M5s, Conte sfida Grillo: su Affari il testo integrale del discorso-svolta
Giuseppe Conte si avvia verso la vittoria su Beppe Grillo con un discorso destinato a fare la storia della politica italiana
La conferenza stampa di Conte segna una pietra miliare nella storia dei 5 Stelle: l’ex premier ha pronunciato parole destinate a dare una svolta al Movimento, avviandosi alla vittoria su Beppe Grillo, dopo aver già incassato quella su Casaleggio.
Per comprendere meglio l’importanza di quanto detto da Giuseppe Conte, Affaritaliani.it ha scelto di riportare il testo integrale del suo discorso, per permetterne una lettura più approfondita e ragionata, soprattutto in vista dei prossimi sviluppi politici e in attesa della risposta di Beppe Grillo.
“Ho convocato questa conferenza stampa, e ringrazio la Camera di Commercio di Roma per l’ospitalità, perché ho sempre ispirato la mia azione politica e istituzionale a criteri di trasparenza: parlare e spiegare in modo chiaro e franco le situazioni, anche le difficoltà che si affrontano è la premessa fondamentale perché si alimenti il vincolo di fiducia tra i cittadini e i politici.
Il 4 febbraio 2021, appena fuori da Palazzo Chigi, rilasciai alcune dichiarazioni pubbliche. Erano giorni delicati per il nostro Paese. Le forze politiche si interrogavano sul sostegno al nascente Governo Draghi.
In quell’occasione lanciai un appello perché tutte le forze politiche protagoniste del governo uscente si adoperassero per favorire la nascita del nuovo Governo, perché bisognava mettere fine alla crisi in atto e offrire risposte urgenti alle diffuse sofferenze delle famiglie e delle imprese.
Agli amici del Movimento5Stelle mi venne spontaneo dichiarare: “io ci sono e ci sarò”.
In realtà, non avevo in mente un’idea o un impegno precisi. Quella frase fu una naturale manifestazione di affetto, e anche di riconoscenza, per il lavoro e gli importanti traguardi raggiunti insieme, per la reciproca fiducia e lealtà mostrate nel corso di due governi.
Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di diventare leader politico del Movimento5Stelle. Mi invitò a partecipare a un incontro lo scorso 28 febbraio, all’Hotel Forum, insieme a vari esponenti del M5S, per discutere del mio ingresso nel Movimento. In quella occasione ho ringraziato lui e tutti i presenti per questa proposta, ma ho rifiutato di entrare subito nel Movimento, ritenendo che una mia investitura dall’alto e a freddo, non collocata all’interno di un progetto politico e organizzativo ben condiviso, ratificato dagli iscritti del Movimento, fosse priva di una base di legittimazione solida e, quindi, fosse un’operazione del tutto inadeguata rispetto alle esigenze del Movimento.
Il Movimento è da mesi in difficoltà. Vito Crimi si sta sobbarcando un faticosissimo impegno in questa fase transitoria [A proposito auguri a Vito e a Paola per Elena, la bimba appena nata]. Ma si avverte la mancanza di un’autentica leadership, forte, solida. Il Movimento appare ormai lacerato da contraddizioni e ambiguità, molti nodi si trascinano da anni. Il confronto all’Hotel Forum è stato schietto, molto sincero da parte mia. Ho chiarito che condivido i principi e i valori ispiratori del Movimento, ma ho elencato alcune criticità, carenze, ambiguità che, a mio avviso, spiegano la delusione di molti elettori e impediscono che le grandi potenzialità di questa forza politica possano tornare a dispiegarsi.
Già in questa prima occasione ho illustrato tutta una serie di innovazioni, secondo me indispensabili a rendere più incisiva l’azione politica.
