Quirinale, Berlusconi ai suoi: Draghi resti dov'è o FI esce da maggioranza

Tramonta l'dea di un centro autonomo. Quirinale, Berlusconi scende a Roma. "Difficile Draghi al Colle"

Politica
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Quirinale: Cav ai suoi, con Draghi voto, Fi non sosterrà altro governo

Silvio Berlusconi non molla e non ha nessuna intenzione di riporre nel cassetto il sogno di varcare la porta del Quirinale da capo dello Stato. In questi giorni di festa il Cav non si è mai fermato e con precisione ha aggiornato il pallottoliere, certo di poter raggiungere e superare quota 505 preferenze, quelle cioè necessarie per essere eletto a partire dalla quarta votazione. Nelle numerose telefonate che l'uomo di Arcore ha avuto con diversi parlamentari azzurri il refrain è sempre lo stesso: "Con Draghi al Colle si andrebbe al voto anticipato". Per l'ex premier la convinzione è quella che non si può interrompere il lavoro svolto finora dall'esecutivo che lui stesso ha promosso, ci tiene a dire in ogni colloquio, pertanto "meglio che Draghi resti dov'è, in caso contrario Forza Italia non sosterrebbe un altro esecutivo".

Intanto è confermato l'arrivo di Berlusconi a Roma domani pomeriggio. In agenda non ci sono appuntamenti, l'unico, ormai annunciato da settimane, il vertice di centrodestra che si dovrebbe tenere a Villa Grande venerdì. Chi ha avuto modo di parlargli in questi giorni definisce il leader azzurro "tranquillissimo" soprattutto sulla lealtà degli "alleati". Berlusconi non teme sgambetti, nè da Salvini nè da Meloni, anche perché è sicuro che una sua elezione al Colle "conviene anche a loro, più che un Mattarella bis o un altro nome" scelto dalla sinistra. L'orizzonte è quello delle elezioni e un futuro governo a guida centrodestra. Infine, filtra da Arcore, è poco probabile che Berlusconi sciolga la riserva durante la riunione della coalizione, dando la sua disponibilità. Piuttosto, quello che si aspetta, è la prova di compattezza da parte degli alleati attorno a una sua eventuale candidatura. 

Tajani: "Nessun veto a Salvini o Meloni premier"

Quirinale: Berlusconi scende a Roma, "difficile Draghi al Colle" - Silvio Berlusconi in queste ore sta chiamando i parlamentari per annunciare che domani, come aveva detto, sara' a Roma, a Villa Grande, per seguire da vicino sviluppi sul Quirinale. Lo si apprende da FI. Nelle conversazioni sembra pessimista - viene riferito - circa la possibilita' che Mario Draghi possa essere eletto presidente della Repubblica: "Molti non sembrano intenzionati a votarlo perche' la sua elezione si tradurrebbe inevitabilmente in elezioni anticipate". A tutti il leader azzurro ribadisce che "FI non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi, e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza".

Forza Italia spegne ogni ipotesi di aderire a un centro alternativo a Lega e Fratelli d'Italia e giura fedeltà a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Chiarissime le parole di Antonio Tajani, che ovviamente vanno lette anche con il tentativo di argine eventuali franchi tiratori nella corsa di Silvio Berlusconi al Quirinale. Due i punti chiave: nessun veto a Salvini o Meloni premier e soprattutto il no al cambio della legge elettorale. Che, tradotto, vuol dire la conferma di Forza Italia al Rosatellum, che prevede l'impianto maggioritario (collegi uninominali), e quindi all'allenza con Carroccio e FdI.

C.destra: Tajani, nessun veto a Salvini o Meloni premier - "Abbiamo grande stima e considerazione per Giorgia Meloni e Matteo Salvini, hanno dimostrato anche come ministri di saper far bene il loro lavoro, hanno grande esperienza, sono leader leali e corretti, hanno sempre sostenuto Silvio Berlusconi e lo stanno facendo anche adesso. Non ci sono veti, sono nostri amici, alleati naturali. Da parte nostra non ci sarà alcun ostacolo". Così il coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani, intervistato su Corriere.it sulla possibilità che alle prossime elezioni il candidato premier del centrodestra sia uno fra i leader di FdI e Lega.

L.elettorale: Tajani, non e' il momento di cambiarla - "Penso che non sia questo il momento di cambiare la legge elettorale, gli italiani ormai sono abituati a scegliere o il centrodestra o il centrosinistra". Lo ha detto il vicepresidente di FI Antonio Tajani, intervistato su Corriere.it. ''L'Italia come le grandi democrazie ha biosogno di un'alternanza fra forze di centrodestra e centrosinistra. Lo dico da convinto sostenitore del maggioritario anche se sono sempre stato eletto con il proporzionale puro e con le preferenze - ha aggiunto Tajani -. Non e' che ho paura del confronto. L'attuale sistema e' compiuto e completerei aggiungendo l'elezione diretta del presidente della Repubblica''.

Quirinale: Tajani, piano B? Prevede candidato di nome Silvio - "Se non dovesse passare la candidatura di Berlusconi? Il piano B prevede che ci sia un candidato di nome Silvio ma con cognome che inizia con la lettera B". Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, intervistato da Corriere.it.

Governo: Tajani, senza Draghi cadrebbe e ci sarebbero elezioni anticipate - "Se Draghi andasse via" da palazzo Chigi per spostarsi al Quirinale "cadrebbe il governo. Chi sarebbe in grado di tenere insieme una coalizione eterogenea come questa? Senza di lui sarebbe finito il percorso di unità nazionale". Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, intervistato da Corriere.it. "Draghi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica ma adesso, prima di ogni altra cosa, viene l'interesse nazionale" aggiunge spiegando che uno spostamento comporterebbe "un grande caos e si andrebbe a elezioni anticipate. E questo non farebbe bene al paese, quindi è bene che Draghi resti a Chigi". Insomma, per Tajani con Draghi saldo a Chigi "si va a votare nel 2023", mentre in caso contrario "sarà impossibile dar vita a un altro governo non guidato da Draghi" e di fronte "ci sarebbero le elezioni" anticipate.