Lega divisa in tre sul Green Pass. Giorgetti (non smentito) con Draghi

Salvini in mezzo tra ministri e parlamentari in piazza. Caos o piano ben preciso?

Matteo Salvini 
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Politica
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A un osservatore esterno la posizione della Lega sul Green Pass sembra confusa ed eterogenea, almeno così sottolineano tanto da Forza Italia e Fratelli d'Italia quanto da Pd e Movimento 5 Stelle. In realtà, la lettura che danno in Via Bellerio è quella di una strategia politica precisa che punta a coprire un po' tutte le posizioni. Una sorta di 'marciare divisi per colpire uniti'. Mercoledì 28 luglio esponenti di spicco del Carroccio come Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Armando Siri parteciperanno alla manifestazione organizzata a Roma dal «Comitato libera scelta» proprio contro il Decreto che istituisce il lasciapassare.

Una posizione netta, quasi radicale che si pona agli antipodi rispetto alle scelte del governo e del presidente del Consiglio. Ma all'interno dell'esecutivo e quindi in Consiglio dei ministri accanto a Mario Draghi siedono anche tre autorevoli ministri leghisti, su tutti il vicesegretario e numero due del partito Giancarlo Giorgetti. I tre ministri del Carroccio hanno approvato il provvedimento senza muovere critiche o rilievi rispetto alla decisione del premier. In mezzo c'è Matteo Salvini, che, come ha spiegato domenica ad Affaritaliani.it, chiede di "capire" e "ascoltare" le piazze contro il Green Pass annunciando modifiche in Parlamento al Decreto. Ma al tempo stesso il segretario ed ex ministro dell'Interno si è vaccinato, libera scelta, ma soprattutto non ha mai smentito in questi giorni la decisione dei suoi ministri di approvare in Cdm il lasciapassare per chi ha deciso di vaccinarsi.

Ora, con l'ipotesi dell'obbligatorietà per gli insegnanti e il personale scolastico in vista della ripresa delle lezioni a settembre, l'atteggiamento della Lega torna al centro dell'attenzione. Gli altri partiti, sia di Centrodestra sia di Centrosinistra, parlano di confusione e di una linea quantomeno ondivaga, se non proprio di assenza di linea. Dal Carroccio invece la chiave di lettura è diversa: così facendo la Lega cerca sia di rassicurare i moderati con i ministri, Giorgetti in testa, sia di non scoprirsi a destra, e di non lasciare tutta la protesta a Meloni e Fratelli d'Italia, con i parlamentari pronti a scendere in piazza. In mezzo Salvini che tiene aperto comunque il dialogo con Palazzo Chigi e che cerca di incarnare una posizione intermedia.