Ho anticipato la necessità di ampliare l’orizzonte di azione del Movimento a livello europeo e internazionale. Ho anticipato la necessità di dotarlo di una scuola di formazione, per elaborare progetti e condividere le migliori pratiche amministrative. Ho prefigurato la necessità di una organizzazione territoriale agile sì, ma ben articolata, prevedendo la valorizzazione delle istanze locali ma anche un chiaro raccordo dell’azione politica nazionale e territoriale. Ho anticipato la necessità di introdurre Forum tematici, in modo da avere “polmoni” capaci di dialogare stabilmente con la società civile e di riossigenare continuamente il Movimento, con possibilità di vagliare iniziative e progetti dal basso sino a integrarli stabilmente nel programma del Movimento.
Ho anche sottolineato che prefiguravo un Movimento caratterizzato da una più chiara identità politica, con una carta di princìpi e di valori ben condivisi da far sottoscrivere agli iscritti.
Ho confermato che una piattaforma informatica è uno strumento indispensabile di democrazia partecipata, perché consente di coinvolgere tutti gli iscritti e di contrastare la formazione di correnti e cordate che finiscono per alimentare lotte interne e contese di potere.
Ci siamo lasciati con il mio impegno a elaborare un progetto di riforma del Movimento, che una volta condiviso ci avrebbe fatto partire col piede giusto, secondo un percorso chiaro e credibile.
Sulla base di questo mandato ho iniziato a lavorare per una sfida complessa, ma anche molto stimolante.
In questi quattro mesi ho studiato tanto, ho letto tutto quel che c’era da leggere sulle origini e sulla storia del Movimento, ho studiato anche gli statuti degli altri partiti e movimenti varii, nazionali e stranieri.
Ho fatto tantissimi incontri, sia pure a distanza. Ho ascoltato i suggerimenti di parlamentari, consiglieri regionali e comunali, sindaci, anche singoli iscritti mi hanno fatto pervenire sollecitazioni. Il mio indirizzo di posta appositamente dedicato al neo-Movimento si è riempito di proposte, di indicazioni politiche e organizzative.
Una nota comune di tutti questi incontri e di tutte queste proposte è stata di mantenere salde le radici sul piano dei valori, ma di aprirsi coraggiosamente a una fase di forte rinnovamento.
E’ per questo che io stesso, nel corso degli incontri e delle interviste rilasciate ho sempre ragionato, anche in linea con il mandato ricevuto, di un Movimento che ha abbracciato questo processo di rifondazione e di profonda riorganizzazione.
Nell’approssimarsi all’appuntamento per il lancio del nuovo corso, con Beppe Grillo sono emerse alcune diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali.
Soprattutto è emerso un equivoco di fondo. Come ho detto dall’inizio io credo che non abbia senso imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione. Beppe via via che ci confrontavamo su singoli aspetti, mi è sembrato ritenere che tutto vada bene così com’è, salvo alcuni moderati aggiustamenti.
Ma io l’ho sempre detto dal primo incontro all’Hotel Forum e in tutti gli incontri successivi: non mi sarei mai prestato a una mera operazione di facciata, di puro restyling. La mia valutazione è che il Movimento necessiti e facciano bene forti cambiamenti. Non sono in discussione i principi e i valori che hanno ispirato questo grande sogno che ha portato tanti cittadini ad essere la prima forza politica in Parlamento.
Ma per suscitare nuovamente questa capacità di sogno nei cittadini, per rilanciare la forza propulsiva, la tensione rivoluzionaria che ci ha portato a realizzare importanti riforme e ad avviare i processi di transizione ecologica e digitale, occorre proiettare lo sguardo avanti e avere il coraggio di cambiare. Dobbiamo cambiare noi se vogliamo cambiare la società, se vogliamo elaborare un progetto di società per il 2050, che miri a offrire condizione di maggiore benessere, equo e sostenibile, a tutti i cittadini, abbracci una cultura integralmente ecologica e contrasti le diseguaglianze sociali, di genere, territoriali.
Non posso prestarmi per una operazione politica che nasce, già all’origine, invischiata tra vecchie ambiguità e diffusi timori di abbracciare questa svolta.
Questa mia franchezza non nasconde arroganza. Piuttosto esprime l’affetto che ho per il Movimento, che mi spinge a parlar chiaro. Se volete anche a essere duro.
La mia posizione nasce da un ragionamento politico e da una convinzione personale.
