M5S: bei tempi, quelli del Vaffa-day. Caro Beppe Grillo, torna alle orgini!

Qualche nostalgico gli avrà somministrato un irresistibile lassativo linguistico

Di Paolo Diodati
Politica
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Se il fondatore dei 5 Stelle non si fosse auto-imbavagliato...

 

Bei tempi, quelli del Vaffa-day
 

Se tu, caro Beppe ex rivoluzionario, fossi rimasto quel che eri ai giorni del Vaffa-day o, meglio, visto il tuo recentissimo e azzeccato ruggito, se tu potessi eliminare la museruola che ti sei imposto di tenere giorno e notte, ora confesseresti:  "Bei tempi, quelli delle adunate oceaniche nel Vaffa-day! Mi faceva un baffo, il duce con le braccia a vaso da notte che se non partecipavi, ti ficcava in corpo un bel po' d'olio di ricino, con l'aggiunta eventuale di botte! E quel sistema, sì che funzionava come vaccino a lunga durata!"

Uscito dalla parte che i giochi della politica e il tuo triste destino ti costringono a recitare, di' la verità: vista la situazione attuale e il ruggito che t'è scappato, non esiteresti a indire la Vaffa-week.

Sette giorni consecutivi di Vaffa-day durante i quali il signorile e univocamente interpretabile invito, rivolto anche radio-televisivamente (a ogni nome pronunciato o faccia sul video, si sentirebbe la signorile e delicata esortazione, sulle notissime note goliardiche SOL SOL SOL (quest'ultima, un'ottava inferiore) per esempio SPE-RAN-ZA   SPE-RAN-ZA e quel che segue del celebre perentorio invito ad andare a fare quella cosa lì, ritenuta più adatta come attività, per le capacità politiche mostrate! 

 

Così il Vaffa-week, darebbe finalmente la salutare spallata a questo governo, tenuto in piedi a calcinacci senza cemento e ai suoi consiglieri "scienziati veri, unici interpreti della vera scienza" (vero, Mattarella?). Scienziati consiglieri e megafoni televisivi politicamente permessi, definiti oggi, dal grande e stimatissimo Franco Battaglia (La Verità, pag.5) senza giri di parole per addolcire la pillola, con il giudizio sintetico che meritano: i pazzi!

Chi volesse aver motivi per aggiungere "e bugiardi!" ecco la lezione del Prof. Bellavite, cacciato dal suo ateneo (Verona) per aver espresso da Floris, dubbi sugli effetti collaterali dei vaccini. Ecco la sua risposta al regime vaccinario:

https://youtu.be/puqpo88OONg

 

 

A queste notizie e speranze contro Speranza, aggiungo la soddisfazione nel leggere l'editoriale odierno di Affaritaliani, scomparso troppo presto e ora rintracciabile con difficoltà. Era scritto da un poeta che si riconosceva dalle argomentazioni. Se non erro, i redattori mi correggano, è il secondo che ritiene invotabili tutti i candidati alla Presidenza della Repubblica. Si augura una persona solare che emani calore... . Avete visto Draculakistein? Con Brunetta ... altro che interpreti Kapò, nel film evocato dal Berlusca! 

Spopolerebbero in un film horror...

 Al poeta sognatore segnalo il sondaggio in corso su Cacciari Presidente.

Ogni volta che ricompare la possibilità evidenziata di votare, i Sì fanno un balzo in avanti!

Cacciari non sorride per fare il piacione. Sorride quando è il caso. Non emana calore?

Quando lo lasciano parlare e quando ha agito, ha emanato "S'i' fosse foco, arderei 'l mondo... ". Ripeto: non lo conosco, non l'ho mai incontrato, ma so leggere e ascoltare.

Caro Poeta, s'accontenti di votare Cacciari "pi cacciari cu s'ha da cacciari!", hanno sentenziato i siciliani corregionali e conoscitori di Mattarella.

Torniamo a Grillo.

Non sappiamo, se o quando, finalmente, scoppierà di suo o perché qualche nostalgico di quel che era, gli avrà somministrato un irresistibile lassativo linguistico. Si dice "in vino veritas", ma si basava su una statistica ristretta chi formulò questa affascinante affermazione. In verità la sbronza può avere effetti molto diversi. Mia sorella filosofa dopo un sorsetto di rosso o bianco, dice seria "Non fatemi bere di più, ché mi viene da ridere e poi... mi metto a piangere..."

