Lega e Russiagate? Travaglio non ci crede: "Iacoboni vede Putin dappertutto"

Il direttore del Fatto contro la firma de La Stampa: "Draghi si è sfiduciato da solo, putiniano che non è altro"

Jacopo Iacoboni e Marco Travaglio
Politica
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Legami tra Russia, Lega e M5S? Travaglio durissimo sullo scoop di Iacoboni

 

Il presunto Russiagate intervenuto ad agitare la campagna elettorale ci riserva un (altro) notevole colpo di scena: Marco Travaglio che difende Matteo Salvini, smontando quella che il direttore del Fatto Quotidiano definisce “la trappola dello scoop della Stampa”. Nel suo editoriale di venerdì 29 luglio, Travaglio afferma che anche al Fatto stavano “per cascarci”, quando poi “ci ha aperto gli occhi una prova più rocciosa della smentita di Gabrielli: la firma di Jacopo Iacoboni”. Un giudizio veramente molto pesante, quello di Travaglio, su un collega da lui tacciato di “vedere Putin dappertutto”. 

Dopo aver seguito per anni il Movimento 5 Stelle, Iacoboni ha pubblicato due libri di successo sui grillini: “L'Esperimento: Inchiesta sul Movimento 5 Stelle” e “L'esecuzione. 5 Stelle da Movimento a governo”. Hanno fatto molto discutere anche i suoi articoli su legami tra Virginia Raggi e lo studio legale di Cesare Previti, sulla successione da Gianroberto Casaleggio al figlio Davide (la cui associazione negò a Iacoboni l'accesso a una sua convention) e la propaganda online anti-renziana partita da un account twitter intestato a Beatrice Di Maio. Solo in seguito si apprese che a gestirlo era Tommasa Giovannoni Ottaviani, moglie di Renato Brunetta: lo rivelò lei stessa. Un episodio, quest'ultimo, che generò interrogazioni parlamentari e che viene ricordato in maniera ironica dall'editoriale di Travaglio, il quale si augura che la moglie di Brunetta ora “segua il marito nei Democratici Progressisti cari anche a Iacoboni”. 

Con altrettanta ironia, il direttore del Fatto aggiunge: “Se la caduta di Draghi l'avesse voluta Putin, il suo primo complice sarebbe Draghi, che vi si è impegnato più di lui: per fare un dispetto a Putin gli sarebbe bastato non insultare la Lega e i 5Stelle mentre chiedeva loro la fiducia. Invece si è sfiduciato da solo, putiniano che non è altro”. 

Benché siano gli articoli su Salvini quelli che fanno maggiormente discutere, da più parti si è fatto notare come la vicenda lambisca anche il Movimento Cinque Stelle. Non a caso Giuseppe Conte ha parlato di “corbellerie”, rivendicando trasparenza e indipendenza del M5S e rispondendo indirettamente ad Enrico Letta, che nella sua richiesta di chiarimenti sul punto non si era focalizzato specificatamente sulla Lega, ma aveva genericamente parlato delle motivazioni di chi ha tolto la fiducia la Draghi, scelta comunicativa che è stata interpretata da alcuni come una stoccata agli (ex?) alleati.

Iacoboni, già co-autore del saggio “The Kremlin's Trojan Horses: Russian Influence in Italy”, nel contempo porta avanti il suo lavoro di indagine. Anche oggi la presunta llaison Lega-Russia campeggia sulla prima pagina de La Stampa. Nell'articolo dal titolo “Lega, da Mosca a Pechino”, il giornalista sottolinea che “gli elementi di fatto che abbiamo raccontato non sono stati smentiti da nessuno” e ne aggiunge un altro. 

Antonio Capuano, ex deputato di Forza Italia avvicinatosi a Salvini, “nell'aprile 2022 si sarebbe confrontato con il capo della sezione politica dell'ambasciata cinese in Italia, Zhang Yanyu, proprio 'per riferirgli di una missione programmata dal leader della Lega a Mosca dal 3 al 7 maggio'” e avrebbe inoltre chiesto al diplomatico cinese “'la possibilità di organizzare, prima di rientrare dalla Russia, un incontro a Pechino con il Ministro degli esteri cinese, Wang Yi'”. Iacoboni, tuttavia, specifica: “Non siamo a conoscenza se la cosa abbia avuto un seguito, non è citata alcuna reazione cinese, ma un movimentismo del consulente a tutto campo è attestato”.