Macron entra nella campagna del Colle. "Una fortuna avere Mattarella e Draghi"
Il presidente francese spera nella conferma di Sergio e SuperMario. E anche Goldman Sachs si allinea
Macron: "Che fortuna avere Draghi e Mattarella in Italia"
"Non è mia abitudine commentare le situazioni politiche dei nostri vicini e dei paesi amici; posso solo dire che oggi abbiamo molta fortuna di avere un presidente della Repubblica e un presidente del del Consiglio italiani cosi coraggiosi e amici della Francia: è una chance per la Francia è per noi". Lo ha detto a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron, durante una conferenza stampa congiunta all'Eliseo con la presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen, rispondendo a un giornalista italiano sui rischi di incertezza politica e di un cambiamento di governo a Roma, a causa delle elezioni del nuovo presidente della Repubblica.
Macron entra così diretto sulla campagna per il Colle. D'altronde, la sua già nota proiezione verso l'estero si sta ingigantendo in occasione del semestre di guida francese dell'Unione europea che durerà fino a fine giugno 2022. Quanto al Trattato del Quirinale, ha proseguito, "copre un insieme di campi estremamente vasto. E' una relazione molto intima che la Francia e l'Italia stanno edificando attraverso questo trattato. L'amicizia tra i nostri due Paesi, come anche tutte le relazioni bilaterali in seno all'Unione europea, vengono a rafforzare ancora di piu' il progetto europeo - avverte Macron - Non gli tolgono nulla, ma anzi, lo completano, lo rendono ancora piu' sicuro, creando piu' intimita' tra le nostre societa', le nostre culture, i nostri intellettuali, le nostre economie".
Non solo Macron, anche Goldman Sachs a favore della doppia conferma
Non solo Macron, ma anche il mondo della finanza sarebbe più che felice di vedere confermati Mattarella al Colle e Draghi a Palazzo Chigi. Come scrive il Corriere della Sera, manifesta dubbi Goldman Sachs che, in un report dedicato all’Italia intitolato «Draghi: should I stay or should I go», ammette che l’elezione a presidente della Repubblica «rafforzerebbe l’ancoraggio dell’Italia e della sua politica all’Europa» ma allo stesso tempo «scatenerebbe incertezza circa il nuovo governo e l’efficacia della sua politica» a causa «degli interessi divergenti tra i partiti in Parlamento e dei tempi lunghi che tipicamente servono per formare un nuovo governo».