"La Piazza", Conte: "Non ho fretta di votare. Mattarella-bis? Se lo volesse.."

Sulla discussa "svolta nordista": "Il nuovo Movimento 5 Stelle vuole aiutare le imprese. Abolirei l'IRAP. L'alleanza col Pd nasce dai progetti comuni"

Di Lorenzo Zacchetti
Giuseppe Conte Angelo Perrino
 
Politica
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L'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha partecipato alla seconda serata de “La Piazza” di affaritaliani.it. Nella sua prima uscita ufficiale da leader del Movimento Cinque Stelle ha dialogato con il direttore Angelo Maria Perrino e con Lucia Annunziata, già Presidente della Rai e direttrice dell’Huffington Post, nonché apprezzata conduttrice di “Mezz’ora in più” su Rai Tre

Il dialogo con Giuseppe Conte è partito dal Reddito di Cittadinanza. "Purtroppo a criticarlo non sono solo i partiti di centrodestra, ma anche chi non dice di essere di destra, eppure nei fatti fa poltiiche di questo segno", ha esordito il leader del M5S, particolarmente agguerrito.

I critici, secondo Conte, "non tengono conto che l'Italia è stato ultimo paese dell'UE dopo la Grecia ad aver introdotto una misura del genere. Ce l'hanno tutti: è una misura di civiltà. Lasciare le persone sotto la soglia di povertà assoluta significa creare un grave problema sociale. Un milione e mezzo di famiglie e 3,5 milioni di singoli sono ai margini. Non si trovano lavoratori per colpa del RdC? Le statistiche dicono che solo 12.000 persone lo percepiscono, non è questo il problema. Il Governo Conte 2 e poi il Governo Draghi hanno introdotto un bonus per i lavoratori stagionali, poi la fase d'emergenza è finita. Sullo sfondo c'è un problema da affrontare: il salario minimo, 'di riserva'. Una politica seria deve occuparsi di questo, non fare demagogia! Il M5S lo ha detto da subito: è una riforma complessa, da calibrare meglio nel tempo. Dobbiamo lavorare con i Sindaci per i lavori socialmente utili e sulle politiche attive. Ci sono sgravi per chi assume persone che prendono il RdC, ma le persone non lo sanno. Siamo i primi a voler migliorare questa riforma. Sono una persona dai toni tranquilli, ma non accetto la demagogia sulla pelle della povera gente".

Rispetto al passaggio da Palazzo Chigi al ruolo di leader di M5S, Conte ha detto che la sua vita è cambiata perchè sono due ruoli diversi, aggiungendo poi: "Sono uscito da Palazzo Chigi col sorriso, perchè sono sereno con la mia coscienza e mi sto dedicando a questo nuovo progetto, per creare le premesse per un grande rilancio. Il nostro sistema politico ha ancora tanto bisogno del M5S, di un movimento con la barra dritta su innovazione e etica pubblica e per dare un contribuoito al miglioramento della società". Conte ha detto di non riconoscersi nella famosa frase di Andreotti sul potere che "logora chi non ce l'ha": "Non ne ho mai fatto una questione di potere, ma di responsabilità. L'ho sempre avvertita in ogni azione che ho compiuto come Presidente. La mia compagna Olivia mi chiedeva perché non mi riposavo mai: perchè sentivo la responsabilità di poter salvare delle persone, nel momento più difficile della pandemia".

Con Perrino e Annunziata, Conte è tornato sulla polemica riguardante la sua proposta di aprire un dialogo con i talebani: "E' una questione molto seria, non possiamo distorcerla nelle polemiche. La mia posizione non è originale, ma condivisa da Borrell, Merkel, nel G7 e posso immaginare che lo sarà anche nel G20 al quale Draghi. Il centrodestra dice che con i talebani non si parla, ma così si girano le spalle agli afghani che sono rimasti lì. I corridoi umanitari si sono già interrotti e la situazione è incandescente. Non voglio certo legittimare i talebani, ma voglio che la comuinità internazionale crei una pressione costante su di loro affinché riconoscano i più elementari diritti civili. Se non lo facciamo, anche i flussi migratori diverranno incontrollabili. Bisogna coinvolgere anche Cina, Russia, India, tutti.... Non ci dobbiamo sedere noi italiani al tavolo coi talebani".

