Lotti V° colonna all'interno del Pd. Un renziano in servizio permanente

Strumentale gridare ora alla vendetta

Di Giuseppe Vatinno
Politica
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Lotti ha avuto fortune inaspettate e non si sa quanto meritate

 

"Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è".

Questo il commento scritto ieri da Lotti, a caldo, dopo la sua esclusione dalle liste.

Desta meraviglia il polverone che si è sollevato artatamente sulla sua mancata candidatura nel Pd.

Uomo di Renzi in servizio permanente per il Capo, Lotti ha avuto fortune inaspettate e non si sa quanto meritate. Basti pensare che è stato addirittura Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con l’importante delega all’Editoria e anche segretario del Cipe.

Quando Renzi lascia il Partito democratico il suo fedelissimo resta. Tutti dissero che era un traditore, che non aveva seguito il suo capo e amenità del genere. Noi e qualche altro provammo a dire esattamente il contrario e cioè che Lotti restava nel Pd non perché fosse un ingrato ma perché era funzionale allo scopo di lasciare una quinta colonna renziana dentro il Pd.

Lo scaltro parlamentare si fece subito una sua corrente chiamata “base riformista” guidata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e da lì spoilerava quello che accadeva nelle segrete stanze del Nazareno. Capito il giochetto?

Altro che Giuda, come subito gli ingenui corsero a dire e soprattutto a scrivere.

Lotti era ben funzionale invece a mantenere vivo e vegeto un collegamento naturale con Renzi che una ne pensa e cento ne fa.

Ci furono anche altri eletti che rimasero nel Pd dopo aver abbracciato la filosofia renzista, ad esempio Patrizia Prestipino, ma in quel caso si trattò di scelte diverse, di ripensamenti e ricollocazione interna.

Invece la “centrale Lotti” rimase sempre attiva. Le cose si complicarono quando Lotti finì nella vicenda delle intercettazioni di Palamara. A quel punto Lotti per il Pd non fu solo un problema interno ma divenne anche un grosso problema esterno per i suoi risvolti giudiziari.

È quindi del tutto ovvio che il segretario Letta lo abbia poi escluso dalle liste, come del resto tanti altri. Gridare ora alla vendetta o peggio ad un abbandono del garantismo da parte del Pd è non solo ingiusto, ma strumentale a preservare e proteggere l’esistenza della quinta colonna al suo interno che continuerà a dialogare e a fornire informazioni al Capo. Nel frattempo ha fatto bene Letta a sterilizzare la componente renziana decimandone le candidature.