Riforma della Corte dei Conti: via libera dal Senato contro la "firmite". Cosa prevede e cosa cambia - Associazione magistrati, 'pagina buia, riforma passo indietro in lotta sprechi'

Il provvedimento a firma di Tommaso Foti introduce meccanismi che alleggeriscono alcuni obblighi di firma e procedure

di Chiara Feleppa
Politica

C. Conti: Associazione magistrati, 'pagina buia, riforma passo indietro in lotta sprechi'

"Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini: il Senato della Repubblica ha approvato la riforma della Corte dei conti, magistratura chiamata dalla Costituzione a garantire che le risorse pubbliche siano destinate ai servizi alla collettività e non siano sprecate, per imperizia o corruzione. Si tratta di una scelta che segna un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e inaugura una fase in cui il principio di responsabilità nella gestione del denaro dei cittadini risulta sensibilmente indebolito". Ad affermarlo in una nota è l'Associazione Magistrati della Corte dei conti dopo il via libera del Senato alla riforma. Da oggi, sottolinea l'associazione, "in presenza di grave colpa, il danno arrecato alle finanze pubbliche sarà risarcibile solo entro il limite massimo del 30% del pregiudizio accertato. La parte restante non verrà recuperata e resterà a carico della collettività. Ulteriori forti preoccupazioni suscitano l’introduzione di meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità, legati al silenzio della Corte dei conti in sede di controllo di legittimità o di parere. In questo modo, l’assenza di una pronuncia esplicita della Magistratura contabile rischia di trasformarsi in una giustificazione automatica, piegando tali funzioni a logiche di esclusione della responsabilità piuttosto che di miglioramento dei servizi".

La riforma, conclude l'Associazione, "incide negativamente sui principi di legalità, responsabilità e buon andamento dell’amministrazione, sanciti dalla Costituzione, e solleva un tema centrale di equità: le risorse pubbliche appartengono a tutti e la loro tutela richiede forme di responsabilità effettive e credibili. Una maggiore efficienza dell’amministrazione non si ottiene riducendo il ruolo della Magistratura contabile, ma valorizzando il presidio indipendente e imparziale a garanzia del corretto utilizzo del denaro pubblico".

93 voti a favore, 51 i contrari: via libera dal Senato alla Riforma della Corte dei Conti. Cosa prevede e cosa cambia 

Il Senato ha approvato definitivamente il disegno di legge sulla riforma della Corte dei Conti, confermando il testo già licenziato dalla Camera. Con 93 voti favorevoli, 51 contrari e 5 astenuti, il provvedimento diventerà legge una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Cosa prevede la riforma

Il ddl, a prima firma di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) quando era capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, mira a ridurre la cosiddetta “firmite”, cioè la riluttanza degli amministratori pubblici a firmare atti per paura di possibili responsabilità. In pratica, il provvedimento introduce meccanismi che alleggeriscono alcuni obblighi di firma e procedure, con l’obiettivo dichiarato di rendere più snella l’attività amministrativa. Ma cosa cambia nel concreto? Con l’approvazione della riforma, gli amministratori pubblici avranno maggiore sicurezza nel firmare atti, riducendo il rischio di blocchi burocratici. La Corte dei Conti manterrà le proprie funzioni, ma alcune procedure di controllo saranno semplificate, secondo la maggioranza, per rendere più efficiente la gestione amministrativa. 

Questa mattina, le opposizioni avevano presentato una pregiudiziale di non passaggio al voto sul provvedimento. A illustrarla in Aula sono stati Roberto Cataldi (M5S), Peppe De Cristofaro (Avs) e Dario Parrini (Pd), che hanno denunciato come la riforma possa ridurre i controlli su sprechi e scorrettezze nella pubblica amministrazione, interpretandola come una possibile “rivalsa” contro la Corte dei Conti per la recente bocciatura del procedimento governativo sul Ponte sullo Stretto. La pregiudiziale è stata respinta con 49 sì, 99 no e un astenuto. Successivamente, i senatori hanno discusso circa 200 emendamenti presentati dalle opposizioni, tutti rigettati. Dopo le dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari, l’Aula ha approvato definitivamente il ddl, sancendo così la riforma della Corte dei Conti.

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