Lo scenario susseguente alla crisi afghana segna una nuova fase nel rapporto tra USA e Europa: "Questo passaggio può ridefinire i rapporti internazionali in prospettiva futura.", ha detto Conte. "Adesso è facile criticare gli americani, ma l'errore risale ai negoziati di Doha, nel quale bisognava coinvolgere le forze alleate. Però la storia non si fa con i se e con i ma. Non sappiamo neppure se ci fossero le condizioni per un negoziato diverso. Dico soltanto che degli interrogativi e delle lezioni vanno tratte. Sicuramente le iniziative unilaterali non portano a nulla: ci vuole multilateralismo negli scenari geopolitici. L'UE deve decidere cosa vuole fare da grande. Secondo me ci sono le condizioni per accelerare i processi di una vera politica estera e di sicurezza europea. Già prima di Biden si sono fatte scelte sugli obiettivi strategici pensando solo agli interessi degli USA: l'Europa deve svegliarsi".

Dove si collocherà il nuovo M5S? Nel centrosinistra? Tra i moderati?

"Non saremo mai moderati negli obiettivi. Non possiamo esserlo. Se privilegi la getione del potere, ma se hai obiettivi come combattere le disuguaglianze, non puoi essere moderato! Nei toni sì, ma non negli obiettivi. Adesso abbiamo una chiara identità politica. Abbiamo una piattaforma di valori (ecologia, economia circolare, riciclo) ai quali essere conseguenti. La pandemia ci è esplosa in faccia e se siamo riusciti a non soccombere è perché siamo stati uniti. Come fai ad avere persone sotto la soglia della povertà e far finta di nulla? Ho dovuto penare due anni per rinegoziare la concessione delle autostrade! Mi accusavano di violare lo Stato di diritto e a farlo erano gli stessi partiti che oggi difendono gli interessi di gruppi particolari e poi si scagliano contro il Reddito di Cittadinanza!".

Il nuovo M5S è veramente sotto il controllo di Conte o i bottoni del potere sono... nella stanza di Grillo?

"Io non cerco i bottoni, ma il confronto. Nel nuovo corso avremo 100 volti nuovi in posti di responsabilità". 

Rispetto ad Alessandro Di Battista, che invece si è allontanato dal Movimento, Conte ha detto: "Di Battista secondo me è una risorsa per il M5S. E' un ragazzo che pensa, anche se non sempre condivido pienamente quello che dice. Lui in questa fase non condivide l'appoggio al Governo Draghi, ma in prospoettiva vorrei averlo al tavolo per discutere".

Sui primi sei mesi del Governo Draghi, Conte ha detto: "Sono contento per alcune misure che sta portando avanti come il Pnrr, sul quale lui stesso ha riconosciuto il nostro grtande lavoro. Lo stesso vale per la strategia sanitaria: ha portato avanti la gestione che avevamo già sperimentato. Su alcuni aspetti ho idee diverse, per esempio non avrei sospeso il cashback perché è servito per invogliare le persone a tornare nei negozi, dopo che ci eravamo abituati a ordinare online. Lo ritengo uno strumento fondamentale per invogliare al pagamento digitale, creando sicurezza dei pagamenti e recuperando il sommerso".

Rispetto ai sondaggi che ne danno il consenso in crescita, Conte ha negato una fretta di andare al voto per non perdere un'occasione: "In queste condizioni non sarebbe serio invocare il voto. Non ho fretta per ragioni personali. Dobbiamo prima mettere in sicurezza il Paese rispetto alla pandemia e avviare la realizzione del Pnrr. Confido che ci siano le condizioni politiche per portare a termine la legislatura. Se poi venissero meno, saremmo pronti in qualsiasi momento. Le condizioni per una rottura? Beh, se venisse meno la coesione tra le forze politiche. L'ho sperimentato personalmente, quando una forza di maggioranza per due mesi ha parlato male del Governo, anziché lavorare insieme. Se si crea una condizione così, è impossibile proseguire. Però non saremo noi a determinare questa situazione, perchè siamo seri e responsabili. Se altri dovessero farlo, valuteremo strada facendo".

Il M5S diventerà mai un partito come gli altri? "Da noi l'iscrizione è gratuita, lo strumento digitale faciliterà il voto degli iscritti nei passaggi più portanti, non avremo quindi infrastrutture e spese che gli altri partiti invece hanno. Da questo punto di vista, rimarremo sempre un movimento, una forza politica giovane e innovativa, con tanti progetti per trasformare la società. Ma nello stesso tempo avremo anche un principio di organizzazione che fin qui non c'è stato, per essere più efficaci sui territori".

