Governo: FdI, Lega, Forza Italia. Quanti e quali ministri. I nomi. Esclusivo

Il 20/21 può nascere il Governo. Lega: crescono le chance per Salvini all'Interno, Bizzotto la "quota rosa" del Carroccio

Di Alberto Maggi
Meloni Tajani Salvini
Politica
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Governo, Centinaio torna all'Agricoltura. I nomi della Lega (e non solo)


Il consiglio federale della Lega è convocato domani, martedì 4 ottobre, alle 15.00 a Roma. Come anticipato, servirà per fare il punto della situazione con l’obiettivo di costruire in tempi rapidi la squadra di governo più efficace possibile. La nota del Carroccio è lapidaria e conferma l'accelerazione nel Centrodestra per la formazione del governo dopo le elezioni del 25 settembre. E' probabile che l'esecutivo a guida Giorgia Meloni nasca intorno al 20-21 ottobre, stando almeno a fonti qualificate della coalizione. Il primo punto per la Lega e per il suo segretario resta il ritorno di Matteo Salvini al ministero dell'Interno, dopo che nel 2018, con il Conte I, bloccò gli sbarchi e costruì proprio dal Viminale il boom alle Europee del 2019.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, non c'è alcun veto da parte della premier in pectore, anche se la vera trattativa non è ancora iniziata. Si tratta di trovare l'equilibrio giusto politico, di genere e che consideri anche il fatto che non potranno esserci troppi ministri senatori visto che la maggioranza a Palazzo Madama non è poi così amplia. Se dovesse saltare Salvini all'Interno, che resta la prima opzione per il Carroccio, al Viminale andrebbe il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, tecnico di area leghista che fu capo di gabinetto di Salvini ministro.

Per la Lega, inoltre, appare sicuro il ritorno di Gian Marco Centinaio alla guida del dicastero delle Politiche agricole, dopo averlo guidato con il Conte I e dopo essere stato sottosegretario di Stefano Patuanelli. "Ottima soluzione", spiegano da FdI, dando così un sostanziale via libera. A metà mattina il leader della Lega precisa: “Niente da fare, a sinistra non se ne fanno una ragione…A leggere i giornali oggi, dovrei fare il Ministro in otto ministeri diversi. Lasciamoli scrivere e lavoriamo alla squadra migliore possibile. Non vedo l’ora che il nuovo governo entri in carica, abbiamo le idee chiare su come difendere il lavoro e il futuro degli Italiani!”.

Ovviamente la squadra di governo e le presidenze di Camera e Senato si legano a stretto giro. E nella Lega, come spiegano fonti qualificate, vale la norma che chi è stato ministro con Draghi sarà fuori dal governo Meloni. Ecco che salgono moltissimo le quotazioni di Giancarlo Giorgetti presidente della Camera, soluzione gradita a tutto il Centrodestra e apprezzata anche dal Terzo Polo e da una parte del Pd. Non solo, Salvini non avrebbe più una figura ingombrante al governo che spesso, stando almeno ai resoconti parlamentari, non è stato in linea con le posizioni del segretario del Carroccio.

Per la presidenza del Senato il nome che si fa con sempre maggiore insistenza è quello del co-fondatore di FdI Ignazio La Russa. La poltrona di Montecitorio vale però un ministero e quindi alla Lega non ne andrebbero quattro, come a Forza Italia, ma tre. E per il terzo serve una donna, visto che Meloni tiene tantissimo alla presenza femminile nell'esecutivo. Il dicastero è ovviamente quello degli Affari regionali per l'attuazione dell'autonomia e in questo caso l'esponente non può che essere veneta. Ma non Erika Stefani, essendo stata ministra con Draghi.

Secondo fonti leghiste, il nome dovrebbe essere quello dell'europarlamentare appena eletta al Senato Mara Bizzotto, vicinissima al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Si tratta anche di una risposta alla nascita dei cosiddetti "comitati del Nord" fondati da Umberto Bossi come corrente interna a Via Bellerio. La Lega dovrà quasi certamente rinunciare alle Infrastrutture e alla Giustizia (in pole position Carlo Nordio), dove comunque Edoardo Rixi e Giulia Bongiorno potrebbero diventare vice-ministri. Altro nome leghista importante come vice-ministro, in questo caso all'Economia, è quello dell'esperto di fisco Alberto Gusmeroli. Salvini poi vuole recuperare anche due non eletti importanti, Armando Siri (padre della Flat Tax) e Lorenzo Viviani, responsabile nazionale del dipartimento pesca.

Per quanto concerne Fratelli d'Italia l'unica certezza è che Francesco Lollobrigida resterà capogruppo alla Camera, ruolo chiave per la tenuta della stessa maggioranza. A FdI, o a tecnici meloniani, andranno i ministeri economici e in particolare il Mef, in corsa Maurizio Leo (se non come ministro, sicuramente vice magari di Fabio Panetta) e il Mise (Sviluppo economico). Altro ruolo che FdI avrà, quasi certamente con Adolfo Urso, è quello di ministro per i Rapporti con il Parlamento, altra funzionale fondamentale per la premier in pectore. Giovanbattista Fazzolari è in corsa per il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre alla Difesa dovrebbe andare Guido Crosetto.

Per Forza Italia Antonio Tajani è in pole position come ministro degli Esteri, considerando che è vicepresidente del PPE, ma se alla Farnesina andasse la tecnica Elisabetta Belloni per il numero due azzurro sarebbe pronto un altro dicastero di peso come la Salute. Forza Italia è più indietro rispetto alla Lega nella definizione delle persone per il governo, ma molto probabilmente due donne saranno in squadra: Licia Ronzulli (ipotesi Pari opportunità) e Anna Maria Bernini (ipotesi Istruzione). Anche Alessandro Cattaneo potrebbe rientrare nella compagine.