Giorgetti come Di Maio. Scissione anche nella Lega? Rumor clamorosi

Lega, ipotesi scissione. Le voci in Parlamento

Politica
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Dal sì al Draghi bis a quel "Salvini non mi parla da due anni". Scissione nella Lega?


"Guardate Giorgetti, è in adorazione di Draghi". Qualche senatore leghista, fedelissimo di Matteo Salvini, scherzava ieri a Palazzo Madama durante la replica del presidente del Consiglio con il ministro dello Sviluppo economico che, come si vede nella foto, sembrava davvero in adorazione del capo del governo. Da notare poi sull'altro lato la presenza di Luigi Di Maio, autore della scissione dal Movimento 5 Stelle con la nascita di Insieme per il Futuro.

Il destino di Giorgetti e di Di Maio potrebbe essere molto, molto simile. I rumor di Palazzo Madama parlano di una situazione tesa ieri nel gruppo leghista, chiamato di fatto a votare a favore dell'ok di nuove armi all'Ucraina (implicito nelle parole di Draghi) nonostante settimane di dichiarazioni opposte di Salvini. Pare che in una pausa dei lavori Giorgetti si sia lasciato andare con un gruppo di senatori del Carroccio a frasi del tipo "Non capisco, non mi parla da due anni".

Il riferimento è ovviamente a Salvini, che poi però ha avuto dietro il banco della presidenza un breve scambio di idee one to one proprio con il titolare del Mise. Mistero su quanto si siano detti, fatto sta che sono in molti a dire che ieri i leghisti non erano sereni. Anzi, scuri in volto e preoccupati. Fonti del Partito Democratico e di Forza Italia raccontano ad Affaritaliani.it di "insistenti" voci di una possibile scissione di Giorgetti. Un'operazione simile a quella di Di Maio, che non porterebbe necessariamente i due ministri draghiani a collaborare (si vedrà), ma che potrebbe replicare presto nella Lega quanto accaduto nel Movimento 5 Stelle.

D'altronde, il numero due del Carroccio - spiegano le fonti - imputa a Salvini una posizione poco governista, non chiara, con un piede nell'esecutivo e uno fuori. Una posizione che sarebbe anche alla base della forte flessione alle ultime elezioni comunali. Per non parlare poi della debacle ai referendum sulla Giustizia. Altre critiche poi sulla linea internazionale, scarso appoggio all'Ucraina, fino all'ipotesi di viaggio in Russia, e collocazione internazionale al Parlamento europeo con il gruppo ancora esistente oggi con la destra estrema tedesca di Afd. Oltre all'alleanza con Marine Le Pen e i complimenti dopo l'exploit al secondo turno delle Legislative di domenica scorsa.

Ci sarebbero una serie di temi politici che starebbero facendo meditare Giorgetti su una possibile scissione per far nascere, magari insieme a una fetta di Forza Italia, un movimento/partito moderato, europeista e atlantista. Non solo. Sono in molti in Parlamento, anche tra i leghisti, a pensare che l'obiettivo di Giorgetti, come quello di Calenda (come dimenticare il clamoroso endorsement alle Comunali di Roma) e Renzi, sia un Draghi bis dopo le elezioni politiche e non un governo di Centrodestra guidato da Giorgia Meloni. D'altronde la guerra in Ucraina, l'allarme economico con l'inflazione galoppante, la crisi del gas e la necessità di riformare le regole europee consigliano, nel Giorgetti-pensiero, di tenere SuperMario a Palazzo Chigi. L'estate bollente della politica potrebbe presto vedere un nuovo colpo di scena. Dopo il M5S la Lega?