Il ragionamento politico mi induce a valutare, che dopo la grande fase di crescita del Movimento, oggi rischiamo di entrare irrimediabilmente nella fase del declino, se non riusciamo ad alimentare la forza propulsiva e innovatrice del Movimento in modo nuovo, coltivando competenze e affinando capacità degli eletti attraverso una formazione continua, condividendo in modo sistematico le migliori pratiche amministrative, creando forum e “piazze delle idee” che diano vita a una rete di attivismo civico che permetta ai cittadini di esercitare consapevolmente i propri diritti e di elaborare progetti utili per la propria comunità.
Ma pesa anche una mia convinzione personale. Io non riesco a impegnarmi in un progetto in cui non credo. Questa è una iniziativa che richiede grande testa e grande cuore. E non posso assumere una decisione solo di cuore, se poi la mia testa mi suggerisce che il percorso che stiamo facendo è sbagliato.
La sfida politica che abbiamo davanti è molto complessa. Le forze di destra offrono soluzioni facili, ma illusorie per affrontare i problemi del Paese. Lo abbiamo visto anche durante il periodo più buio della pandemia, quando sono prevalse pulsioni antiscientifiche, quando si volevano impedire i presidi di protezione civile collegati allo stato di emergenza, si mettevano in discussione anche le regole minime di protezione della popolazione.
Davanti a noi abbiamo una opportunità che mai è stata offerta all’Italia. Investimenti e riforme per circa 248 miliardi di euro, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dai programmi collegati.
Abbiamo davanti a noi la concreta opportunità di realizzare la transizione ecologica e la transizione digitale. Abbiamo la grande responsabilità di evitare che questo straordinario processo di modernizzazione del Paese finisca per beneficiare gruppi, ceti già attualmente avvantaggiati. Dobbiamo dare un fortissimo impulso affinché questi investimenti favoriscano l’inclusione sociale e contrastino le tante diseguaglianze già esistenti.
Per fare tutto questo dobbiamo creare un campo largo. Dobbiamo lavorare, nel rispetto delle reciproche autonomie, con tutte le forze politiche che si sono sin qui dimostrate sensibili al nostro slancio innovatore e si sono mostrate disposte a collaborare con noi in modo leale.
Questo è il momento in cui l’intera Comunità 5Stelle deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Il mio l’ho fatto.
- In questi 4 mesi ho risolto le ambiguità che si erano accumulate con Rousseau e recuperato i dati degli iscritti che consentono al Movimento un percorso autonomo.
< >Ho elaborato uno Statuto degno di una forza politica importante, con un’organizzazione interna che prevede distinzione di ruoli e funzioni, con pesi e contrappesi, certo, ma che preservi la piena agibilità politica e la corrispondente facoltà decisionale del leader politico di turno, chiunque esso sia.Ho previsto l’introduzione di nuovi organi, vicepresidenti, un consiglio nazionale, vari comitati: per i progetti della società civile, per la formazione e l’aggiornamento, per i rapporti europei e internazionale, per la prossimità territoriale, oltre alla Scuola di formazione.Ho previsto una Carta dei principi e dei valori, che ovviamente anch’essa andrà condivisa.
Ho avuto un fittissimo scambio di email con Beppe Grillo e accolto un buon numero delle osservazioni che mi ha fatto, alcune molto utili. Quelle che ho accolto preservano il disegno di razionalità di questo progetto. Le altre non posso accoglierle perché alterano questo disegno e creano confusione di ruoli e di funzioni. Devo ringraziare per l’aiuto anche Vito Crimi che ha una preziosa conoscenza dello statuto attuale e dei vari regolamenti.
Consegnerò domattina i documenti frutto di questo lavoro dapprima a Beppe Grillo e subito dopo a Vito Crimi chiedendo che siano diffusi presso tutta l’intera Comunità dei5stelle. Questi documenti sono aperti alle osservazioni dell’Assemblea degli iscritti, ma costituiscono anche le imprescindibili condizioni del mio impegno personale. Per parte mia sono pronto e, anzi, ritengo che il Movimento abbia atteso già troppo tempo e debba ripartire immediatamente più forte di prima.
