Giustizia, Cdm sospeso: M5S insoddisfatto valuta astensione anche alla camera

La bozza non include i reati commessi per agevolare le associazioni mafiose e quindi il M5s non è soddisfatto della mediazione

Politica
Condividi su:

Il Movimento 5 stelle resta ancora contrario alla proposta di mediazione avanzata dal governo sulla riforma del processo penale. Una delle ipotesi sul tavolo è che i ministri pentastellati possano astenersi in Cdm. Al momento, la riunione del governo, che era iniziata a palazzo Chigi, sarebbe stata sospesa, dopo che i ministri cinquestelle si sono presentati in ritardo.

Fonti M5s riferiscono alla stampa che non sarebbe stato ancora trovato un punto di intesa sui nodi della riforma del processo penale, dopo il confronto tra governo e forze politiche precedente all'avvio della riunione del Cdm, al centro del quale le proposte di mediazione avanzate dall'esecutivo.

I pentastellati chiedono infatti da giorni che per tutti i reati di mafia non scatti l'improcedibilità, mentre nella bozza di mediazione le 'deroghe' riguarderebbero solo i reati previsti dagli articoli 416 bis e ter. ovvero associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso. Per questo i ministri M5S valutano l'astensione sul testo Cartabia 'rivisto' e arrivato in Cdm.  Secondo rumors, riporta l'Ansa, aumentano le possibilita' che ci sia anche un'astensione alla Camera. 

Giustizia, sul tavolo del confronto una proroga per reati di mafia-terrorismo-droga

Mafia, droga, terrorismo e violenza sessuale. Sarebbero questi i reati per i quali si prevedono delle "proroghe" alla durata del processo di Appello e Cassazione, rispetto alle nuove norme sulla improcedibilità su cui punta il ministero della Giustizia. Si starebbe valutando la possibilità che, in presenza di procedimenti complessi, relativi ai reati di mafia, droga, terrorismo e violenza sessuale, si preveda un tempo maggiore per i successivi gradi di giudizio. È questo uno dei punti di caduta proposti dal governo, secondo quanto apprende l'AGI, sul quale si stanno ora confrontando il premier Draghi e i ministri in attesa della riunione del Cdm.

La deroga alla durata dei giudizi di impugnazione, che bloccherebbe l'improcedibilità, sarebbe prevista - nella proposta di mediazione avanzata dal governo - nei casi in cui il "giudizio di impugnazione è particolarmente complesso, in ragione del numero delle parti o delle imputazioni o del numero o della complessità delle questioni di fatto o di diritto da trattare". Durante il confronto che ha preceduto l'avvio della riunione del Cdm, si sarebbe affrontata la questione di una definizione specifica dei “parametri di complessità” che consentirebbero la richiesta delle proroghe per la durata dei processi di Appello e Cassazione.

Riforma della Giustizia, Draghi media con partiti

La riforma del processo penale di nuovo alla prova del Consiglio dei ministri. Il premier Mario Draghi ha intenzione di chiudere il dossier oggi stesso, per fare in modo che il provvedimento arrivi nell'Aula della Camera gia' domani. E' in corso un'ultima mediazione. Il presidente del Consiglio nelle ultime 24 ore ha sentito tutti i leader della maggioranza, spingendo affinche' si raggiunga una convergenza per evitare ulteriori dilazioni. Ieri Salvini ha prospettato il punto di caduta, ovvero inserire una lista di reati imprescrittibili, dai reati di mafia a quelli sulla violenza sessuali e sulla droga. (Continua a leggere nella pagina successiva)

"L'opera di mediazione tra governo e partiti e' in corso, speriamo di chiudere entro oggi", ha ripetuto anche oggi. Ma l''exit strategy' ancora non trova l'accordo unanime delle forze della maggioranza. Il Movimento 5 stelle e' in fibrillazione, chiede che si tenga conto, per esempio, anche degli eco-reati e mette l'accento su altri punti controversi della riforma; Forza Italia con il coordinatore Tajani invoca soluzioni garantiste ma in generale chi ha appoggiato il provvedimento uscito dall'ultimo Consiglio dei ministri non nasconde le perplessita' per una sintesi che in ogni caso - questa la tesi - snaturerebbe il principio dell'improcedibilita'.

 In attesa che si arrivi ad un'intesa in Consiglio dei ministri e' slittata la riunione della conferenza dei capigruppo a Montecitorio. Intanto il presidente in pectore M5s, Conte, e' alla Camera dei deputati per incontrare i rappresentanti della commissione Giustizia del Movimento. Il tema della giustizia resta centrale mentre le riforme della concorrenza e del fisco sono slittate definitivamente a settembre proprio per evitare di mettere troppa carne al fuoco.

Ma nella maggioranza c'e' fibrillazione pure sui decreti da convertire, ieri a palazzo Madama sul dl semplificazioni sono venuti a mancare diversi voti pentastellati. Un altro segnale di un malessere interno al Movimento rispetto alla linea del governo. Oggi ha abbandonato il gruppo la senatrice Botto ma in molti vorrebbero prendere una strada diversa dall'appoggio a Draghi e sfilarsi. C'e' pero' nel Movimento chi avalla la tesi che occorrera' comunque aspettare le amministrative (oggi in Cdm potrebbe essere decisa la data del 3 ottobre) per non rompere il patto con il Pd o attendere le elezioni del prossimo presidente della Repubblica. M5s si appresta a votare il nuovo statuto (il pronunciamento sulla piattaforma ci sara' il 2 e 3 agosto) ma sara' dirimente l'esito della partita sulla giustizia per capire quale sara' l'atteggiamento M5s a pochi giorni dall'entrata in vigore del semestre bianco.