Meloni cerca l'asse con Merz. Ecco perché il rapporto con l'Italia è cruciale per il cancelliere tedesco

Dal dossier immigrazione al rapporto con Trump. Analisi

di Vincenzo Caccioppoli
Politica

Sabato il faccia a faccia a Roma tra la presidente del Consiglio e il cancelliere tedesco



Alle 18 di domani, sabato 17 Maggio, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz varcherà la soglia di Palazzo Chigi per l'atteso bilaterale con la premier Giorgia Meloni. Ancora prima di diventare cancelliere (con qualche brivido dopo la prima bocciatura al Bundestag) Merz aveva promesso che Roma sarebbe stata una delle sue prime tappe. Segno tangibile di una forte sintonia tra i due, malgrado il colpo inferto due giorni fa dalla Spd, che secondo un'indiscrezione del quotidiano tedesco Die Welt, avrebbe preteso che l’Italia fosse esclusa dai partner strategici della Germania nel documento che sanciva il patto di coalizione. Un semplice errore di comunicazione ha subito fatto sapere un portavoce della Cdu, il partito del cancelliere.

Ma certo è che la cosa non ha fatto piacere a Palazzo Chigi e certamente anche di questo si parlerà durante il vertice. E’ evidente, fanno notare fonti interne a Palazzo Chigi, come la grande autorevolezza della Meloni sul piano internazionale e la ritrovata affidabilità del paese ( lo spread tra il Btp e il Bund è intorno ai 100 punti), paradossalmente stia dando fastidio a chi, come Francia e Germania fino ad ora hanno disposto in Europa a loro totale piacimento, riservando per il nostro paese un trattamento di compassionevole sopportazione (come dimenticare i risolini che nel 2011 si scambiarono la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo una domanda su Berlusconi).

Ora però la musica a Palazzo Chigi sembra cambiata, il paese ha riacquistato una credibilità internazionale che sembrava irrimediabilmente persa, mentre l’asse franco tedesco sta attraversando uno dei periodi più difficili da decenni a questa parte. Merz si trova in una situazione difficile perché, se su molti dossier è inevitabilmente dalla parte di Meloni, come quello sul green deal europeo, o ancora sul tema dei migranti, uno dei problemi che ha determinato la fine del governo a semaforo dell’ex premier Olaf Scholz, dall’altro lato deve fare i conti con alcune spinte interne, che lo invitano a guardare ad est, verso Polonia o repubblica ceca proprio a scapito del nostro paese.

Ma Meloni, che certo non è nuova a questo atteggiamento pregiudiziale nei suoi confronti, è convinta di convincere il cancelliere che l’alleanza strategica tra i due paesi è importante per l’Italia, ma ancora di più forse per la Germania. Durante il premier question time alla camera di mercoledì scorso, Giorgia Meloni si è detta molto fiduciosa sulla buona intesa che avranno i due paesi “Con l'avvio del mandato del cancelliere Merz - ha detto ieri in Aula alla Camera Meloni, durante il “premier time” - abbiamo già iniziato a confrontarci su come Italia e Germania, le due principali potenze manifatturiere d'Europa, possano insieme dare un contributo concreto al rilancio della nostra base industriale, in primis del settore dell'auto. È un dialogo già avviato, rispetto al quale sono molto fiduciosa”.  

D’altra parte i numeri parlano chiari, e narrano di un rapporto tra i due paesi a livello commerciale sempre più stretto ed interconnesso, malgrado il calo della locomotiva tedesca di questi ultimi due anni.. Nel 2024 l'interscambio tra i due paesi ha raggiunto la cifra di 156 miliardi di euro, che malgrado una flessione del 4% rispetto all'anno precedente, rappresenta storicamente il terzo livello più alto negli scambi tra i due paesi. “Il risultato di quest’anno è il terzo più alto di sempre e dimostra la solidità dei rapporti. La contrazione è dovuta principalmente al rallentamento dell’export italiano, influenzato dalla debolezza della domanda tedesca. Nonostante ciò, alcuni segnali sono incoraggianti, e la maggior parte delle nostre aziende si aspetta una chiara ripresa nel secondo semestre del 2025”, ha detto un mese fa Jörg Buck, Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica, AHK Italien.

Inoltre, sui migranti e soprattutto sulla trattativa con la commissione (e qui il ruolo di Raffaele Fitto, sempre più il vero braccio destro della presidente Ursula Von der Leyen, può essere fondamentale) per alleggerire il carico dei provvedimenti del green deal sul settore automotive, l’asse con l’Italia è determinante per i tedeschi, come visto dal grande lavoro fatto dal ministro Adolfo Urso per arrivare ad un anticipo delle discussioni sulla revisione del provvedimento previsto nel 2026. Ma anche sugli investimenti nella difesa e su quelli verso i paesi africani i programmi del governo Meloni e quelli del nuovo cancelliere hanno molte convergenze, che per esempio non si scorgono invece nel rapporto con la Francia di Macron né tantomeno nella Polonia di Donald Tusk.

Senza contare il dossier dei dazi di Trump, altro tema assai caldi sia per l’Italia che per la Germania. Italia e Germania rappresentano il 42,5% dell’export UE verso gli USA, per un valore di 226 miliardi di euro nel 2024. I dazi riguarderanno scambi per almeno 49,5 miliardi di euro, con effetti diretti su automotive e siderurgia, oltre a ripercussioni su alcuni prodotti agroalimentari. Il settore più esposto è l’automotive tedesco, che ha esportato verso gli USA per 34 miliardi di euro nel 2024. Ecco che per Merz è fondamentale contare sui buoni rapporti tra Meloni e il presidente americano per fare fronte comune nelle trattative che si terranno a breve. Ecco perché Merz malgrado le spinte interne ed esterne per cercare di isolare Meloni, non può permettersi di perdere un così prezioso partner di fronte a questi passaggi, che potrebbero presto mettere in crisi il suo già non proprio stabilissimo governo. 

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