Il sottosegretario Albano: "Pil più forte con più donne al lavoro. Ecco tutte le misure previste a sostegno dell'occupazione femminile"
"La parità di genere non è solo un tema etico: ha un impatto diretto e condizionante sulla nostra economia". Intervista
Il sottosegretario Albano: "Pil più forte con più donne al lavoro"
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Affaritaliani intervista il Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze Lucia Albano per approfondire le principali misure messe in campo dal Governo Meloni a tutela delle donne, delle famiglie e della parità di genere.
Sottosegretario Albano, ci avviciniamo alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che significato ha questa ricorrenza e qual e’ l’obiettivo centrale delle politiche del Governo Meloni per le donne?
Il 25 novembre si celebra una ricorrenza fondamentale per riflettere su quanto è stato fatto e su quanto resta ancora da fare in materia di politiche femminili. É opinione forse troppo diffusa che la destra non dia la giusta attenzione ai temi della parità di genere, ma a mio avviso si tratta di un giudizio superficiale e parziale. Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha lavorato concretamente per mettere a disposizione del sistema economico strumenti che consentano alle donne di essere messe realmente nelle condizioni di fare la propria parte.
Vogliamo dare alle donne la possibilità di dimostrare il proprio valore, di esprimere il talento che possiedono e di liberare le proprie energie. E proprio questa la premessa fondamentale per costruire una società che riconosca il merito e favorisca un'equità non solo formale. Sono certa che il progresso passi da qui: non da slogan o quote, ma da opportunità vere, da un sistema che valorizzi il contributo di tutte e tutti.
Lei ha sottolineato che la parità di genere ha anche un impatto economico: può spiegare in che modo?
La parità di genere non è solo un tema etico: ha un impatto diretto e condizionante sulla nostra economia.
Prova ne è che qualora il tasso di occupazione femminile in Italia raggiungesse quello medio dell'Unione Europea, il PIL nazionale potrebbe crescere del 7,4%. I dati parlano chiaro: le politiche messe in campo dal Governo Meloni hanno dimostrato la loro efficacia, e l'occupazione femminile ha raggiunto il livello più alto di sempre, superando i dieci milioni di donne lavoratrici.
Si tratta di un risultato importante, ma siamo consapevoli che davvero molto resta ancora da fare per raggiungere la parità in tutti gli ambiti della società. Sulle spalle delle donne grava ancora il 71% delle attività di cura domestica, dall'assistenza ai figli a quella dei familiari non autosufficienti, un peso che limita pienamente la loro libertà e le opportunità di crescita.
Entriamo nel merito della Legge di Bilancio: quali misure sono previste a sostegno delle famiglie e dell’occupazione femminile?
Crediamo che un figlio o il lavoro di cura non debbano essere un limite alle proprie legittime aspirazioni, e credo valga la pena elencare alcune misure che il Governo ha attuato, tramite la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella, per agevolare le famiglie, la natalità e la parità e che hanno portato un totale di benefici netti per le famiglie italiane di oltre 16 miliardi solo per l'anno 2024. Nella Legge di Bilancio, attualmente in discussione in Parlamento, troviamo:
- Aumento del bonus mamme lavoratrici, dedicato alle lavoratrici dipendenti o autonome con due o più figli.
- Per l'assunzione di lavoratrici madri di almeno tre figli under 18 e prive di impiego da almeno sei mesi, la legge di bilancio prevede l'esonero al 100% dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore privato, nel limite di importo di 8mila euro annui.
- Rafforzata, poi, la disciplina dei congedi. Per quello parentale viene reiterato l'incremento dal 30 all 80% della retribuzione per tre mesi e si innalza da 12 a 14 anni il limite di età dei figli per usufruirne
- Nel pacchetto a favore delle famiglie rientrano poi la stabilizzazione del finanziamento per i centri estivi (60 milioni l'anno per i Comuni) e la nascita di un «Fondo per il finanziamento delle iniziative legislative a sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare»
- Rifinanziato fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, destinato a progetti contro le discriminazioni e a iniziative per la parità tra uomini e donne, e Fondo per il reddito di libertà, riservato alle donne vittime di violenza.
- Contributo economico di 1000 € per ogni bambino nato
- Bonus asili nido, il sostegno annuale per il pagamento delle rette o per l'assistenza domiciliare di bambini con patologie croniche, beneficerà di 12.000 bambini in più
Parliamo di violenza di genere. Quali dati e quali misure ritiene più significativi?
L'Istat ha divulgato un dato impressionante: una donna italiana su tre ha subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita e a commettere gli stupri e gli abusi sono soprattutto i partner. Il Governo si sta impegnando concretamente: basti pensare - dal punto di vista pratico - all'introduzione del reato di femminicidio, all'adozione del braccialetto anti-violenza, all'introduzione di massicci fondi per sovvenzionare i centri anti-violenza, le case rifugio, ma anche investimenti nella formazione per preparare al meglio le Forze di Polizia e gli operatori sanitari, i quali per primi vengono in contatto con le vittime.
Ma il vero lavoro da fare è culturale e di cambiamento della mentalità. Un terreno sul quale le norme rischiano di essere inutili.
Lei parla anche di “violenze invisibili”. A cosa si riferisce?
Oltre alla violenza fisica e verbale, esistono forme più sottili ma altrettanto gravi. In Italia si parla ancora troppo poco di violenza economica, nonostante sia un fenomeno molto diffuso che può rappresentare il preludio della vera e propria aggressività fisica.
E una forma di abuso che limita la libertà e l'autonomia di una persona, spesso controllando l'accesso al denaro, alle risorse o alle informazioni finanziarie. Chi subisce violenza economica viene escluso dalla possibilità di gestire le proprie finanze, di prendere decisioni autonome o di programmare il proprio futuro economico, creando una dipendenza che si riflette in ogni aspetto della vita.
Come può l’educazione finanziaria contribuire a contrastare questo tipo di violenza?
L’educazione finanziaria è uno strumento essenziale per prevenire e contrastare la violenza economica. Fornire a tutti, e in particolare alle donne, le conoscenze e le competenze per gestire il denaro, capire investimenti, budget e risparmio significa dare loro gli strumenti per essere autonome, consapevoli e padrone della propria vita economica.
Promuovere l'educazione finanziaria significa quindi rafforzare la libertà personale, abbattere le barriere di controllo e potere che alimentano la violenza economica, e favorire una vera parità di genere anche in campo economico.
Quali passi avanti sono stati fatti di recente in questo campo ?
Grazie al Governo guidato da Giorgia Meloni, nel Ddl Competitività l'educazione finanziaria di recente è divenuta un insegnamento vero e proprio nell'ambito della Educazione Civica. Questa e tutte le altre iniziative messe in campo dalle istituzioni - tra cui il Ministero dell'Economia e delle Finanze e la Banca d'Italia - contribuiscono ad abbattere le barriere di controllo e potere che alimentano la violenza economica, e favorire una vera parità di genere anche in campo economico.