Manovra in "alto mare". Banche in rivolta, lite Forza Italia-Lega. Il testo definitivo in clamoroso ritardo

Non c'è pace per la Legge di Bilancio 2026. Inside

Di Alberto Maggi

Giancarlo Giorgetti

Politica

L'accordo con il mondo della finanza scricchiola


La Legge di Bilancio è "in alto mare". A spiegarlo ad Affaritaliani non è un esponente dell'opposizione ma uno dei massimi vertici economici della maggioranza di governo. La bozza uscita ieri, che Affaritaliani ha pubblicato in anteprima, ha scatenato l'ira di partiti e anche, sottotraccia, dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi). Prima di tutto l'alzata di scudi di Forza Italia contro "l'aumento della tassazione sugli affitti brevi", "una scelta profondamente sbagliata" dicono gli azzurri.

E in secondo luogo il testo finale della Finanziaria che non c'è. L'esecutivo avrebbe dovuto depositarlo oggi, lunedì 20 ottobre, in Parlamento ma "se arriverà mercoledì è già buona". Il problema è sempre lo stesso: far quadrare i conti. Tra il taglio delle tasse per il ceto medio e la rottamazione imposta da Matteo Salvini al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti il Mef è andato letteralmente in tilt.

L'accordo con il mondo della finanza scricchiola perché di fatto non c'è solo il prolungamento della DTA per il biennio 2027-2028 ma anche un’imposta ridotta al 27,5%, anziché del 40%, sugli utili maturati dagli istituti di credito posti a riserva: in pratica le banche, su base volontaria, per il prossimo triennio dovranno versare allo Stato un’imposta del 27,5% se vorranno distribuire utili ai propri soci (una soluzione con la quale il governo spera di incassare più risorse stimolando il mondo del credito a usufruire di questa possibilità). Il tutto senza dimenticare la tassa, di fatto, sugli extraprofitti per l'anno 2023.

Una soluzione che non piace agli istituti di credito - che non va dimenticato, significa anche Marina e Pier Silvio Berlusconi attraverso la partecipazione in Banca Mediolanum - e quindi una marmellata impazzita che sta facendo rimbalzare le bozze della Legge di Bilancio tra Via XX Settembre, sede del ministero dell'Economia e delle Finanze, e Palazzo Chigi per cercare di trovare una difficile quadra.

La Lega vuole assolutamente "punire" le banche per finanziare la rottamazione e non solo, Forza Italia - quotidianamente in contatto con l'Abi, le difende a spada tratta e il tutto con il vincolo europeo del 3% del deficit-Pil da rispettare per non perdere la promozione ottenuta da Bruxelles e dalle agenzie di rating. Dalle banche dovrebbero arrivare circa 4,5 miliardi di euro nel 2026 e undici nel triennio ma ancora non si sanno i particolari.

La Legge di Bilancio vera e propria non c'è, la stanno scrivendo e riscrivendo. Ogni anno accade così, è vero, ma questa volta, sottotraccia, stanno emergendo le forti contraddizioni nella maggioranza, in particolare tra Lega e Forza Italia. Con Fratelli d'Italia, partito della premier e di maggioranza relativa, che su alcuni punti è più vicino al Carroccio e su altri agli azzurri.

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