Governo Meloni, ministri: i nomi. Chi entra, chi esce, chi sale, chi scende...

Tajani presidente della Camera e La Russa del Senato

Di Alberto Maggi
Silvio Berlusconi Giorgia Meloni Matteo Salvini
Politica
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Governo, compromesso per il Viminale


Ufficialmente, a microfono acceso, tutti nel Centrodestra ripetono che "è presto per parlare della composizione del nuovo governo". Dietro le quinte, però, già da domenica sera si discute, informalmente, di caselle, incarichi e poltrone. E' ovvio che lo straordinario successo di Fratelli d'Italia fa fare al partito di Giorgia Meloni (premier) la parte del leone. Ma, numeri parlamentari alla mano, sia la Lega sia Forza Italia sono determinanti per la sopravvivenza del prossimo esecutivo e quindi la presidente del Consiglio in pectore non può che essere generosa con gli alleati. Il primo punto sono le presidenze dei due rami del Parlamento.

Fratelli d'Italia vuole assolutamente una delle due Camere e non è disposta a lasciarle entrambe a Lega e Forza Italia. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'obiettivo di Antonio Tajani, numero due di Forza Italia (d'accordo con Silvio Berlusconi), è quello di ricoprire il ruolo di presidente di Montecitorio e, di conseguenza, per Palazzo Madama sfuma l'ipotesi Roberto Calderoli e prende quota (anzi, è quasi certo) il nome di Ignazio La Russa, ex ministro e storico volto della destra nazionale. Per quanto riguarda la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, spiegano da FdI, Meloni vuole assolutamente una persona di sua fiducia e il nome che circola con maggiore insistenza è quella del co-fondatore del partito Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa (proprio con La Russa) ed esperto di questioni economiche e internazionali.

La sua figura potrebbe essere quindi molto utili in particolare sui dossier energia, Europa e in generale sulle relazioni con le principali capitali mondiali, Washington in testa, considerando anche e soprattutto il conflitto tra Russia e Ucraina. Per il ministero dell'Interno serve una soluzione che vada bene anche a Matteo Salvini (il leader della Lega ambiva a tornare al Viminale ma quel misero 9% probabilmente non glielo consente) e trova conferme in ambienti Fdi l'ipotesi Matteo Piantedosi, attuale prefetto di Roma, ex capo di gabinetto quando Salvini era ministro dell'Interno, considerato un tecnico di area (più Lega che Fratelli d'Italia).

Se, come detto, il Carroccio dovesse star fuori dal gioco delle presidenze delle Camere, alla Lega potrebbero andare quattro ministeri, tre a Forza Italia e dodici a Fratelli d'Italia (tra politici e tecnici di area). Via libera di FdI alla conferma di Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico, anche per un motivo di continuità sui vari dossier aperti. Per Salvini, se vorrà far parte del governo, si potrebbe trovare una soluzione come quella del dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture, un dicastero importante ma non di quelli chiave e che potrebbe consentire al leader leghista una certa visibilità mediatica. La Lega tenterà il colpaccio di uno dei quattro dicasteri di peso con Giulia Bongiorno alla Giustizia, anche perché - detto del Viminale - Meloni non vuole mollare Economia ed Esteri (confermato il nome di Giulio Terzi di Sant'Agata).

Meloni sicuramente intende tenere per il suo partito il ministero dei Rapporti con il Parlamento, considerato fondamentale per la buona gestione e l'operatività della maggioranza. A Forza Italia potrebbe andare il Welfare/Lavoro con Anna Maria Bernini, oltre a un ministero meno importante (che certamente andrà anche alla Lega). Un altro nodo da sciogliere e di possibile frizione rischiano di essere le Politiche agricole, in quanto per il Centrodestra il rapporto con quel mondo viene considerato chiave. Salvini ha in mente il ritorno di Gian Marco Centinaio, ma Meloni vuole un tecnico di area. Su un punto in FdI non hanno dubbi: Giulio Tremonti non farà parte del prossimo e governo e quindi il nome in pole position per Via XX Settembre resta quello di Fabio Panetta.