Rispetto all'ormai celebre lettera al Corriere della Sera, che ha suscitato molte discussioni sulla presunta "svolta nordista", Conte ha precisato: "Una forza politica che non è riuscita ad avere perofrmance brillanti in una parte importante del Paese deve ammettere i suoi errori. Evidentemente non siamo stati bravi a spiegare il nostro progetto. Non significa che trascuraremo il Sud, ci mancherebbe! Torneremo al Nord e ci spiegheremo meglio, soprattutto dicendo che l'impresa crea valore, in tutta Italia. Lo stereotipo del M5S contro le imprese va rimosso. Abbiamo dato più di 100 milardi di sostegni alle imprese col Conte 2 e rafforzato il pacchetto Industria 4.0! Noi siamo quelli che sostengono gli imprenditori, chiedendo però in cambio comportamenti responsabili, specialmente su impatto ambientale, sicurezza sul lavoro, riqualificazione e formazione continua. Vanno sostenute le filiere nel loro complesso. Possiamo anche abolire l'IRAP, per togliere il vincolo della doppia contabilità. Al limite facciamolo defluire in una addizionale IRES, per semplificare la vita degli imprenditori".

Sulla querelle tra Bonomi e il Governo Draghi, in merito alle delocalizzazioni, Conte ha detto: "I licenziamenti via Whatsapp non sono ammissibili, vanno vietati. È questione di rispetto. Sulle delocalizzazioni non c'è nessuna volontà punitiva verso le imprese. Nel mercato globale devi essere attraente verso le aziende, non si possono introdurre sanzioni irragionevoli. La sanzione pari al 2% del fatturato per me non è accettabile. Ma per chi gode di agevolazioni pubbliche e poi decentra, bisogna introdurre una responsabilità dell'imprenditore nel confronto con parti sociali e Governo. Bisogna inoltre introdurre l'istituto che permette un agevole salvataggio dell'impresa da parte degli stessi lavoratori. Ho presieduto varie crisi di impresa e spesso i più motivati a gestire l'azienda erano i lavoratori stessi. Favoriamoli con credito agevolato e suddidi NASPI". 

L'accaloramento sui temi del lavoro ha spinto Lucia Annunziata a stuzzicare Conte, dicendogli che la convergenza con il Pd sembra ormai compiuta. "Perchè, solo il Pd ha come suo appannaggio la competenza su questi temi?", ha risposto l'ex Premier. "Nel M5S abbiamo tante competenze, sfatiamo i luoghi comuni! Col Pd abbiamo lavorato nel Conte 2, sperimentando sul campo molte affinità sul campo delle politiche economiche e sociali. Il dialogo sta funzionando e può funzionare ancora meglio. Non è costruito a tavolino, ma nasce dalla condivisione di obiettivi di fondo, pur nel rispetto della rispettiva autonomia. Ma il dialogo si rafforzerà sempre di più, ne sono convinto". E, quando Annunziata ha ricordato i duri scontri verbali con il Pd nel 2013, Conte ha risposto: "Adesso siamo nel 2021. In quella stagione il Pd ha rappresentato l'estabilishment, mentre oggi anche grazie al M5S molte forze si stanno risistemando, stanno assumento nuovi atteggiamenti. La Lega è stata costretta a far dimettere Durigon. Altri partiti hanno votato il dimezzamento dei parlamentari, ma quando mai ci avevano pensato?! Noi abbiamo innovato il dibattito politico".

Su Draghi presidente della Repubblica, ipotesi lanciata a La Piazza da Giorgetti, Conte ha obiettato che "mettersi a parlare oggi di Draghi al Quirinale fa male al Governo. Al momento debito ne parleremo, se l'interessato dirà di volerlo fare. Così rischiamo di destabilizzare il Governo, che deve pensare alla disoccupazione e campagna vaccinale. Sono contento di poter dare un contributo al Governo Draghi con il M5S, nel rispetto delle diverse posizioni, ma saremo sempre leali. Lasciamo perdere le solite liturgie romane, vista la situazione così particolare di emergenza economica, sanitaria e sociale che stiamo vivendo. Draghi la sta gestendo in prima linea, lasciamo da parte i discorsi sul Quirinale. Non sarebbe responsabile".

