutta sulle misure fiscali. L’obiettivo è semplice: alleggerire le tasse e lasciare più soldi nelle tasche degli italiani, in particolare del ceto medio, che è il cuore produttivo del Paese. Il governo ha già chiarito che non ci saranno sacrifici né manovre correttive. I conti pubblici sono solidi e la crescita resta positiva; quindi, possiamo programmare interventi concreti per sostenere famiglie, lavoratori e imprese senza mettere a rischio la stabilità dello Stato”, ha affermato Laura Cavandoli.
“In questa strategia ci sono due misure che sicuramente si completano a vicenda. Da un lato, il possibile taglio dell’aliquota Irpef dal 35% al 33%, che rafforza la capacità di spesa del ceto medio. Dall’altro, la rateizzazione lunga dei carichi fiscali pendenti, pensata per sanare il pregresso e permettere a tutti di guardare al futuro con serenità. Oggi sono circa 23 milioni le cartelle esattoriali pendenti, che riguardano artigiani, piccoli commercianti, liberi professionisti, ma anche dipendenti e pensionati con altri redditi.
Si tratta di tasse regolarmente dichiarate, che però non sono state versate per difficoltà temporanee, situazioni che possono capitare a chiunque nel corso della vita. La proposta della Lega prevede una rateizzazione più lunga, senza maxi-acconti e senza i tempi stretti che caratterizzavano le rottamazioni precedenti, risolvendo così le criticità di quelle misure. Queste due misure non sono alternative, ma parte della stessa strategia: ridurre il peso fiscale e dare respiro al tessuto produttivo del Paese. Insieme sostengono famiglie, lavoratori e imprese e rafforzano la fiducia dei cittadini. È questa la direzione su cui il governo vuole andare: meno tasse, più fiducia, più crescita”, ha concluso infine la deputata.