Green Pass, Faraone: "Aprire tutto, libertà assoluta". Salvini: "No a terrore"

Green Pass, 31 milioni di download ma molti italiani restano esclusi: intanto la maggior parte delle pmi si dice favorevole ma teme di perdere clientela no vax

Politica
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Il Green Pass continua a far discutere e dividere. E' arrivato a quota 31 milioni il numero dei dowload dei certificati da parte degli italiani, anche se molti di loro ancora restano esclusi, per problemi tecnici o di comunicazione. I politici tastano il terreno rilasciando dichiarazioni prudenti, mentre un sondaggio rivela che il 60% degli artigiani è favorevole alle restrizione ma teme al reazione dei clienti no vax.

Il presidente dei senatori Iv, Davide Faraone, ha scritto su Twitter: "Due le misure da prendere: riaprire tutto e liberta' assoluta per chi ha il Green Covid pass, alcune limitazioni per chi non lo possiede. Rivedere i parametri di rischio per il passaggio in zona gialla, arancione o rossa, distinguere tra contagiato e malato in ospedale".

Matteo Salvini, invece, intervenendo dal gazebo #referendumgiustizia di San Giovanni Lupatoto, ha fatto dichiarazioni prudenti: su Green Pass "calma e cautela. Mettere in sicurezza chi rischia, sì. Mettere in sicurezza i nostri genitori e i nostri nonni, sì. Ma perché inseguire i ragazzi di 18 -20 anni che vogliono andare in spiaggia? La salute è fondamentale ma senza terrorizzare... Ci sono gli ospedali fortunatamente vuoti ma senza mettere altra burocrazia e altri limiti a 60 milioni di italiani che per un anno e mezzo hanno vissuto nella paura e hanno bisogno di una estate sana, ma di vita". 

Nel frattempo, un'indagine riportata da Agenzia Nova e condotta tra un campione di circa 250 associati di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza ha mostrato come i il 60 per cento accetterebbe il Green Pass ma per oltre la metà è forte la paura delle reazioni dei clienti no vax che potrebbero tradursi in una perdita di utenza. 
L'80 per cento dei micro e piccoli imprenditori crede probabile, se non certo, un nuovo lockdown autunnale, a causa degli assembramenti senza controllo e per la significativa presenza di non vaccinati. C'e' anche un 23 per cento dei titolari che teme di non avere energie sufficienti per il controllo della documentazione presentata dai clienti. 

"I piccoli imprenditori non sono piu' in grado di compiere scelte in serenita' - commenta il Segretario Generale di Unione Artigiani, Marco Accornero - Non c'e' solo il timore del contagio ma ora sono anche costretti a preoccuparsi seriamente delle reazioni imprevedibili di parte di chi sta scegliendo di non aderire alla vaccinazione. Il nostro appello al Governo: qualunque sara' la scelta sul green pass, consenta alle imprese di operare su binari chiari e definiti nel rispetto della sicurezza di tutti". Nell'indagine e' stato chiesto inoltre agli iscritti di descrivere il clima in azienda e tra i collaboratori rispetto alla vaccinazione e le possibili reazioni di fronti ad alcuni scenari.

Il 60 per cento dei datori di lavoro sanno che quasi tutti i loro collaboratori conoscono le scelte o il percorso vaccinale degli altri colleghi. E sono proprio pochi, tra gli imprenditori, coloro che si dichiarano - almeno nell'indagine - perfettamente aderenti al rispetto della privacy dei loro dipendenti (9,2 per cento) sulle vaccinazioni o affermano di non saperne nulla (16 per cento).

Sulla presenza in azienda di non-vaccinati, gli imprenditori che hanno partecipato alla nostra indagine si dividono a meta' tra preoccupati (51 per cento) e no. L'indagine ha chiesto ancora ai titolari come, a loro giudizio, reagirebbero i loro dipendenti se dovessero condividere l'ufficio con un no vax. Il 52 per cento degli interpellati si attende di ricevere almeno una segnalazione dal dipendente preoccupato, accompagnata anche da una richiesta di isolare il collaboratore non vaccinato.

E loro, gli imprenditori stessi, cosa farebbero di fronte ad un dipendente non disponibile a vaccinarsi se venissero in qualche modo a conoscere questa informazione? Pur conoscendo i divieti per la privacy, il 24 per cento non vorrebbe avere collaboratori non vaccinati. Il 30 per cento affronterebbe il dipendente a quattrocchi. Iniziative, queste ultime, che sarebbero messe in campo soprattutto dai titolari delle micro e piccolissime imprese nelle quali si lavora spesso fianco a fianco. Gli altri imprenditori, non sapendo cosa fare, chiederebbero almeno un consiglio al medico del lavoro, al legale o all'associazione di categoria.