Sull'ipotesi-Berlusconi, lanciata invece da Tajani, Conte ha glissato chiedendo eloquentemente di passare oltre. Si è passati quindi alla suggestione Mattarella-bis, che lo ha visto ben più interessato: "Il Presidente ha detto di non essere disponibile. Bisogna rispettarlo. Ho conosciuto il Presidente, il politico e la persona: è di grande saggezza e spessore morale. Se ci fosse la sua volontà, si potrebbe fare".

Tornando al tema del Nord, Conte ha ammesso il desiderio di sfidare la Lega, anche in vista delle elezioni per la Regione Lombardia nel 2023: "La Lega in Lombardia non ha fatto bene. Quando si voterà per la Regione confido che potremo presentare un progetto politico alternativo, solido e serio". 

Lo scorso anno Conte a La Piazza aveva detto di essere contrario al vaccino obbligatorio. Non ha cambiato idea: "Ho sempre ritenuto che fosse giusto invocare la libertà e la responsabilità dei cittadini. E mi pare che ci sia stata, perché siamo andati oltre il 70% che era ipotizzato per raggiungere l'immunità di gregge. Oggi la variante Delta rende tutto più insidioso. La campagna vaccinale continua e abbiamo un problema sugli Over 50. Continuerei a fare appelli alla responsabilità, perché gli Over 50 che non hanno impedimenti sanitari devono farsi il vaccino per Amor Patrio. Questa espressione non può essere appaltata all'estrema destra. La penso come loro? No, infatti parlo di responsabilità, non di irresponsabilità. Nei momenti più duri della pandemia la destra mi ha detto di tutto, non mi accomunate a loro, per favore!".

Rispetto ai sondaggi che vedono Figliuolo come leader più stimato dagli italiani, Conte ha osservato che evidentemente "le stellette incutono sicurezza". Facendo un paragone con il predecessore Arcuri, ha aggiunto: "Arcuri è stato criticato in modo strumentale, ma quando abbiamo iniziato il piano vaccinale eravamo ai primissimi posti in Europa, come ora. Non credo che meriti tutte le accuse ricevute".

Come tradizione de La Piazza, si è quindi passati al gioco della torre.

Chi butta giù, Salvini o Meloni?

"Fatemi fare il gentiluomo: salvo Meloni, ma prima le dico che certi atteggiamenti irresponsabili visti durante la pandemia non deve più ripeterli".

Di Battista o Di Maio?

"In questo momento sono sulla torre con Di Maio. Adesso Di Battista è defilato, ma lo invito a salire sulla torre".

Putin o Biden?

"Salvo Biden per la nostra collocazione euroatlantica".

Biden o Xi Jinping? Dicono di voi che siete filocinesi...

"Sono stato in Cina come Presidente e abbiamo ricevuto in Italia Xi Jinping, cosa utilissima sul piano commerciale. Prevale ancora la nostra collocazione euroatlantica: salvo Biden".

Travaglio o Annunziata?

"Salvo la Dott.sa Annunziata, permettetemi di fare il gentiluomo".

A proposito di Travaglio, dicono che detti la linea al M5S: che rapporto c'è tra voi?

"Lui fa il giornalista e io il politico. Lui è responsabile di un giornale, io di una forza politica. Sono cose molto diverse. Su molte cose ci troviamo, su altre la pensiamo diversamente, come è normale che sia".

Rocco Casalino lavora ancora per lei?

"E' stato assunto alla Camera e al Senato ed è responsabile per le tv, quindi ha un compito molto più gravoso, perché ora lavora non più per un singolo, ma per i gruppi parlamentari del M5S".

Sgarbi ieri ha detto che lei è arrivato “per caso” in politica. Che cosa ha appreso in questa breve ma intensa esperienza?

"Da cittadino che seguiva la politica, che mi ha sempre appassionato, anche io come molti avevo l'impressione che fosse una cosa sporca. Dico sul mio onore che ho scoperto che in Italia si può fare politica a testa alta, senza compromessi al ribasso".

Ha rimpianti per i recenti accadimenti?

"No. Non ritengo di non aver fatto errori. Non sono infallibile. Ma ce l'ho messa tutta e non credo di essere uscito lasciando qualche grammo di energia non speso. Se non riuscito a fare di più è perchè non ne ho le capacità".

In chiusura, Conte ha risposto a una domanda sul suo vezzo di portare la pochette: "Ne ho tante. A volte a due punte, a volte a tre punte, a volte lineare. Mi piace, è un'abiutdine che avevo da avvocato e poi da professore e che non ho cambiato".