Difficoltà per Macron e crisi M5S. Nostalgia della vecchia politica

Di Maio sulla scia di Casini, Rutelli, Mastella e Dini

Di Pietro Mancini
Politica
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Le scissioni non hanno mai portato fortuna, qualcuno lo ha detto a Di Maio?


Tahar Ben Jelloun, scrittore e poeta marocchino, che vive in Francia, ritiene che -a differenza di Mitterrand e Chirac, provenienti dal “teatrino” della politica-Emmanuel Macron, l’“arrogante”, come lo definisce, sia arrivato al potere, senza aver superato le dure prove della vita politica, “che formano un uomo e gli danno esperienza”. E il Presidente deciderebbe da solo, con l’esperta madame Brigitte, senza ascoltare nessuno. Aurore Bergé, 35 anni, intanto, stata eletta Presidente del gruppo “La République en Marche” – che presto sarà ribattezzato “Renaissance” – nell'Assemblea nazionale. È la prima volta che una donna viene eletta a capo del gruppo parlamentare di maggioranza.

142 seggi, conquistati dalla NUPES, non sono tutti del “nemico” Mélenchon. La “macchina da guerra” progressista si è già divisa. Comunisti, ecologisti e socialisti faranno il loro gruppo parlamentare. E giocheranno la partita in proprio. I seggi della France Insoumise, il partito di Mélenchon, sono 75. Un successo, come lo sono gli 89 seggi conquistati da Marine Le Pen, che alle legislative, in passato, non toccava palla. Ma non una catastrofe per Macron, che sta consultando, all’Eliseo, i dirigenti di tutti i partiti.

Quanto all’Italia, alla luce della crisi del movimento di Grillo, è eccessivo rimpiangere le scuole dei vecchi partiti (le Frattocchie per il PCI) e la selezione dei dirigenti, che avveniva nelle sezioni e nelle federazioni locali. E appare paradossale che Di Maio - che insegue la suggestione centrista  -tenti di inserirsi sulla scia della strada percorsa, in passato, da notabili moderati come Casini, Rutelli, Mastella e Dini, proprio i primi personaggi, da rottamare, con D’Alema, all’epoca della discesa in politica del movimento grillino.

Last but non least, nessuno ha spiegato al giovane ministro degli Esteri che le scissioni, in primis quelle dei socialisti negli anni 60, non portarono fortuna ai politici, che decisero di attuarle.