Manovra, condono per la Campania (pro Cirielli) sicuro. L'accordo finale dopo l'Immacolata. Compromesso sui (tanti) dossier aperti
Finirà con un maxi-emendamento del Cdx in aula al Senato
Giorgia Meloni al Palapartenope a sostegno di Edmondo Cirielli per le Regionali Campania
Il passaggio alla Camera sarà una mera formalità per mancanza di tempo con la fiducia a Montecitorio prima di Capodanno
"Faranno una riunione di ricognizione, ma non credo proprio che chiudano questa settimana". Fonti ai massimi livelli della maggioranza di governo spiegano così ad Affaritaliani la situazione nel governo sulla Legge di Bilancio in vista del vertice di giovedì tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e probabilmente anche i capigruppo del Centrodestra al Senato, dove quest'anno parte e di fatto viene lavorata la manovra economica per il prossimo anno. Palazzo Chigi e il Mef stanno lavorando per cercare nelle pieghe del bilancio le coperture per gli aggiustamenti, non semplici modifiche di poco conto, al testo uscito dal Consiglio dei ministri.
Sul fronte delle entrate si studia la nuova tassazione sull'oro, che potrebbe portare fino a due miliardi di euro ma sulla quale pesano i dubbi della Banca d'Italia e del Quirinale, e anche la proposta di Fratelli d'Italia di un condono edilizio che valga in particolare per la Campania (dove domenica e lunedì 23-24 novembre si vota per le Regionali) sulla quale Forza Italia non ha chiuso. Anzi con una nota della segreteria regionale campana degli azzurri è arrivato l'ok alla norma da inserire in Legge di Bilancio e quindi quasi certamente ci sarà la sanatoria anche per spingere Edmondo Cirielli nella rimonta su Roberto Fico. La Lega continua a insistere con l'allargamento della nuova rottamazione delle cartelle e maglie più larghe sul fronte delle pensioni allentando maggiormente la Legge Fornero. Ma, come spiegano fonti vicini alla presidente del Consiglio, difficilmente verrà accontentata.
Per il partito del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani i nodi da sciogliere principali sono l'eliminazione dell'aumento del 2% di Irap per le imprese manifatturiere (che deve valere solo per banche e assicurazioni), quello degli affitti brevi per le prime case, l'articolo 18 sulla super tassazione dei dividendi delle holding con partecipazioni inferiori al 10% in società controllate e il tema della compensazione dei crediti fiscali. Impossibile ottenere tutto. Certamente dalle banche non arriveranno altre risorse a parte i quasi cinque miliardi già stabiliti e mal digeriti dall'Abi.
Si cerca - spiegano fonti azzurre - di lavorare quantomeno per ammorbidire il più possibile soprattutto la tassazione sulle società controllanti (anche se l'articolo 18 non verrà abolito del tutto) e sulla casa (antica battaglia di Silvio Berlusconi). Per Meloni e Giorgetti fondamentale è il rispetto degli impegni con Bruxelles e quindi assolutamente mantenere il rapporto deficit-Pil entro il 3% quest'anno. "La coperta è cortissima", ha spiegato qualche giorno fa il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti, fedelissimo della premier. E quindi, per forza, i partiti di maggioranza dovranno ingoiare qualche boccone amaro.
Come finirà? Semplice. Dei 1.600 emendamenti della maggioranza in Commissione al Senato molti non verranno ammessi o verranno ritirati e ci sarà direttamente in aula a Palazzo Madama un maxi-emendamento della maggioranza sul quale il governo porrà la fiducia poco prima di Natale, dopo il lungo e difficile compromesso che sarà Meloni a imporre agli alleati. Ma la svolta arriverà solo dopo l'Immacolata e quindi dopo l'8 dicembre. Prima continueranno trattative e botta e risposta a mezzo stampa. Sul fatto che l'ultima parola spetti alla premier in Fratelli non hanno alcun dubbio. Poi il passaggio alla Camera sarà una mera formalità per mancanza di tempo con la fiducia a Montecitorio prima di Capodanno sul testo votato dal Senato.
Tutte le notizie della sezione politica