Rivolgo un pubblico appello a Beppe Grillo e all’intero Movimento.
A Beppe dico che non ne faccio una questione personale e non ho mai chiesto, come pure qualcuno ha scritto, pubbliche scuse. Non sono certo una battuta irriverente o sgradevole oppure un moto di nervosismo corrivo che mi preoccupano. Per fortuna ho il senso dell’ironia e comunque a queste esternazioni so rispondere a tono, come nella telefonata che abbiamo avuto ieri con Beppe.
Lui sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Riconosco il grande carisma visionario che ha originato una stagione eroica per il Movimento e innovativa per l’intero sistema politico italiano.
Ma non possono esserci ambiguità. Spetta a lui decidere se essere il genitore-generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore-padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, di custode dei principi e dei valori fondamentali del Movimento. Ma la sua figura sarà inserita in un quadro che prevede distinzione tra le varie funzioni: tra la filiera di garanzia al cui vertice c’è il Garante, la filiera degli Organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera degli organi di controllo e revisione.
Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership politica dimezzata.
Sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni. Ma su questo aspetto non vi possono essere mediazioni, perché occorre una leadership forte, solida. Una diarchia non sarebbe funzionale. Una forza politica che vuole recitare un ruolo da protagonista non può affidarsi allo schema di un leader-ombra affiancato da un prestanome. In ogni caso quel prestanome non potrei mai essere io.
Il Movimento ha bisogno di una leadership politica chiara, che non affondi la sua investitura solo in una intuizione generata dall’alto, ma abbia una salda base di legittimazione democratica.
Nello Statuto che propongo ritroverete, nel rispetto dei principi di democrazia interna, una figura di leader politico dotato di adeguati poteri e facoltà, perché il Movimento ha bisogno di forza e coerenza per ricondurre a unità tutte le sue anime, per esprimere univoci indirizzi politici, per coltivare un dialogo chiaro con i gruppi territoriali. Il leader politico di turno deve avere anche il pieno controllo della comunicazione.
Nel complesso i poteri del nuovo leader saranno anche minori rispetto a quelli che previsti dallo statuto attuale, perché ci sono nuovi organi, il Consiglio nazionale, i vicepresidenti e i vari comitati che contribuiscono a definire l’indirizzo politico. Ma saranno inseriti in un disegno razionale preordinato alla condivisione e all’efficienza dell’azione politica.
Considero queste le necessarie premesse per gestire in modo efficace una organizzazione complessa con centinaia di eletti e centinaia di migliaia di iscritti. E’ una attività molto faticosa per cui non basta una telefonata a distanza con cui si raccolgono frammenti di informazioni: la linea politica implica processi decisionali e impegno continuo 7 giorni su 7, a volte anche in orari notturni. Bisogna assicurare che da questa organizzazione complessa scaturisca un indirizzo politico chiaro e venga perseguita una linea politica coerente.
Ovviamente oggi stiamo parlando di questioni che non riguardano direttamente i bisogni dei cittadini, ma è chiaro che tutto questo è funzionale a poterci concentrare e dedicare con la massima determinazione a risolvere i problemi delle persone. Stiamo parlando di dinamiche interne ma queste vanno governate per offrire risposte pronte ed efficaci:
- a tutti coloro che ci stanno guardando e non hanno un lavoro,
- a coloro che ce l’hanno ma temono di perderlo,
- agli imprenditori che hanno chiuso e sono disperati,
- alle imprese che sono in difficoltà,
- alle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese.
All’intera Comunità5stelle chiedo di non rimanere spettatrice passiva di questo processo. Chiedo di partecipare alla valutazione di questa proposta politica e statutaria e di esprimersi al più presto con il voto.
Da parte mia ho già detto che non mi accontenterò di una risicata maggioranza. Per partire forti bisogna essere ben convinti e occorre tanto, tanto entusiasmo. Me lo aspetto da Beppe e me lo aspetto da tutti gli iscritti.
A queste condizioni io ci metterò tutta l’anima che ho.”