Un compagno di liceo a Pesaro, Franco Del Monte, dopo una bottiglia del famoso "buon vino Ferrari (25.000 bottiglie ritirate, perché. si arrivò a scrivere, il bel rosso era ricavato dal sangue di bue), invece di festeggiare con noi, si mise a piangere calde lacrime, muto come un pesce e singhiozzante, seduto come un mendicante su uno scalino del lungomare di Riccione.   Quindi, lassativo linguistico, per Grillo.

Sbaglierò, perché sono tra quelli che non hanno abboccato alle sirene dell'ex incendiario Beppe, né a quelle del cicisbeo suo erede che stravolge i suoi grandiosi programmi (apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno) per rifare una specie di DC o PSDI che ricontengano tutti i partiti dell'arco costituzionale ed extra) e non ho grande conoscenza del suo repertorio comico.

La sua battuta-barzelletta che continuo ad apprezzare, a prescindere dalla reale corrispondenza alla realtà, è questa: Craxi, capo del governo, nel 1986 era in visita ufficiale in Cina con una delegazione che fu oggetto di feroci contestazioni per la composizione giudicata numericamente eccessiva, familiari inclusi, tanto che il governo emise delle puntualizzazioni assicurando che il tutto fosse in linea con l'uso internazionale nelle visite ufficiali. In realtà le delegazioni francesi erano molto più numerose, circa il doppio. Leggendo quello che arrivarono a scrivere tanti giornalisti ritenuti seri, si ha un'idea di quanto fossero provinciali i nostri commentatori e quanto fosse sentita la gara all'originalità e alla pesantezza dei giudizi (Circo Orfei, lo sbarco della Casta in Cina, Non si sono portati la grattugia formaggio!).

In quella bella atmosfera anticraxiana, ecco il gioiello del futuro fondatore del M5S: tra le tante meraviglie scoperte in quella sterminata e lontana nazione, secondo l'allora felice fantasia di Beppe, Claudio Martelli, vicinissimo al Capo, gli riferisce, meravigliato, la sua scoperta: "Bettino ... ma qui c'è un miliardo di persone... e sono tutti socialisti!" "Bene! E allora?" "Come bene e allora? Ma se sono tutti compagni socialisti, a chi rubano?" spiegò il sottile Claudio.

Per coerenza, se Grillo non si fosse auto-imbavagliato, la sua natura con verve esplosiva, irriverente e volgarotta, lo porterebbe, mutatis mutandis, a questo aggiustamento.

Bill Gates, avendo comprato in Italia due storici Hotel, viene a farci visita, accompagnato dal suo dinamico braccio destro nei complessi e discussi rapporti con industrie farmaceutiche.

Lo sveglissimo collaboratore esclama "Dio mio, Bill! Qui hanno preso tutti la terza dose, tranne quattro rompicoglioni a cui, come ha ben detto Macron, gli si renderà la vita impossibile, continuando a dare la colpa dei contagi anche quando sarà rimasto un solo non vaccinato!" 

"Bene, se han fatto tutti la terza dose! E allora, di che ti lamenti?" 

"Come bene? L'Italia, lo dicono tutti, è il laboratorio più importante, hanno detto sempre d'essere stati i primi e questa volta, magari dicono la verità. Se sono tutti alla terza dose, qui, i vaccini, a chi li vendiamo?" 

"In Italia hanno un proverbio diverso dal nostro. Dicono che 'non c'è due, senza tre'. Basta dire che la scienza insegna 'Non c'è tre, senza quattro, poi non c'è quattro senza cinque e così via..."

" Che genio che sei Bill! Ma ci sei nato o lo sei diventato crescendo?"

"No, non sono un genio, mi rifaccio solo al film "Il monello", ricordi? E nemmeno Chaplin era un genio. Ha raccontato un trucco vecchio come il mondo, tanto evidente, da essere banale: creare agli altri un'esigenza, avendo pronto il modo per soddisfarla.  Che bell'esempio di società d'affari il monello che con la fionda rompe i vetri, scappa ed ecco lui, Charlot, fischiettando con alla schiena i vetri pronti per l'immediata sostituzione!"

"Giusto! Farlo però ora, mettendo in giro vaccini ... per poi dire 'non c'è cinque, senza sei dai, sei davvero geniale!"

"Dipende dai punti di vista. Per me, sono stupidi gli altri... sai le pecore..."