Iran, Vance e non solo: Roma torna caput mundi. Ma ora consolidiamo questa ritrovata centralità

Venerdì JD Vance sarà in visita a Palazzo Chigi: un unicum nella storia contemporanea di un vicepresidente a stelle e strisce che, il giorno dopo la visita di un presidente del Consiglio a Washington, lo "segue" a Roma

di Redazione

JD Vance

Politica

Ecco perchè Roma può tornare centrale nella diplomazia internazionale  

In un momento di confusione globale, in cui ogni giorno si rincorrono annunci, minacce, smentite, provvedimenti bizzarri, c'è forse un barlume di speranza per il nostro Paese: la centralità di Roma e dell'Italia. Senza voler parteggiare con nessuno, è evidente che in questo momento l'Unione Europea, pur tra mille spinte e mille distinguo, ha sposato la scelta di Giorgia Meloni di andare a Washington più che quella oltranzista ("no pasaran") di Emmanuel Macron o quella filo-cinese di Pedro Sanchez. Ursula Von Der Leyen, pur con molte cautele (non ultima quella di annunciare che la trattativa sui dazi può andare anche malissimo) ha "benedetto" l'incontro tra la Meloni e The Donald. Il quale, oltretutto, le riserverà onori che sono spettati a pochi prima di lei, compresa l'apertura della Blair House dove alloggerà la premier. 

Insomma, le premesse sono buone e il ruolo della Meloni può davvero essere quello di pontiere. Anche perché è chiaro che, al di là dei proclami gradassi, Trump sta negoziando a modo suo ed è pronto a fragorosi passi indietro dopo le sue sparate villane. Dunque, sembra che ci sia qualche spiraglio per ottenere nuovi accordi con gli Usa. E se dazi zero è impossibile, cerchiamo almeno di limitare i danni. Anche perché la vera battaglia di The Donald non è con Bruxelles, ma con Pechino. E se l'Europa vuole restare influetne deve giocare su due (o più) tavoli per rimanere sempre in equilibrio.

Ma ci sono altre due buone notizie. La prima è che domani, venerdì, JD Vance sarà in visita a Palazzo Chigi. Un unicum nella storia contemporanea di un vicepresidente a stelle e strisce che, il giorno dopo la visita di un presidente del Consiglio a Washington, lo "segue" a Roma. E questa è la novità incoraggiante: la Capitale è tornata a essere centrale, dopo anni di appannamento in cui veniva derisa sui giornali stranieri per un mix di monnezza, gabbiani, topi e ancora spazzatura. C'è di più: dopo un lungo tira e molla, l'incontro tra Usa e Teheran sul nucleare - un vero crocevia per il futuro del Medio Oriente - si terrà a Roma, luogo quindi considerato al tempo stesso neutrale e autorevole. Ora questa nuova centralità va capitalizzata al massimo: dopo decenni ancillari, l'Italia torna a dettare la linea. Merito della stabilità di questo governo, certo, ma anche del lavoro fatto da Mario Draghi in 18 mesi di esecutivo. Uno che, quando parla, fa sentire la sua voce forte e chiara. Ora anche la Meloni può e deve usare il bazooka per ricordare: "Roma c'è ed è qui per restare".

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