Giustizia, Gratteri: "Con riforma Cartabia l'Italia rischia l'infrazione Ue"

Giustizia, per il capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri: "Con la riforma Cartabia più facile delinquere e avere impunità"

Politica
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Il capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri boccia la riforma della Giustizia Cartabia dalle pagine de La Verità, che l'ha intervistato. "Era urgente intervenire sulla legge elettorale dei componenti togati del Csm, per limitare il ruolo delle correnti nella competizione elettorale. E invece ci troviamo una riforma con la quale sarà molto più semplice delinquere e conseguire l’impunità", dice.

Ma aggiunge qualcosa su cui nessuno sembra finora essersi soffermato: con la riforma Cartabia "l’Italia è a rischio infrazione". "L’ultimo rapporto della commissione Ue sulla giustizia in Italia, oltre a soffermarsi sulla lunghezza dei processi, pone l’accento sull’esiguo numero dei giudici. In altri termini" spiega Gratteri alla Verità "l’Europa ci chiede non solo di chiudere i processi in tempi brevi ma anche di assumere nuovo personale, ritenendo carente l’attuale dotazione organica degli uffici giudiziari. A ciò si aggiunga il fatto che in Italia non si fanno concorsi da un anno e mezzo e che ci sono stati numerosissimi pensionamenti".

Secondo Gratteri, la riforma Cartabia presenta già due vizi all'origine: "non prende affatto in considerazione la richiesta europea di intervenire sulle piante organiche dei magistrati e non tiene conto di un dato fondamentale, l’Europa ci chiede di giungere in tempi brevi ad una decisione di merito, non di fermare il processo".

Significa che l’Italia incorrerà egualmente nella procedura di infrazione? "Certamente" risponde Gratteri "se dovesse entrare in vigore un sistema che mandi in fumo i processi e impedisca di giungere a una decisione di merito e dare una risposta di giustizia, qualunque essa sia. Sono evidenti i profili di contrarietà ai principi fondamentali dell’Unione Europea".

Se l'obiettivo della riforma è accelerare i tempi della giustizia, secondo Gratteri "con questa riforma siamo in presenza di un paradosso: l’obiettivo di celerità e deflazione che il governo persegue verrà totalmente disatteso. Aumenteranno in modo esponenziale le impugnazioni strumentali e ciò rallenterà la gestione complessiva dei carichi degli uffici giudiziari". 

"Manca un’adeguata conoscenza delle realtà giudiziaria italiana" spiega Gratteri "e dei reali problemi sollevati dalla stragrande maggioranza dei magistrati italiani, che quotidianamente lavora con impegno e dedizione".

E mette in guardia: "Si vanificheranno i processi per corruzione, concussione, peculato e tutti i reati contro la pubblica amministrazione; tra questi anche i reati di corruzione in atti giudiziari che coinvolgono magistrati che hanno svenduto la loro funzione. Ma anche gli omicidi colposi collegati alla responsabilità medica, agli infortuni sul lavoro, ai sinistri stradali e tanti altri reati che interessano ai cittadini verranno inevitabilmente colpiti dalla scure della improcedibilità".