"Grillo si è stufato del Movimento". Strategia della costruzione e distruzione

Il professor Geminello Preterossi, filosofo della politica, analizza il caso. "Il suo è un ruolo unico: non si cura dei 5s ma decide per loro"

Politica
Condividi su:

M5s, nella testa di Beppe Grillo. Draghi-Conte e quel ruolo enigmatico

La crisi del M5s continua e la giornata di oggi si preannuncia come cruciale per le sorti del Movimento ma anche per quelle del governo. Il faccia a faccia tra Conte e Draghi del pomeriggio servirà a capire la reale situazione dopo le accuse rivolte al premier per le frasi poco irrispettose espresse nei confronti del suo predecessore. A complicare ulteriormente le cose c'è il ruolo di Beppe Grillo. "Il garante del Movimento - spiega al Fatto Quotidiano il filosofo della politica Geminello Preterossi - è fuori ma dentro. Non si cura del Movimento ma decide per il Movimento. È una originale forma di garanzia, di costruzione e di distruzione. Tra Grillo e Draghi sembra esserci più di un cortese scambio di opinioni. Poi potrebbe aggiungersi una questione psicologica oltre che politica".

"Grillo - prosegue l'analisi al Fatto di Preterossi - si sarà scocciato, ne avrà le scatole piene del Movimento. O ritiene che la sua storia sia politicamente finita, che i suoi rappresentanti siano al di sotto della soglia minima della credibilità politica. Di Conte disse: Incapace e inadeguato. Ma non credo che voglia arrivare al punto di uccidere il suo Movimento. Grillo dovrebbe spiegare il senso del suo impegno a favore di Draghi. Si è stancato del Movimento? Ritiene Conte inadeguato al punto da non offrirgli collaborazione e sostegno? Oppure è il contrario: a suo modo lavora per tenere unito questo rissoso Movimento dopo la scissione di Di Maio e sostenerlo nel passo verso l’età adulta".