Manovra, torna Industria 4.0 di Calenda. Irpef giù fino a 50mila euro, accordo con le banche, pensioni in 'stand by'... I dettagli in anteprima

Vertice tra i leader del Centrodestra quasi definitivo. Inside

Di Alberto Maggi

Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Politica

Rottamazione delle cartelle 'light' e investimenti in sanità, famiglia e natalità


Ormai ci siamo. La Legge di Bilancio per il 2026 sta prendendo corpo. Ultime limature andate in scena domenica sera nel corso di un vertice (cena a casa della premier terminata dopo la mezzanotte) tra Giorgia Meloni e i leader dei partiti di maggioranza: Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi insieme al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Fonti ai massimi livelli, presenti alla riunione, raccontano ad Affaritaliani come sia stato un vertice "interlocutorio e non ancora definitivo".

Tra i punti della discussione il contributo che dovrebbero versare le banche. Salvo colpi di scena dell'ultima ora (improbabili), partendo dalla misura delle Dta già sperimentata, una delle ipotesi è quella di siglare un'intesa come quella dello scorso anno e applicare per il 2027 e 2028 un anticipo di cassa. La Lega, fautrice di un contributo sostanzioso dagli istituti di credito che permetterebbe di coprire una rottamazione delle cartelle esattoriali più larga, punterebbe ad ottenere una cifra che si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. A Palazzo Chigi, prima del Consiglio dei ministri di martedì pomeriggio, sono in programma domani una serie di incontri con il mondo delle imprese, compresi rappresentanti dell'Abi. Forza Italia, però, non ci sta e come ha ribadito ieri proprio il vicepremier e segretario del partito azzurro Tajani ad Affaritaliani: "E' passata la linea di Forza Italia, nessun prelievo sugli extraprofitti delle banche".

E la presidente del Consiglio, d'intesa anche con il Mef, non ha alcuna intenzione di scatenare una guerra con il mondo degli istituti di credito che - spiegano da Fratelli d'Italia - sarebbe solo un "boomerang" visto che il giorno dopo, in caso di prelievo forzoso, le banche "il giorno dopo scaricherebbero la nuova imposta sui correntisti e sulle imprese". Quindi la soluzione sarà quella di un accordo simile a quello dell'anno scorso, d'intesa con l'Abi, senza quindi seguire la linea della Lega. Di conseguenza, spiegano fonti di maggioranza, la rottamazione delle cartelle esattoriali sarà estremamente 'light', molto meno delle 120 rate in dieci anni chieste dal Carroccio inizialmente ma anche meno corposa della soluzione emerse qualche giorno fa di una rottamazione a 96 rate in otto anni. Proprio dopo l'incontro con l'Abi ci saranno le limature finali alla manovra con un altro vertice tra i leader.

Confermato invece sul fronte della pressione fiscale che la riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% da gennaio del prossimo anno arriverà fino a 50mila euro lordi annui di reddito. Nonostante la richiesta di Forza Italia fosse di spingersi fino a quota 60mila, Giorgetti ha spiegato che le risorse non ci sono e che - in perfetta linea con Palazzo Chigi e quindi Meloni e il sottosegretario Giovambattista Fazzolari - l'obiettivo principale resta la tenuta dei conti pubblici e rientrare già nel 2025 entro il 3% del rapporto deficit-Pil, evitando così "problemi" con l'Unione europea (visto che Roma con Bruxelles ha ora ottimi rapporti mentre la Francia di Emmanuel Macron è debolissimo in patria) e garantendo i mercati finanziari con lo spread ormai sotto controllo. Confermati gli investimenti, si parla di due miliardi di euro, nella sanità con l'obiettivo di abbattere ulteriormente le liste d'attesa, assumere nuovi infermieri e medici e ritoccare al rialzo i loro stipendi. Confermati anche interventi a favore di famiglia e natalità. Ci sarà anche la conferma dell'assegno unico con la rivalutazione legata all'inflazione, così come per le pensioni (con una decurtazione in percentuale a partire da quelle medio-alta).

Sul fronte delle imprese la grande novità - condizionale d'obbligo - dovrebbe essere il ritorno del Piano 4.0 dell'ex ministro Carlo Calenda (un abile segnale anche politico al leader di Azione affinché non si riavvicini al campo largo di Elly Schlein o a Matteo Renzi. Il pacchetto Industria 4.0 è stato pensato per accompagnare il tessuto imprenditoriale italiano a quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale. Rispetto al Piano 5.0 in vigore ora e che Forza Italia puntava a riconfermare, spiegano fonti qualificate, ha il vantaggio di agire sul credito di imposta e non sugli ammortamenti. In sostanza, costa meno allo Stato e piace maggiormente alle aziende.

Poi ci sarà anche un potenziamento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo con l’innalzamento dell’aliquota del credito di imposta dal 10 al 20 per cento. Sempre su richiesta del partito del titolare della Farnesina dovrebbe esserci in manovra anche la possibilità di ammortamento anticipato per i primi due anni sull’acquisto di un bene strumentale nuovo, utilizzando un coefficiente sino al 30 per cento. Ires premiale semplificata ed allargata per favore quelle imprese che operano più scelte di investimenti, nuove assunzioni e nuovi investimenti strumentali qualificati. Altro obiettivo in Legge di Bilancio è stabilizzare gli incentivi della Zes, zona economica speciale per il Mezzogiorno, con una proroga triennale, per dare stabilità alla programmazione degli investimenti, non solo strutturali ma anche per attrattività di siti industriali.

Infine, sul fronte previdenziale, fonti di maggioranza assicurano che le proposte della Lega, in particolare del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, per uscire animatamente dal mondo del lavoro e andare in pensione prima di 67 anni, superando così la Legge Fornero, verranno "approfondite" nel governo, visti i dubbi di FdI e FI sulle coperture, e dovrebbero non entrare nella Legge di Bilancio ma seguire un iter parlamentare ad hoc.

Tutte le notizie della sezione politica

Tags:
legge di bilancio 2026